Cala il sipario sul Festival Internazionale di Giornalismo: emozioni, incontri, esperienze e riflessioni

PERUGIA. Cala il sipario sulla XII edizione del Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, la creatura fondata e diretta da Arianna Ciccone e Chris Potter. Un Festival di caratura Internazionale, punto di riferimento per tutto il mondo del giornalismo. Festival di nome, ma non è solo questo. Non è una fiera dell’artigianato, non è “il museo” di una professione sempre più in difficoltà. È l’essenza stessa della professione giornalistica, punto di riferimento di studenti, scuole, giornalisti e futuri cronisti di “razza”.

Per 5 giorni la città di Perugia è stata il centro mondiale della stampa, ospitando giornalisti ed esperti di comunicazione e nuove tecnologie che hanno contribuito ad arricchire il contenitore culturale del Festival di giornalismo. Tra incontri, panel e discussioni, per i giovani è sicuramente un punto fermo, un modo per toccare con mano la professione, con la possibilità di ascoltare gli esperti del settore, i punti di riferimento italiani e internazionali. Cronisti, scrittori, registi, video maker, esperti di social network. Tra presente e futuro il Festival offre emozioni, esperienze, incontri importanti, e permette una sana e sincera riflessione sul mondo del giornalismo e sulle prospettive future.

Il Festival Internazionale di Giornalismo permette una crescita professionale e umana non indifferente. La nostra testata è stata accreditata e ha seguito tutto il Festival con i collaboratori Emanuel Butticè e Angelo Rocca che, insieme agli oltre 3 mila colleghi di diverse testate nazionali e internazionali, hanno partecipato a panel, dibattiti e incontri.

Tra i temi affrontati quest’anno grande risalto alle fake news: come nascono, come si riconoscono e come si combattono. Sul tema anche i colossi come Facebook Italia, Google Italia e Coca Cola si sono mostrati sensibili e pronti a mettere in campo ogni strumento per contrastare queste false notizie che spesso finiscono per creare parecchi danni.

Tra gli incontri più significativi del primo giorno, seguiti dalla nostra testata, troviamo sicuramente quello con Federica Angeli e Nello Trocchia, giornalisti che raccontano le periferie dimenticate. Un modo per condividere storie ed esperienze sui cronisti che oggi lavorano in periferia, in terra di mafia. In trincea in territori difficili. Tra gli altri eventi il primo giorno è stato caratterizzato dalla presenza dei giornalisti Sergio Rizzo e Gianluigi Nuzzi, che hanno affrontati rispettivamente il tema delle banche italiane e i tanti misteri che avvolgono il Vaticano e sulle riforme di Papa Francesco che ancora stentano a partire. Di mattina l’incontro con Sarah Brown di Fecebook EMEA e Livia Iacolare di Facebook Italia. L’incontro era rivolto all’ottimizzazione degli strumenti di Facebook per i giornalisti.

I temi del secondo giorno hanno spaziato dal data journalism, il giornalismo che cambia e si incontra con i dati statistici, la violenza di genere con Riccardo Iacona, l’incontro con Alan Friendman sulle “dieci cose da sapere sull’economia italiana prima che sia troppo tardi”. Poi una particolare attenzione al tema delle fake news con diversi incontri: tra i protagonisti i giornalisti Alessio Viola di Sky TG24, Pinuccio di Striscia la Notizia, Salvatore Aranzulla fondatore di Aranzulla.it, Cristina Broch di Coca Cola Italia e Matteo Grandi direttore di Piacere Magazine. Poi Gian Antonio Stella ha relazionato sui terribili dati relativi al gioco d’azzardo in Italia con Luca Barberini, Assessore alla Salute della Regione Umbria, don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, il giornalista Matteo Grandi, Damiano Tommasi, Presidente Associazione Italiana Calciatori. A chiudere il secondo giorno il racconto della politica tramontata di Aldo Moro, un racconto intenso del direttore de L’Espresso Marco Damilano.

Il terzo giorno, tra gli altri, si è registrata la presenza dei giornalisti Marco Pratellesi (condirettore di AGI) e Roberto Bernabò (vice direttore de Il Sole 24 Ore) sui contenuti e le nuove tecnologie del giornalismo. Significativo l’incontro con il direttore de la Repubblica Mario Calabresi e il vice direttore de L’Espresso Lirio Abbate su i tempi lunghi del giornalismo di inchiesta. Più che un’incontro una vera lezione di giornalismo sul campo. È stato sottolineato come spesso i tempi lunghi possono diventare una vera e propria risorsa per i giornalisti per approfondire e raccontare storie inedite, il cosiddetto “giornalismo del quarto giorno”. Presente anche il giornalista televisivo Pablo Trincia, il direttore del fattoquotidiano.it e FQ MillenniuM Peter Gomez. Quest’ultimo insieme a Lirio Abbate ha presentato “Il Traditore” il libro in uscita sui rapporti tra Berlusconi e la mafia raccontati tramite le vicende dei fratelli Graviano. Mario Sechi ha analizzato il voto del 4 marzo, la campagna elettorale dei protagonisti della politica nazionale e i possibili scenari futuri. Poi Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia la giornalista maltese uccisa l’anno scorso, Peter Bardy, direttore di Aktuality, il giornale per cui lavorava Jan Kuciak, il giornalista ucciso qualche mese fa in Slovacchia, Carlo Bonini de La Repubblica, Alan Rusbridger, Oxford University ed ex direttore del The Guardian e Maria Gianniti del TG1 hanno affrontato il tema dei giornalisti uccisi e il ruolo dei Governi. A chiudere la terza giornata Alessandro Di Battista, Pierluigi Pardo con Tommaso Labate e infine il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio con il suo monologo su Berlusconi e sui rapporti con la mafia e la presentazione del documentario inedito su Daphne Caruana Galizia.

La quarta giornata si è aperta subito con diversi panel sul giornalismo moderno, disinformazione, violenza di genere e le nuove formule del giornalismo digitale: ovvero il data journalisme e il fact checking, con gli esperti di “Pagella Politica”, “You Trend” e “Formica Blu”. Poi l’inchiesta sulla morte di David Rossi, con i risvolti e le ultime novità sul caso approfondite dal direttore del fattoquotidiano.it Peter Gomez, Antonino Monteleone de le Iene, Paolo Mondani di Report Rai 3, Davide Vecchi del Fatto Quotidiano e Sofia Verza del Global Freedom of Expression Initiative. Infine l’incontro con il giornalista e scrittore britannico Misha Glenny insieme al direttore de La Repubblica Mario Calabresi. Corrado Formigli di Piazza Pulita ha intervistato Omar Mohammed blogger di Mosul Eye sulla guerra in Siria e il suo lavoro giornalistico contro il regime dell’Isis a Mosul. David Parenzo ha dialogato con Franco Frattini sull’Europa. Barba Serra, di Al Jazeera English, invece ha moderato l’incontro sulle donne in marcia per la pace in Israele e Palestina. Sempre nel pomeriggio anche l’incontro con Terence Hill e parte del cast della serie di successo Don Matteo e l’incontro con Walter Veltroni, Sarah Varetto (direttrice Sky TG24) e Matteo Marani (Vice direttore Sky Sport) sul razzismo e l’importanza della memoria. A chiudere la quarta giornata la banda di Propaganda Live al completo che ha intrattenuto un gremito Teatro Morlacchi per tutta la sera con una puntata speciale.

L’ultimo giorno si è aperto, tra gli altri eventi, con una riflessione sul giornalismo e la rivolta, mezzo secolo dopo il ’68 con Ferruccio De Bortoli, Presidente Longanesi ed ex direttore del Corriere della Sera, e Paolo Flores D’Arcais, direttore di MicroMega. Poi Giancarlo De Cataldo con il suo “Agente del Caos”, Amalia De Simone, Antonio Nicaso e il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri sui fiumi d’oro della mafia dall’Italia al resto del mondo passando per l’Europa e la battaglia al narcotraffico e ai narcodollari ripuliti nelle City di mezza Europa. Poi l’incontro con Roberta Petrelluzzi di “Un giorno in Pretura Rai 3”, Lercio.it e Giobbe Covatta tra satira e fake news, Giancarlo De Cataldo e il docente dell’Università di Oxford Federico Varese su “Vita di mafia, Amore, morte e denaro nel cuore del crimine organizzato”. A chiudere il Festival il cantautore Brunori Sas.

Quindi, cala il sipario su questa edizione del Festival, ma non sulle emozioni e le esperienze vissute tra le “viuzze” di Perugia. Un festival magistralmente organizzato in una location d’eccezione. Cala il sipario, ma nello stesso tempo parte il conto alla rovescia per il #Ijf19.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.