Consiglia il ripristino dei “Passi” e non fa cenno: né agli annullamenti dei contratti di vendita e delle censuazioni, né ai rimborsi delle somme ai proprietari.
DI ANTONINO MESSANA
Questa altra lettera del Duca di Manganelli Deputato delle nuove strade chiude il secolo XVIII. L’ultimo quarto di detto secolo è stato nevralgico perché caratterizzato da un immenso lavoro amministrativo ricco, come abbiamo visto, di atti e provvedimenti rivolti all’assetto definitivo sia delle strade “inesistenti” in tutta la Sicilia, che delle Vie “Armentizie” battezzate in questo secolo appunto “Trazzere”. La Trazzera chiamata anche “Traccera” ed entrata a pieno titolo nel linguaggio burocratico, considerava certamente palese la separazione dalle Vie pubbliche. Adesso l’intera terra di Sicilia è annoverata dagli angusti provvedimenti barbari su “Strade” e “Trazzere”. Tuttavia, importantissimi avvenimenti e testimonianze storiche annullano detti provvedimenti tanto che torna utile rinfrescarne almeno due di dette testimonianze per ricordare il tramonto dell’immemorabile Secolo.
Le testimonianze sono le seguenti: In primo luogo, “Il settecento Siciliano” che ci racconta i viaggi in Sicilia dei pioneristici viaggiatori stranieri. I seguenti illustri forestieri che affollarono la Sicilia creando il gran “Tour”: Reidesel e Jean Houel (1766) , Brydon (1770), Denon (1778), Goethe (1787) ed altri (Vedi le prime 5 parti del capitolo IV; la prima parte pubblicata il 30 aprile 2016). Questi onorevoli Signori hanno “certificato”, con i loro scritti, l’assoluta mancanza di strade e le numerose disavventure vissute nel percorrerle dichiarando a chiare lettere che hanno rischiato pure la vita.
In secondo luogo le avventurose vicissitudini per l’assetto delle strade armentizie dal 1785 con il reclamo del marchese Moleti che ha coperto l’intero capitolo V formato di ben nove parti (pubblicati dal 1° aprile 2017 al 10 marzo 2018). Proprio in quest’anno 1799 abbiamo visto che la Deputazione in parola ha equiparato in larghezza le “Regalie” con le “Trazzere”, vendendo pure agli incriminati usurpatori (senza causa) le parti cadute in disuso dal passaggio del bestiame.
Infine, i Borboni, come vedremo in seguito, con l’avvento del XIX secolo lasciano in successione ai Siciliani e ai Savoia due bei ricordi: la definitiva equiparazione in larghezza delle Vie pubbliche con le Trazzere armentizie fissata in ultima analisi per entrambe in canne 18.2 (Istruzioni del 1806 disposte dal Maestro Segreto che approfondirò in seguito) e la definitiva costruzione delle strade per tutta la Sicilia (Vedi capitolo IV-parte I, pubblicato il 30 aprile 2016) in attuazione dei provvedimenti legislativi del 1824. A tal proposito ripropongo la mappa di Giuseppe Perez (Vedi pure capitolo II-parte III, pubblicata il 6 febbraio 2016).
Emanuele Vincenzo Sergio – Un secolo di politica stradale in Sicilia, a cura di Carmelo Trasselli, Editore S. Sciascia Caltanissetta – Roma 1962. Custodito dalla Biblioteca Dipartimento Città e Territorio della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Palermo. Collocazione 542.8.2 n.20
Entrando nel merito dell’ultima lettera di fine anno del 1799 del duca Paternò, osservo che rappresenta una sintesi della precedente epistola del 24 dicembre dello stesso anno già pubblicate nella precedente puntata. Il Duca in quest’occasione ripete solamente la penuria del denaro per la continuazione delle strade in corso di costruzione. In particolare per l’insufficienza degli stanziamenti si sono interrotti i lavori della Strada Palermo-Messina Via Marine completata fino a Termine (Imerese) e la Palermo-Sciacca arrivata a San Giuseppe Jato. Le ultime somme disponibili sono utilizzate interamente per la Palermo-Messina Via Montagne. L’ultimo tratto resta incompleto perché mancano pochi kilometri per raggiungere Vallelunga. Lo scrivente Paternò Deputato delle strade, allegando alla lettera solamente il Piano degli introiti per la vendita delle Trazzere, consiglia al Re di ripristinare i “passi” cioè il pagamento dei pedaggi come hanno fatto gli altri stati d’Europa. Da evidenziare che non accenna minimamente né agli annullamenti dei contratti di vendita e delle censuazioni, né ai rimborsi delle somme ai proprietari. Questi due argomenti nel proseguo è bene ricordarli per il semplice motivo che non ho trovato alcun documento della Deputazione delle strade che tratta sia di annullamenti di contratti che di rimborsi. Ciò avvalora la tesi che quei provvedimenti non sono mai stati eseguiti. Altra ulteriore prova la ricaviamo come vedremo in seguito, dall’equiparazione definitiva delle larghezze delle Vie pubbliche e delle Trazzere. Visto quest’ultimo provvedimento e la scarsità di denaro, è corretto ritenere che non solo non siano state rimborsate somme ai proprietari, ma le vendite di parti di Trazzere sono continuate con l’equiparazione in larghezza delle Vie con le dette Trazzere. Infine a tal proposito, voglio ricordare l’arresto (arriviamo così al 1801) disposto dal Maestro Segreto marchese Buglio contro il gabelloto Ericino del marchese Burgio di Trapani per l’inesistente strada di Pizzolungo (perizia dell’agrimensore Vairo [Vedi capitolo V-parte VII, pubblicato il 23 dicembre 2017]).
Adesso riporto la lettera in originale manoscritta formata di quattro pagine che ho trascritto per facilitare la lettura, con qualche breve commento.
Pagina 1
Crede insufficiente Incaricato con Dispaccio unitamente con tutti i suoi colleghi,
L’assegnamento, che di trasmettere un piano degli introiti, ed esiti della Deput.ne
Il Regno paga per la co= delle strade, rassegna primieramente, che siano trasmessi a
struzion delle strade: tutte le sedi pass=te a V.M. i piani fino a tutto Agosto 1785;
cotal oggetto crede Che da questo giorno fino al 1798. Se ne trovino le copie nello
f=necessario il paga= Officio di questa Deputazione, pronte a rimettersi ad ogni
mento de’ Passi cenno di V. M.; Per quanto poi concerne l’attuale sede, riferisce, che in esecuzione dell’incarico ricevuto abbiamo di già inoltrato il piano esatto. Ma siccome in certi articoli i suoi colleghi non sono…
Pagina 2
…stati con lui d’accordo, egli è venuto ad umiliare una separata rappresentanza. In essa dà egli lo scrivente un idea del piano mentovato riducendolo ai suoi ultimi risultati. Eccoli. L’introito totale della Diputazione, che si cava da un donativo che fa il Regno…, ascende ad onze 5182.25.4 annue, poiché di questo donativo si vendettero scudi 7 mila. Dedotti i soldi, che paga la Deputazione suddetta in onze 709.10 resta di netto in onze 4473.15.4.. Avverte sul proposito lo scrivente, che vi sono sospesi i soldi degl’Ingegneri, e che a loro si è surrogato un Capo Mastro, a motivo della causa, che sta agitandosi contro gli Ingegneri, e partitarj delle strade contro il parere di esso scrivente, il quale che questa causa sia inutile, stpendio=…
Pagina 3
…sa alla Deputazione, ed ingiusta perché i partiti si liberarono con manifesta lesione de’ partitarj. Siegue riferendo, che l’attuale sede di cui egli è un componente, in esecuzione del Dispaccio del 13 Giugno 1783, non abbia fatta nuova liberalizzazione di partito per proseguire le strade cominciate, ma che abbia datato all’adempimento delle opere ordinate dalla passata Deputazione, per la costruzione della strada da questa da questa Capitale a Messina per la via delle Montagne quale strada si è protratta per miglia 40 fino a Vallelunga, quale in parte resta a compirsi. Dopo tutto si sommette alla sovrana intelligenza che gl’introiti dell’anno presente sono equivalenti alle spese necessarie alla perfezione del suddetto tratto di strada, essendo mancate onze 5225 per il noto fallimento del Banco. Occorrono in di più in quest’anno altre due altre due spese rilevanti, una per riparare i guasti recati alle strade dagli alluvioni, l’altra per gli acconci ordinarj, senza i quali si rovinerebbero totalmente le strade suddette. Tali spese bisognano non solo per la strada sopra riferita da Palermo a Messina per le Montagne ma ancora per quella delle Marine arrivata fino a Termini fino alla Serra di San Giuseppe in lunghezza di miglia 22. Esposte tali cose intende lo scrivente proporre come un espediente opportuno, che si rimetta il diritto dei passi ossia la catena, quale si era imposta nel Regno sin dal…
Pagina 4
1778 giusta il Parlamento di questo anno, e secondo una tariffa, di cui lo scrivente acchiude una copia; ma che poi per il Real Dispaccio degli 11 febbraio 1792 si abolì, prescrivendosi, che la manutenzione delle strade avesse dovuto restare a carico de’ possessori de’ fondi limitrofi; e fa osservare, che tale stabilimento si sia reso per varie difficoltà ineseguibili, essendo fin anco riuscite inutili le disposizioni del Governo; onde la Deputazione ha dovuto valersi del denajo del donativo per la conservazione delle strade scarrificate. Perché si accolga il di lui progetto lo scrivente reca l’esempio dei paesi più colti d’Europa, nei quali le strade Carrozzabili si mantengono col dritto dei Passi, e fa riflettere, che in quei paesi solamente, ove le popolazioni son vicine si lascino le strade in cura alle rispettive Università; metodo non adattabile al nostro Regno dove le abitazioni sono distanti tra loro di più e più miglia. Conchiude umiliando a V. M. per la sua suprema intelligenza, che nell’ultimo Parlamento del 1798 si propose dal braccio Baronale, stabilirsi una nuova contribuzione di scudi 3600 annuali per destinarsi alla conservazione delle strade ma che non fù accettata tal proposizione. Da tutto l’esposto ne attende la più salutari conseguenze e spera che rivolga V.M. le sue benefiche mire ad un oggetto cotanto interessante, quale è quello delle strade in ogni Regno bene ordinato.
In chiusura, la lettera rappresenta una supplica al Re con i seguenti scopi specifici: ripristinare i “pedaggi” come fonte di finanziamento delle strade in costruzione e la successiva contribuzione di scudi 3600 stabilite dall’ultimo Parlamento del 1798.
Prossimamente verrà pubblicata la perizia dell’agrimensore Cusimano del 7 marzo 1800 (nuovo Secolo) per l’incarico ricevuto dalla Deputazione delle Strade del 18 gennaio 1800, in esecuzione del Real ordine del 1799 (Vedi capitolo VI, parte II, pubblicato il 5 maggio 2018). L’incarico è stato eseguito dal Cusimano sulla base delle “Istruzioni” formate da otto capitoli e redatte dalla Deputazione, per la strada carrozzabile, in corso di costruzione, Palermo-Messina Via Montagne scavalcando la città di Misilmeri. I percorsi della suddetta strada abbracciano le seguenti città e contrade: Ogliastro, Alia e Portella di Blasi ed altre contrade.
La citata relazione del Cusimano è formata da ben 60 pagine circa con le descrizioni dei territori e delle contrade, delle singole particelle di terreni, dei proprietari e delle somme pagate. Con questi parametri e con opportuni studi sui luoghi, è possibile, a mio giudizio, rintracciare l’antica Strada o Trazzera; tenendo presente che il Re già aveva riconosciuto non corretti i contratti di vendita di quelle particelle di terra ritenute usurpate dai proprietari limitrofi alla Trazzera. Per questa ragione, ritengo opportuno pubblicare interamente la suddetta perizia e regalare così a tutti quelli che ci seguono quest’ultima altra opportunità di risalire alla genesi della strada nominata in perizia per stabilire anche oggi la giusta “Via”: cioè Via pubblica o Trazzera.
Dividendo detta perizia in parti per alleggerirne la lettura, chiaramente copriremo altre tre, quattro o più puntate. La fine di questo mio lavoro si sposterà di qualche altro anno. Infatti per chiudere, mancano ancora i seguenti capitoli: Le strade Borboniche dal 1824 al 1860; la legislazione delle Trazzere del Regno d’Italia fino ai nostri giorni; riferimenti storici di Alcamo e delle sue Trazzere in generale ed in particolare alle false “Trazzere armentizie” Trapani-Palermo e Castellammare-Alcamo già accennate.
Qui sotto anticipo il preambolo della perizia Cusimano manoscritta con la data e le firme.
La prossima puntata verrà pubblicata Sabato 23 giugno.
BIBLIOGRAFIA
ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO- Real Segreteria Incartamenti volume 1289.
Emanuele Vincenzo Sergio – Un secolo di politica stradale in Sicilia, a cura di Carmelo Trasselli, Editore S. Sciascia Caltanissetta – Roma 1962. Custodito dalla Biblioteca Dipartimento Città e Territorio della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Palermo. Collocazione 542.8.2 n.20