Tonnellate di carburanti consumati in frode, oltre 50 le imprese coinvolte. I denunciati
rischiano fino a 5 anni di reclusione e sanzioni pecuniarie fino a dieci volte l’imposta evasa.
Fiumi di gasolio a 90 centesimi per i “furbetti” del rifornimento “facile”. Un prezzo
sicuramente allettante se confrontato con quello alla pompa che oggi si aggira intorno ad
1,5 euro/litro. Ora rischiano sanzioni per un valore complessivo pari ad oltre mezzo milione
di euro.
La Guardia di Finanza di Castelvetrano ha messo a segno un importante servizio volto al
contrasto alle frodi nel settore dei carburanti.
L’articolata operazione, denominata “Ulisse”, trae origine da una analisi di rischio condotta
attraverso le banche dati in uso al Corpo, le cui risultanze sono state “incrociate” con i dati
trasmessi periodicamente alla Guardia di Finanza dall’Ispettorato Provinciale Agricoltura di
Trapani.
I finanzieri hanno passato al setaccio le imprese agricole di 8 Comuni in provincia di Trapani
rilevando gravi incongruenze tra i dati presenti nei registri delle imprese e quelli forniti dagli
stessi imprenditori alla Regione Siciliana.
Le Fiamme Gialle, dopo aver esaminato i fascicoli aziendali delle imprese agricole e le
relative posizioni alla Camera di Commercio, hanno svelato un collaudato sistema di frode
perpetrato da oltre 50 imprese le quali, attraverso numeri di registrazione inesistenti o
riconducibili a soggetti cessati, hanno falsamente attestato alla Regione Siciliana di essere
pienamente operative e regolarmente iscritte al registro delle imprese agricole.
Tra queste sono state individuate imprese prive di iscrizione alla Camera di Commercio da
oltre 15 anni, partite IVA cessate da oltre 8 anni e evasori “totali” sin dal 2003.
Emblematico il caso di una ditta individuale cancellata d’ufficio dalla Camera di Commercio
per “sopravvenuta mancanza dei requisiti di impresa” la quale, nonostante ciò, avrebbe
consumato in frode oltre 7 quintali di carburanti rigorosamente acquistati a prezzi agevolati.
Nel complesso 48 sono i “furbetti” finiti nel mirino degli investigatori e segnalati alla Procura
della Repubblica per i reati di falso, truffa ai danni dello Stato e sottrazione al pagamento
dell’accisa su un quantitativo complessivo di carburante pari ad oltre 111.000 litri.
Per 25 di loro è scattata anche l’aggravante prevista dal Testo Unico Accise per chi sottrae
all’accertamento quantitativi di carburante superiore a 2.000 Kilogrammi. In questo caso la
pena della reclusione sale da 3 a 5 anni.
L’attività di servizio in parola conferma il fondamentale ruolo di polizia economico-finanziaria
svolto dalla Guardia di Finanza nel contrasto ai traffici illeciti di prodotti petroliferi, a tutela
dei legittimi interessi economici e finanziari delle imprese e dei cittadini rispettosi delle
regole.