I settantadue anni dal referendum del 2 giugno 1946 e i 70 anni della nostra Costituzione
Ieri il prefetto Darco Pellos non ha voluto aggiungere altro alle parole del presidente Mattarella, momento più alto e altisonante della Festa della Repubblica che è stata celebrata a Trapani in diversi momenti, dapprima dinanzi al Monumento dedicato ai Caduti, dove dopo la deposizione di una corona d’alloro da parte oltre che dello stesso prefetto, del commissario straordinario del Comune di Trapani, Francesco Messineo e del comandante del 37° stormo dell’Aeronautica colonnello Salvatore Ferrara, sono state consegnate le onorificenze e anche le prolusioni del commissario Messineo e dunque la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Mattarella, poi all’interno dell’atrio del Palazzo del Governo, dove sono stati aperti i giardini e sono stati allestiti gli stand di forze dell’ordine e delle forze armate, e infine nei saloni della prefettura con un concerto dell’orchestra del conservatorio Scontrino. Il prefetto Pellos dopo avere letto il messaggio del Capo dello Stato ha concluso con un commosso “grazie Presidente”. Un “grazie” che non può non leggersi anche come un preciso riconoscimento al ruolo svolto in questi giorni dal presidente Mattarella, indispensabile per chiudere la lunga crisi politica apertasi dopo il risultato elettorale del 4 marzo scorso. E questo lo diciamo conoscendo perfettamente il prefetto Darco Pellos, uomo parecchio legato alle Istituzioni e al loro valore, attribuito dalla Costituzione Repubblicana. Pellos, Uomo delle Istituzioni e che ogni giorno, anche in silenzio, lavora per difendere i cittadini di questa terra che continua a cercare una riscossa rispetto ad una situazione stagnante. Le parole di Mattarella rivolte ai prefetti di tutta Italia, sono apparse subito come ispirate dalla realtà trapanese: “Nel Vostro impegno al servizio della Comunità, nel rapporto con le persone e le formazioni sociali, con le istituzioni locali, nell’azione quotidiana volta a garantire la serenità della convivenza, si rinnovano i valori di libertà, democrazia e solidarietà, cui si ispira la Repubblica. La testimonianza viva di quei valori e della loro attualità percorre le celebrazioni del 70° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, che nei vari territori – anche su iniziativa delle Prefetture – ripropongono a vecchie e nuove generazioni il significato di essere parte di una comunità. L’impegno volto a garantire il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione e a rafforzare la fiducia dei cittadini nell’operato delle istituzioni, è essenziale ed è condizione per favorire la più ampia partecipazione democratica alla vita del Paese contro le tentazioni dell’indifferenza e del disimpegno. Il bene della coesione sociale, alla cui tutela si rivolge una parte importante della vostra attività, si consolida con le scelte di corresponsabilità e di cittadinanza attiva che ciascuno è chiamato a operare nell’interesse generale. Tensioni e prove trovano nel quadro delle istituzioni repubblicane piena possibilità di espressione e composizione, in una nazione unita e solidale”. Sono giorni particolari quelli odierni, segnati anche dalla nascita di un nuovo Governo. Si spera che il Governo Conte abbia forte la consapevolezza che solo una sfida vinta nel Sud può essere in grado di consentire il progresso all’intero Paese. Sotto ogni tema. A cominciare da quello della lotta e al contrasto della criminalità mafiosa. C’è chi in questi giorni ha voluto quasi rendere una ricorrenza il traguardo dei 25 anni raggiunto dalla latitanza del capo mafia di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. Ricordiamoci ogni giorno di questa latitanza, stiamo parlando non di un “santo” o di un “benefattore” , così ritenuto da certuni, come purtroppo le ultime indagini hanno accertato, ma di un pericoloso mafioso che è atteso nelle patrie galere per scontare una infinita serie di ergastoli, per delitti e stragi. Il prefetto Pellos è impegnato con i capi delle forze dell’ordine e la magistratura a gestire quasi quotidianamente il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Anche per rispondere all’invito anche ieri pressante del Presidente Mattarella: “Le prospettive di progresso e benessere si rafforzano grazie all’efficace contrasto alle pervicaci forme di criminalità organizzata, malaffare e corruttela, che impoveriscono la collettività e pregiudicano la libera concorrenza tra le imprese…il bene della sicurezza è responsabilità comune e tutti abbiamo il dovere di contribuirvi, con comportamenti ispirati alla piena legalità, contro ogni forma di violenza e intolleranza”. Ispirate alla difesa della Costituzione anche le parole del commissario straordinario del Comune di Trapani Francesco Messineo. La cerimonia ai piedi del Monumento dedicato ai caduti è proseguita con la consegna di onorificienze: vommovente la consegna dell’onorificenza di Commendatore al Dott. Vincenzo Bonsignore – Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri a riposo da molti anni. A seguire l’onorificenza di Ufficiale al Sig. Lombardo Domenico – Sottotenente dell’Arma dei Carabinieri a riposo; quella di Cavaliere al Capitano di Vascello Franco Maltese – attuale Comandante della Capitaneria di Porto di Trapani; al Dott. Francesco Palermo Patera – Primo Dirigente della Polizia di Stato a riposo; al Sig. Nicolò Villabuona – Sostituto Commissario della Polizia di Stato a riposo; al Sig. Giuseppe Mario Valveri – Ispettore Capo della Polizia di Stato a riposo; al Sig. Cataldo Leone – Sovrintendente della Polizia di Stato; al Sig. Giuseppe Di Prima – Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri; al Sig. Alberto La Commare – Assistente ai servizi di vigilanza del 37° Stormo Aeronautica Militare. Tra gli stand nell’atrio della prefettura, sovrastati da un grande tricolore fatto scivolare dall’alto sulla facciata della prefettura, molte le immagini fotografiche offerte al pubblico: all’interno dello stand dei carabinieri in particolare la bellissima foto di tre carabinieri, scattata a Gibellina a pochi giorni dal voto referendario del 2 giugno 1946: tra le mani dei carabinieri il dispaccio che dava l’annuncio della vittoria della Repubblica.