Emanuela Loi e il suo profondo senso del dovere: “Una storia che andava raccontata”

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Questa mattina gli studenti dell’Istituto “Pascoli-Pirandello” hanno incontrato la scrittrice bresciana Annalisa Strada, autrice del libro “Io, Emanuela. Agente della scorta di Paolo Borsellino”. Oltre agli studenti delle medie hanno partecipato anche le quinte classi del plesso Mignosi.

La scrittrice per tutta la mattinata ha dialogato con i ragazzi in occasione del progetto “narrativa in classe”, referente la professoressa Maria Grazie Magaddino.

Tantissime le domande da parte degli studenti che nel corso dell’anno hanno conosciuto e letto la storia di Emanuela Loi attraverso il libro di Annalisa Strada. Una storia comune, di sogni e speranza. Il libro racconta la vita di Emanuela prima di quel maledetto 19 luglio 1992. Partendo dalle sue emozioni e da quel suo immenso senso del dovere. Ma nello stesso tempo è un “diario di ricordi” della sorella Claudia. Un “frullato” di emozioni e sentimenti profondi che ha commosso non solo i ragazzi, ma anche alcune mamme e le stesse insegnanti presenti all’incontro.

Nei ragazzi, oltre alla curiosità che li ha portati ha scoprire quei terribili eventi del 1992, è stato piantato un seme: il seme della speranza e del cambiamento.

Strada è riuscita a coniugare memoria con impegno concreto: “Bisogna imparare a tradurre in fatti concreti quello che spesso si racconta in generale, questa storia, quella di Emanuela, porta i ragazzi a toccare con mano la realtà degli eventi. Ma vale anche per gli adulti. – ha sottolineato Annalisa Strada ad Alqamah.it – Usciti dalla scuola devono essere consapevoli che non ci sono eroi, ma persone perbene. Non per forza bisogna essere in prima linea, ma basta restarne fuori, perché la lotta alla mafia si fa anche con le piccole cose quotidiane. Non possiamo pensare di chiedere alle nuove generazioni di fare quello che la nostra generazione non ha fatto. – continua – Bisogna chiudere le porte ai favoritismi, alle strade facili, partendo anche da queste storie.”

Annalisa Strada racconta la storia della donna, prima che poliziotta. Racconta Emanuela, la sua vita, la sua paura, i suoi affetti, i suoi giorni in Sardegna e poi in Sicilia, ma anche il suo profondo senso del dovere che, nonostante il periodo difficile, non la fa desistere dall’essere in prima linea come agente di scorta di Paolo Borsellino. “A me piace raccontare la storia, e quella di Emanuela è un pezzo di storia che andava raccontata. – sottolinea Strada ad Alqamah.it – Devo dire che i ragazzi si immedesimano, sono coinvolti, al di là dell’emotività della storia, partecipano con molto interesse. Rispondono tutti allo stesso modo, non ci sono distinzioni tra Nord e Sud, la mafia non è più quella che conoscevamo in passato. Si tratta di un fatto culturale che bisogna affrontare sin da piccoli, e i ragazzi questo lo capiscono molto bene.”

“Dopo aver letto l’ultima pagina del libro, sembra che sia venuta a mancare un’amica” – conclude così una giovanissima studentessa dell’Istituto. E in fondo, come darle torto.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.