Mare Monstrum, il giudice ordina il commissariamento della società “Liberty Lines”

Commissariata la società della famiglia Morace, finita al centro dell’inchiesta Mare Monstrum

TRAPANI. Scatta il commissariamento per la società “Liberty Lines”, la società del “signore” degli aliscafi trapanese Vittorio Morace, al centro dell’indagine Mare Monstrum insieme al figlio Ettore Morace e all’ex Sindaco di Trapani Girolamo Fazio. Oltre alla famiglia Morace e Fazio a finire indagati nella stessa operazione anche l’ex sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari e l’ex deputata regionale Marianna Caronia.

Questa mattina, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e di Trapani hanno notificato un’ordinanza interdittiva nei confronti della società “Liberty Lines s.p.a.” con la quale il Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto la nomina del commissario giudiziale. Tra i compiti del Commissario incaricato dalla Procura, si legge nell’ordinanza, bisognerà “esaminare i contratti vigenti, accertando l’eventuale presenza di clausole produttive di profitti ingiusti per la società di navigazione; verificare la corretta esecuzione dei contratti e la legittimità degli importi di volta in volta richiesti alla Regione Siciliana o agli enti locali eventualmente coinvolti; accertare l’esistenza di anomale cointeressenze di tipo personale/familiare, lavorativo ed economico, tra il personale della Liberty Lines e quello della Regione Siciliana o di altriEnti, pubblici o privati, coinvolti a vario titolo nella aggiudicazione e nella attuazione dei contratti di pubblico servizio in oggetto; curare l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi.

Il provvedimento interdittivo emesso nei confronti della società “Liberty Lines s.p.a” scaturisce dall’applicazione delle disposizioni normative di cui al D. Lgs. nr. 231/01 (Responsabilità amministrativa delle società e degli enti) sulla base delle risultanze emerse nel corso dell’attività investigativa sfociata nell’operazione “Mare Monstrum” del 19 maggio 2017. In tal senso, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo ha ritenuto la sussistenza di un concreto e attuale rischio di commissione di altri illeciti amministrativi dipendenti da reato da parte della società di navigazione in argomento, la quale avrebbe tratto vantaggio dai delitti di corruzione commessi da Vittorio Morace sia sotto il profilo economico sia per effetto della posizione di privilegio ricoperta nel settore del trasporto marittimo. Secondo il Giudice, la società in questione, essendo di esclusiva proprietà della famiglia Morace, non è mai stata dotata di modelli organizzativi e gestionali adottati al fine di evitare la commissione dei delitti in questione.

Le indagini dello scorso maggio rivelavano come Vittorio Morace, all’epoca dei fatti presidente pro tempore della società di navigazione “Ustica Lines s.p.a.”, avesse stretto un patto corruttivo con Salvatrice Severino, dirigente pro tempore dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana. L’accordo avrebbe portato la dirigente a predisporre e confezionare bandi di gara, aventi ad oggetto l’affidamento quinquennale del servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse con mezzi veloci tra la Sicilia e le isole minori, in favore della compagnia di navigazione trapanese presieduta appunto da Morace.

La dirigente, inoltre, in ossequio all’illecito patto in parola, avrebbe erogato a beneficio di “Ustica Lines s.p.a.” i richiamati 10 milioni di euro a titolo di compensazioni finanziarie per prestazioni di trasporto marittimo mai rese dalla società. In cambio la dirigente avrebbe ricevuto beni di lusso e ottenuto l’assunzione della figlia nella stessa società di navigazione.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.