Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti commenta la sentenza di appello per il delitto del sociologo e giornalista ucciso a Trapani il 26 settembre del 1988
“Le sentenze si rispettano, ma quando vedi che dopo 30 anni si stenta ad ottenere piena verità e giustizia, resta l’amaro in bocca. C’è comunque una certezza, a uccidere Mauro Rostagno è stata la mafia, perché l’impianto accusatorio è stato confermato, ma ancora non sappiamo chi lo ha assassinato”. Lo ha detto Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia (l’Odg si è costituito parte civile) presente in aula nell’udienza conclusiva del processo d’appello per l’omicidio del sociologo e giornalista torinese, assassinato il 26 settembre del 1988 a Valderice, in provincia di Trapani. La seconda sezione della corte di assise di appello di Palermo ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, confermando l’ergastolo al boss Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante dell’omicidio, mentre è stato assolto Vito Mazzara, considerato il presunto killer e condannato anche lui in primo grado all’ergastolo. I giudici così hanno comunque confermato quanto stabilito in primo grado, che il giornalista-sociologo venne eliminato perché, anche attraverso gli schermi della tv privata Rtc, aveva puntato i riflettori sugli interessi di Cosa nostra nel Trapanese. “Aspettiamo di conoscere le motivazioni della sentenza, per capire meglio” ha proseguito il presidente di Odg Sicilia. “Dopo 30 anni non si è ancora riusciti a fare piena luce. Ho abbracciato forte, in aula, anche a nome dei giornalisti siciliani, i familiari di Mauro, la cui sofferenza, dopo così tanto tempo di attesa per avere giustizia, continua. Capisco la loro delusione ma sono certo che continueranno a lottare per arrivare alla verità su questo delitto e l’Odg sarà al loro fianco – ha aggiunto Francese -, nel ricordo di Mauro, il cui coraggio, impegno professionale e passione civile continuano a essere un esempio per i giornalisti”.