L’azienda sequestrata al pacecoto Vito Marino. Il fuoco ha provocato gravi danni ad uno dei capannoni teatro di una maxi truffa, che fece da sfondo anche ad un triplice omicidio nel 2006
Per adesso si parla solo di incendio accidentale, e però i carabinieri di Trapani si stanno occupando del rogo che stamattina ha distrutto in contrada Moschitto uno dei capannoni dell’azienda Vigna Verde, una struttura nei pressi dell’impianto di riciclaggio di contrada Belvedere. I capannoni sono ben visibili dall’autostrada e sembra che sia stato proprio un automobilista a dare stamattina l’allarme alla centrale 115 dei Vigili del Fuoco. Apparentemente le fiamme sono partite dall’esterno, dove i Vigili del Fuoco hanno trovato oramai bruciate grosse gomme , pneumatici per mezzi pesanti, in mezzo a quelle che dovevavno essere alte erbacce. Poi le fiamme hanno assalito la struttura sino ad arrivare al tetto, una copertura interamente in legno e a quel punto la loro propagazione è stata immediata. L’intervento dei Vigili del Fuoco, durato per tre ore e che ha visto impegnate una decina di squadre, ha evitato che il fuoco assalisse anche le altre strutture. Il capannone era vuoto, in precedenza era utilizzato dal Luglio Musicale per il deposito delle proprie attrezzature teatrali, e indubbiamente la presenza dell’ente teatrale con i suoi operai aveva reso non più abbandonata la struttura. Successivamente è stato assegnato ad una associazione sportiva per il tiro a volo. E stamattina pare che a creare difficoltà per rendere utile, veloce e agevole l’intervento dei Vigili del Fuoco è stata la circostanza della difficoltà a recuperare le chiavi del grosso portone d’ingresso, non è stato facile rintracciare i titolari dell’associazione. “Vigna Verde” è una struttura che doveva essere adibita a cantina vinicola e che però è da anni sotto sequestro nell’ambito di una indagine condotta dalla Squadra Mobile e successivamente dalla Divisione anticrimine, e dalla Finanza, su una maxi truffa per la quale è maggiore indagato l’imprenditore pacecoto Vito Marino, figlio del noto capo mafia di Paceco Girolamo, soprannominato “Mommo u nanu”, morto ammazzato a metà degli anni ’80. Certo è che le fiamme hanno dato un aspetto sinistro all’accaduto. Vito Marino, infatti, è frattanto latitante da quando l’anno scorso la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per un triplice omicidio commesso a Brescia. Il 28 agosto 2006 in una villetta alla periferia di Brescia furono trovati uccisi una donna e il figlio, Marzenne Topor e Luca di 17 anni, agonizzante il capo famiglia, Angelo Cottarelli, che sarebbe morto poco dopo l’arrivo dei soccorsi. L’anno scorso la Cassazione per questa strage ha confermato l’ergastolo per Vito Marino che era imputato con suo cugino Salvatore, per la cui posizione la Cassazione ha ordinato la ripetizione del processo di appello. Ad accusarli fu un faccendiere settentrionale, Dino Grusovin. Quella strage sarebbe stata la conseguenza di un dissidio tra Vito Marino e Angelo Cottarelli, nell’ambito proprio di quella maxi truffa che riguarda la struttura Vigna Verde e sulla quale a Trapani la Polizia stava già indagando all’epoca di quei tre delitti.