Il caso dei permessi di soggiorno e dei passaporti sottratti alla Questura di Trapani e finiti in un mercato clandestino
I poliziotti della Squadra Mobile ne sono certi, si trova in Marocco la stamperia dove venivano riempiti i permessi di soggiorno prima e poi anche i passaporti sottratti alla Questura di Trapani. Ci sono decine di intercettazioni che provano come il marocchino Rachid Dalal, 32 anni, aveva costanti contatti telefonici, ne sono stati contati quasi 2500, con il poliziotto Angelo Patriarca, 57 anni, tutti e due finiti arrestati con le accuse di associazione a delinquere, peculato, corruzione, furto e ricettazione. I poliziotti della Squadra Mobile di Trapani assieme a quelli dello Sco, il Servizio Centrale Operativo, hanno portato alla Procura di Trapani le prove come Rachid Dalal ha portato in Marocco i documenti in bianco utili a espatri e ingresso in territorio italiano ed europeo. In Marocco poi sono stati riempiti a favore dei vari acquirenti. A Rachid Dalal gli investigatori trapanesi sono arrivati dopo il fermo di un paio di extracomunitari, bloccati alla frontiera italiana, negli aeroporti di Roma e Milano. Uno di loro ha raccontato che in Marocco aveva acquistato il passaporto italiano, pagandolo 3 mila euro. Altri hanno ammesso di avere pagato i documenti, permessi di soggiorno e passaporto, anche 9 mila euro. L’indagine, seguita dal pm Andrea Tarondo, è stata avviata un anno addietro e inizialmente riguardò solo la sottrazione di permessi di soggiorno dagli uffici della Questura. A Gennaio scorso la scoperta che il mercato clandestino era riuscito ad appropriarsi di 400 passaporti che il poliziotto Patriarca (che in passato era finito sotto inchiesta dopo la denuncia di un cittadino brasiliano, indagine coordinata dalla procura di Marsala e però finita archiviata) era riuscito a prelevare dall’ufficio dell’Economo della Questura di Trapani con una delega firmata dal dirigente del commissariato di Mazara che però interpellato ha negato di averla mai sottoscritta. Patriarca e Dalal, quest’ultimo aiutato anche dalla moglie finita solo denunciata e forse con la complicità di altre persone, gestivano dunque il mercato dei documenti validi per il transito alle frontiere. Decine le intercettazioni inserite nell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Trapani, giudice Cavasino. Nei prossimi giorni sono previsti gli interrogatori di garanzia, Patriarca si trova recluso nel carcere di Regina Coeli a Roma dove si trovava per motivi familiari e dove è stato arrestato dai suoi colleghi.