Cercava asilo politico, ma era ricercata

Donna russa è stata scoperta dai poliziotti trapanesi, ora è in carcere in attesa di estradizione

Vi ricordate della Brescello di Don Camillo e Peppone. Certo che ve ne ricordate sopratutto oggi che il Comune di Brescello, la “rossa” cittadina emiliano romagnola, ha subito lo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Ma vi vogliamo ricordare la Brescello di Guareschi. La memoria deve andare indietro quando nella canonica di Don Camillo trovarono ospitalità un uomo e una donna di origine russa, arrivati a Brescello per un gemellaggio e che raccontarono di violenze e angherie subite dal regime dell’allora Unione Sovietica, mentre Peppone voleva stringere con quel paese da cui provenivano i due russi un accordo di collaborazione, scambiandosi doni e prodotti. I due russi furono usati da Don Camillo per bloccare le raccolte delle firme per il gemellaggio, i due di nascosto venivano portati in giro a raccontare, nel frattempo approfittavano delle sontuose tavole per loro preparate con ogni ben di Dio. I due russi però non erano veri, erano finti, erano dei truffatori che Peppone presto smascherò. Ora a Trapani è accaduta una cosa del genere. Niente gemellaggi di mezzo, né tavole imbandite, ma i due russi che recitavano la parte è un fatto di queste ore. Per la verità a recitare la parte della perseguitata è stata una donna, 39 anni, scoperta e arrestata dai poliziotti dell’ufficio Immigrazione. Arresto al quale hanno collaborato gli agenti della Squadra Mobile. La donna con un uomo si è presentata infatti all’ufficio immigrazione dicendo di essere russa e di essere entrata clandestinamente in Italia attraverso l’Austria per arrivare sino a Trapani, dove da qualche tempo ha preso domicilio. Pensava forse che più lontano andava dalla sua Russia, più difficile sarebbe stato smascherarla. Immaginiamo che abbia raccontato ragioni nobili per la fuga dalla Russia di Putin, ha chiesto asilo politico dicendo di non avere documenti con se. I poliziotti però sono stati parecchio attenti, la storiella dell’asilo politico se la sono fatta raccontare più volte fino a quando la donna è stata sgamata. Le banche dati della Polizia le hanno fatto cadere la maschera di donna mite e incolpevole: la donna si chiama Asyat Gafarova, a suo carico vi era un ordine di ricerca in campo internazionale. L’arrestata deve scontare in Russia la pena definitiva di sette anni di carcere per i reati di frode aggravata, furto e danneggiamento di documenti, timbri e sigilli e furto di marchi. Altro che asilo politico: per lei si è aperta la porta di una cella del carcere di Palermo, in attesa che sia avviata la procedura di estradizione in Russia. L’uomo che l’accompagnava è tornato a casa da solo. Forse anche lui abilmente ingannato.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.