La Chiesa che “parla”

Non le ha mandate a dire il Vescovo di Trapani mons. Pietro Maria Fragnelli nel salutare l’ingresso del simulacro dell’Addolorata a conclusione della processione dei Misteri: le parole del Vangelo calate nella nostra attualità

Non c’è miglior occasione per utilizzare il detto che solo chi non voleva sentire non ha sentito. Questo è stato il nostro primo pensiero dopo aver ascoltato ieri per intero l’intervento del Vescovo di Trapani mons. Pietro Maria Fragnelli dinanzi all’Addolorata, l’ultimo simulacro della processione dei Misteri del Venerdì Santo. Siamo dinanzi ad una Chiesa che “parla”, dopo anni di retorica, di occasioni ufficiali che erano poi assenti nei momenti privati. Una Chiesa che quest’anno ha indotto in qualche maniera a certi poteri cittadini sempre in prima fila nelle processioni a starsene in disparte, e certe assenze sono state notate. Non sappiamo e non conosciamo di azioni precise, specifiche, a indurre qualcuno a disertare la cerimonia del Venerdì Santo, ma l’assenza dell’ex senatore Tonino D’Alì a tanti non è passata inosservata e questo già dalla sera della cerimonia della “scinnuta” del gruppo che appartiene al “Popolo”, e che rappresenta Cristo con la croce che affronta la salita verso il Golgota, dove puntuale l’oramai ex parlamentare non era mai stato assente. La Chiesa ha scelto di non essere più né accondiscendente né accomodante e per dimostrare di essere col cittadino e non più col potente ha posto in prima fila all’apertura del corteo della processione gli uomini delle Istituzioni, di quelle forze dell’ordine che ogni giorno combattono il malaffare. Qualche politico si è visto, tanto all’uscita del venerdì’, quanto nella mattina di sabato al ritorno dei sacri gruppi nella Chiesa del Purgatorio, ma lo si è visto attento a non uscire dal cono d’ombra creatosi. L’ex sindaco Fazio ha fatto la sua comparsa ma mischiato tra i fedeli dietro l’Addolorata. Monsignor Fragnelli ha parlato con le parole del Vangelo ma è apparso chiaro che ha anche parlato alla cittadinanza senza perdere di vista l’attualità. Ha parlato di “sdegno e furia”, comportamenti di ieri e di oggi. Ieri la donna che nel Vangelo di Marco arrivò nella casa di un lebbroso “con un vaso di alabastro pieno di unguento di nardo genuino, molto costoso. Ruppe l’alabastro e attirò l’attenzione, senza cercarla. Versò il profumo sul capo di Lui! Che spreco! – dissero alcuni dei presenti. E si indignarono e si infuriarono!”. Sdegno e furia anche oggi ci ha ricordato il Vescovo Fragnelli, quello “di chi non cerca le relazioni, ma il denaro e i problemi!”. E’ impossibile essere incapaci di riconoscere come il Vescovo abbia parlato a coloro i quali cercano denaro e sono causa di problemi con i quali tenere legati a se i loro concittadini offrendo loro “pannicelli caldi” pronti però a raffreddarsi, per creare e conquistare consenso. E per essere ancora più limpido nelle parole mons. Fragnelli ha rivolto un pubblico invito: “Non vi attardate a salutare quanti giocano con i contributi per preparare il gruppo sacro, coloro che pensano di usarvi per onorare i potenti di turno!”. E pochi attimi dopo senza mai alzare il tono della voce il Vescovo ha voluto ricordare che questo percorso è lo stesso di quello indicato dal Beato parroco don Pino Puglisi , ucciso per questa sua azione dalla mafia 25 anni anni addietro. Parole vere pronunciate in una città dove il sentimento del perdono spesso è stato mal posto e mal utilizzato. Ed ancora il Vescovo ha parlato a tutti anche ai non credenti: “non si può perdonare l’omicidio o il furto, ma si può perdonare solo l’omicida o il ladro”. L’atto del perdono, ci viene da dire, non è solo quello di chi subisce, ma il perdono deve essere chiesto anche da chi compie l’azione violenta, chi ruba, chi uccide, chi maltratta chi corrompe. Una processione secolare, segnata da statue appesantite da ceri ed ex voto, da addobbi floreali, che quest’anno non ha riversato per le strade della città questa loro storia di fede, di cultura, ma anche altro: ” La vostra pesantezza – ha detto mons. Fragnelli – scava una traccia profonda nel nostro popolo. Così voi ci insegnate a discernere gli sprechi sbagliati dallo “spreco per amore”, quello che si vive solo per Lui. Lui è l’unico per il quale vale la pena sprecare tutto, anche la vita, con Lui la riacquistiamo nel tempo e nell’eternità”. Assolutamente l’intervento del Vescovo non è stato solo di natura e carattere religioso, ha saputo coniugare il Vangelo, il credo cristiano, con l’attualità, la nostra attualità, segnata dal male che in questa terra hanno fatto la mafia e le sue malefiche compagnie, la massoneria, il potere che si è fatto ricco sulla pelle dei poveri, di chi ancora oggi crede che per ritirare un certificato al Comune bisogna rivolgersi a un potente, a chi crede alle parole di chi dice di spendersi per il bene della città e frattanto viene trovato con le mani nella marmellata, di chi dice che la mafia è sconfitta e frattanto freneticamente cerca un posto al fianco del nuovo capo mafia.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.