Il sequestro di beni colpisce anche la moglie e le figlie. Savalle: “Nulla a che spartire con Messina Denaro, contatti con la mafia mai cercati”. Le accuse del pentito Fondacaro e dell’ex sindaco Vaccarino. I giudici ordinano indagini su altre società
La prima udienza del procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione della confisca dei beni e per l’applicazione della sorveglianza speciale nei confronti del super manager Giovanni Savalle, originario e residente a Castelvetrano, 53 anni, è stata fissata per il prossimo 3 ottobre dinanzi ai giudici delle misure di prevenzione. Savalle ha nominato propri difensori gli avvocati Francesco Messina e Antonino Carmicio. I due legali ieri sera hanno diffuso la seguente nota:“Nell’affermare in nome e per conto del nostro assistito Dr Giovanni Savalle, la fiducia nella giustizia che non potrà non render conto della verità dei fatti, sottolineiamo l’estraneità del Dr Savalle alle contestazioni e ai pesanti sospetti sollevati. Il nostro assistito non ha nulla a che spartire col mafioso Matteo Messina Denaro né è mai stato consapevolmente contiguo a mafia e mafiosi di cui non hai mai cercato appoggio o sostegno né esplicito né implicito, per alcunché. Il Dr Savalle non ha intrattenuto né intrattiene alcuna relazione con patrimoni di illecita o illegale formazione o provenienza. E riguardo ai vecchi procedimenti per i quali viene chiamato in causa, non può non rilevarsi come, in gran parte, si tratti di questioni ormai definite. Il Dr Savalle resta a disposizione degli organi inquirenti ai quali darà piena collaborazione e ogni necessario chiarimento ai fini dell’indagine in corso. Ma poiché ogni provvedimento di prevenzione è basato sul sospetto investigativo, attendiamo fiduciosi lo sviluppo del procedimento, certi della buona fede e della legittima condotta del nostro assistito. Che attende con ansia che la giustizia faccia celermente il proprio corso affinché dubbi e sospetti avanzati sulla sua persona e integrità, siano fugati pienamente dalla magistratura giudicante”.Certo colpisce il passaggio in cui per conto di Savalle i due legali dicono che il loro difeso mai è stato consapevolmente contiguo a mafia e mafiosi, insomma, forse, se contatti ci sono stati, “mai cercati”, sono stati a sua insaputa! Ma contro di lui c’è l’atto di accusa del pentito calabrese Fondacaro.
Intanto: il sequestro preventivo dei beni non ha colpito solo Giovanni Savalle, ma anche la moglie, Valentina Norrito, 48 anni e le figlie gemelle, Maria Letizia e Marina, di 30 anni. Ma l’indagine condotta dal Gico della Finanza e dai Ros ha riguardato l’ampio ambito familiare del Savalle, i genitori Giuseppe e Maria Caccamo (quest’ultima parecchio impegnata nell’ambito del volontariato sociale a Castelvetrano), i suoceri Giuseppe Norrito e Liliana Bruno, il fratello, Carmelo Savalle, la cognata Valeria Norrito, e poi i coniugi Giuseppe Sorrentino e Maria Letizia Terranova, Domenico Pisciotta, Ivan Marandola (nativo dello Zambia e residente nella capitale Lusaka) e Gaspare Morello. Tutti citati come terzi nel procedimento che tocca anche diverse società, la Abm Merchant, la Gea società agricola, il Giardino di Costanza,la Iccly, la Infodataweb, La Curina, la Med Energy, la Pegasus, la Progevity, la Programma Immobiliare, la Sant’Elisa società agricola, la Satiro Golf, la Sava service, la Servizi alle Imprese, la Sicilcostruzioni, la Sicily House, la Sicily House sviluppo, la Sico, la Società Mediterranea, la Solymar, lo Studio Savalle, la Sviluppo Territoriale, la Val di Mazara, la Xenios. I giudici delle misure di prevenzione hanno disposto ulteriori accertamenti su queste società: Studio di nuova generazione, onlus coop Liberi e Forti, la Sole e Terra società agricola, la Val di Mazara, la Sun Sicily, la Solenergia, la Med Energy, sulla vendita a Giuseppe Vultaggio di un terreno di circa 40 mila metri quadri a Paceco, sulla aggiudicazione all’asta alla mamma dell’imprenditore di quote di terreni appartenenti al figlio oggetto di procedura esecutiva immobiliare e di un appartamento, con le stesse modalità dell’asta giudiziaria, di proprietà della moglie di Savalle, Valentina Norrito, alla figlia, Marina Savalle. Accertamenti sono stati disposti su conti correnti.
L’indagine di Gico e Carabinieri dei Ros ha fotografato i rapporti che Savalle nega di avere avuto con i Messina Denaro. Un sua dipendente risulta essere stata Maria Guttadauro, nipote del boss latitante e figlia di un altro boss, Filippo Guttadauro, sposato con Rosalia Messina Denaro. La donna risulta assunta presso il Consorzio Turistico per lo Sviluppo della Sicilia Xenios : unica dipendente, con stipendi annui per il 2007 e il 2008 tra gli 8 mila e i 15 mila euro, quando la società aveva un capitale di 1500 euro nel 2007 e 12 mila euro nel 2008.
Il collaboratore di giustizia calabrese Marcello Fondacaro, lo stesso che ai pm di Palermo ha descritto le connessioni tra mafia e massoneria in Sicilia e l’esistenza di una loggia super segreta alla quale dice appartenere il super latitante Matteo Messina Denaro, ha detto che fu il cognato di Messina Denaro, il commercialista Michele Alagna, a presentargli Giovanni Savalle. E Savalle gli presentò il patron della Valtur, il cavaliere Carmelo Patti, quando si parlò di costruire un resort in Calabria a Capo Vaticano. Ma anche l’imprenditore alcamese Vito Nicastri, il “re” dell’eolico, quando si accennò alla costruzione di impianti eolici in Calabria. Interrogato dai pm Andrea Tarondo e Carlo Marzella, che gli chiedevano cosa c’entrasse Michele Alagna in tutto questo, Fondacaro rispondeva: “…era il placet della mafia territoriale diciamo, era colui che dava l’assenso al Patti per cointeressenza economica nell’affare logicamente; c’era una cointeressenza da parte di Matteo Messina Denaro in questa operazione che portava avanti Patti. Così mi fu descritta lo cosa…Giovanni Savalle, che eral’interlocutore con questi soggetti di Castelvetrano, tra cui anche il Matteo Messina Denaro, mi disse che per guanto riguardava lo parte di Matteo Messina Denaro l’avrebbe rappresentata il commercialista, il ragioniere… cognato di Matteo…incontrai due o tre volte Alagna, poi vedevo di più Savalle, il commercialista mi aveva detto che quando avevo bisogno di parlare con lui non c’era bisogno che andavo a castelvetrano, potevo andare a Mazara a parlare con Savalle”.
Nel provvedimento è anche inserito il verbale di interrogatorio del 2007 dell’ex sindaco Tonino Vaccarino, sentito dagli allora pm palermitani Pignatone e Scarpinato, oggi procuratore a Roma e l’altro procuratore generale a Palermo. Vaccarino è il famoso Svetonio che su ordine del Sisde di Mario Mori per diversi anni tenne una corrispondenza con il boss latitante. Ha parlato degli interessi di Savalle e del collezionista d’arte Becchina dentro l’impresa cementi Atlas di Sarino Cascio, e ha affrontato il tema del resort “I Giardini di Costanza”: “Dai discorsi che mi faceva Cascio, è una mia deduzione che Messina Denaro aveva interessi in quel resort di Mazara”.