Le carte della corruzione

L’atto di accusa della Procura di Trapani contro l’ex onorevole ed ex sindaco Girolamo Fazio

Fulvio Sodano nel carteggio che ebbe con l’allora sindaco Fazio, dopo che questi gli aveva negato l’attribuzione della cittadinanza onoraria che era stata votata dalla maggioranza del Consiglio comunale, lo aveva avvertito, “non cammini scalzo chi semina spine”. Parole premonitrici o meglio oggi viene da dire che il prefetto Sodano forse aveva una precisa conoscenza di chi poteva nascondersi dietro quel sindaco tanto decisionista. Di spine l’ex sindaco Fazio ne ha raccolte parecchio, e lo specchio di questa situazione è rappresentato dall’atto di accusa che è stato depositato dalla Procura di Trapani contro l’ex sindaco ed ex deputato regionale e vice presidente della commissione regionale antimafia , accusato di corruzione, traffico di influenze, rivelazione di segreti di ufficio. La Procura di Trapani ha concluso la tranche trapanese dell’inchiesta “Mare Monstrum” quella sulla cosiddetta “tangentopoli del mare”. L’avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm Franco Belvisi e Brunella Sardoni è stato depositato lo scorso 8 marzo e i carabinieri lo hanno notificato ai due indagati per i quali i magistrati trapanesi si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio, oltre all’on. Fazio l’altro avviso all’ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, il magistrato Raffaele De Lipsis. In una decina di pagine i magistrati hanno ricostruito l’indagine che non è rimasta quella per la quale a maggio scorso Fazio finì ai domiciliari mentre sembrava oramai in modo inarrestabile a riconquistare la poltrona di sindaco della città, era candidato alle amministrative, poi segnate dal suo ritiro al momento del ballottaggio contro il candidato del Pd Pietro Savona e concluse con le urne che non consegnarono alcun eletto. L’indagine si è allargata, quanto sul fronte della “corruzione del mare” che ha visto coinvolto l’ex armatore della Liberty Lines, Ettore Morace (indagato a Trapani quanto a Palermo), ma anche su un altro episodio che ha visto Fazio coinvolto assieme a Leonardo Carpinteri, ‘amministratore di una importante società commerciale, la ditta “Stefania Mode”. Nell’indagine trapanese le posizioni di Morace e Carpinteri sono indicate come stralciate, è presumibile ritenere che i due si apprestano a patteggiare le accuse loro contestate dinanzi al gup del Tribunale di Trapani. Anche perché, e questa è notizia rilevante, sia Ettore Morace quanto Leonardo Carpinteri hanno deciso di rendere dichiarazioni di ammissione di responsabilità rispetto alle differenti accuse loro contestate. ma comune denominatore delle loro dichiarazioni è il ruolo dell’on. Girolamo Fazio: nell’avviso di conclusione delle indagini emerge chiaramente come i pm trapanesi sono convinti che l’on. Fazio abbia fatto “mercimonio” della propria carica parlamentare. Dietro le quinte del procedimento giudiziario è facile scorgere l’ottimo lavoro investigativo condotto dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, comandati dal colonnello Stefano Russo, e in particolare dai militari del reparto investigativo provinciale diretti dal maggiore Antonio Merola e dal capitano Luigi Berlingeri. Prove che sembrano essere schiaccianti e dinanzi alle quali Morace e Carpinteri non hanno potuto fare altro che confermare. I rapporti tra Fazio e Morace sono emersi in ogni loro parte, il sostegno dell’ex deputato per far scorrere senza problemi i rapporti tra la Regione e la società navale specializzata nei collegamenti navali veloci e che in monopolio di fatto da anni gestisce la navigazione sulle rotte tra la Sicilia e le sue isole minori, se poi insorgevano problemi e contenziosi ecco che l’on. Fazio riusciva a risolvere i problemi di giustizia amministrativa a favore della Liberty Lines (ieri Ustica Lines) coinvolgendo il suo amico giudice Raffaele De Lipsis, finito anche lui indagato per avere esercitato pressioni sui suoi colleghi perché si adoperassero a sostenere le ragioni della Liberty Lines. Il contraccambio tra Fazio e Morace sarebbe consistito in diverse forme, denaro e favori vari, assunzioni di personale, finanziamento di opere di manutenzione di proprie unità immobiliari, fino, ultimo atto, al sostegno economico che Morace ha confermato di avere garantito a Fazio in occasione delle elezioni amministrative dell’anno scorso. Ma è anche emersa un’altra circostanza, quando all’epoca in cui Fazio sedeva in commissione regionale antimafia, la stessa commissione cominciò ad interessarsi agli “affari” della Ustica Lines, per iniziativa dell’allora presidente dell’organismo parlamentare, l’on. Nello Musumeci, oggi presidente della Regione, il parlamentare trapanese svelò a Morace segreti che avrebbe dovuto tenere per se, per salvaguardare il lavoro d’inchiesta che stava svolgendo la commissione. Fotografò una serie di documenti e con il telefonino li mandò a Morace. Agli atti dell’indagine anche l’appoggio garantito alla società di navigazione per aprire un suo cantiere nella zona portuale di Trapani. In questo contesto salta fuori il nome del direttore della sezione Irsap (ex consorzio per l’area di sviluppo industriale) ing. Pietro Re, doveva essere trasferito, Fazio impedì il trasferimento prima che fosse definita l’assegnazione dell’area alla Liberty Lines per creare un suo cantiere. E chi si opponeva ai desiderati dell’on. Fazio, la Procura ha messo nero su bianco le veementi reazioni, “la pagherete cara è questione di tempo …ma la pagherete cara”, come accadde alla dirigente regionale Dorotea Piazza, malamente affrontata da Fazio quando era deputato regionale. Poi c’è il capitolo dell'”affare” dell’impresa commerciale “Stefania Mode”. Fazio divenne consulente dell’impresa, mentre era deputato regionale, e da deputato regionale si adoperò per la Procura di Trapani ad agevolare, avendone rilevante ritorno economico, l’assegnazione di un immobile all’interno dell’area di sviluppo industriale di Trapani. Anche in questo contesto chi si oppose al disegno imprenditoriale, i dirigenti dell’ex consorzio Asi, Reina e Scarcella, in mala e pesante maniera. Per poi trovare la giusta intesa con il nuovo dirigente, Pietro Re, la cui prosecuzione nella guida della sezione Irsap fu caldeggiata anche in questo caso da Fazio presso l’assessorato regionale attività produttive: nel dicembre 2016 con atto amministrativo la sezione Irsap di Trapani rinunciava al diritto di prelazione dell’immobile che interessava alla ditta “Stefania Mode”. Fazio inoltre, annotano ancora i pm Belvisi e Sardoni, non esitò a presentare un disegno di legge all’Ars, scritto tutto a favore dell’impresa…della quale era consulente, regolarmente retribuito. E i pm gli hanno fatto i conti in tasca tra il 2016 e il 2017 oltre 120 mila euro, in parte coperti da una fattura di 42 mila euro per una fornitura di 800 bottiglie di vino all’impresa Stefania Mode di una fornitura di vino da parte della cooperativa agricola “Cantina Primavera”, fornitura ha confermato Carpinteri del tutto inesistente. Legati alle indagini Fazio ha frattanto subito un paio di sequestri per equivalente, gli sono stati cioè congelati beni a fronte delle mazzette intascate, quando da Morace che da Carpinteri.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.