L’ex presidente degli imprenditori siciliani Antonello Montante agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di esponenti delle forze dell’ordine.
L’indagine della squadra mobile e della procura di Caltanissetta ha portato a contestare all’imprenditore siciliano il reato di aver creato una rete illegale per spiare un’inchiesta che lo vedeva coinvolto, anche per le dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia, l’inchiesta risale a tre anni fa. Montante non è il solo coinvolto da queste indagini, infatti arresti domiciliari anche per altre cinque persone, a una sesta è stato notificato un provvedimento di interdizione (sospensione per un anno dal lavoro): Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, dall’aggiunto Gabriele Paci e dal procuratore capo Amedeo Bertone.
Un escursus storico ci racconta di Montante che due anni fa aveva ricevuto un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, l’ipotesi era di avere legami d’affari e rapporti di amicizia con Vincenzo Arnone (suo testimone di nozze), boss di Serradifalco, figlio di Paolino Arnone, storico padrino della provincia di Caltanissetta morto suicida in carcere nel 1992.. Gli investigatori della squadra mobile nissena diretti dal vicequestore aggiunto Marzia Giustolisi inoltre avevano perquisito abitazioni e aziende dell’imprenditore e a villa di Serradifalco hanno scoperto una stanza segreta dove sono stati trovati molti dossier su magistrati, politici ed esponenti della società civile. E proprio per questo i magistrati ritengono che ci sia stata un’attività illegale di spionaggio. Ma Montante si difende sostenendo in sintesi che coloro che lo accusano sono i mafiosi che ha contribuito a fermare mediante le sue denunce.
I sintesi Montante avrebbe comprato la fedeltà di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine con costosi regali e assunzioni per i familiari.
Fonte: Repubblica.it