Il silenzio della Sicilia

Dinanzi al dramma che si consuma a Catania a bordo della nave Diciotti, colpisce l’assenza del Governo regionale

I giorni, le ore trascorrono e rischia di trasformarsi in tragedia il dramma che si consuma a Catania, con quella nave della Guardia Costiera, la Diciotti, tenuta ferma agli ormeggi in porto con l’ordine imposto dal Viminale a non far scendere a terra nessuno, equipaggio, 40 persone e i 150 migranti, tanti sono rimasti a bordo dopo i 29 minori fatti scendere, grazie all’intervento della magistratura agrigentina. Tragedia politica e umana, sulla Diciotti vi sono soggetti affetti da scabbia, costretti a stare sul ponte della nave giorno e notte, sotto il sole e sotto la pioggia. Da oggi hanno deciso lo sciopero della fame, contro di loro l’infamia continua. E’ una tragedia che colpisce la storia della Sicilia, una terra cresciuta sotto tanti punti vista con l’accoglienza, con la integrazione. Quello che succede a Catania non appartiene affatto alla terra siciliana e al suo mare per eccellenza, il Mediterraneo, il Mare nostrum, dove è cresciuta la koinè del Mediterraneo che ha unito i popoli, linguaggio comune che adesso si vuole spezzare, dividere. La Sicilia dovrebbe ribellarsi dinanzi alla gestione di questa vicenda umana da parte del ministro dell’Interno Salvini, se lo sta facendo per ragioni di schieramento è grave. Comprendiamo l’estrazione politica destrorsa del presidente Musumeci, comprendiamo che Forza Italia un legame con la Lega lo vuole mantenere, ma oggi a scrollare i berlusconiani è stato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che al ministro Salvini non le ha mandate certo a dire. Non comprendiamo l’assoluta assenza di interventi dalle altre componenti politiche del Governo, quelle centriste, o Turano boys insomma, quelli stessi che a Trapani sostengono un sindaco, Giacomo Tranchida che sull’apertura dei porti ai migranti ha detto chiaramente di non pensarla come quelli che stanno al Governo di Roma. Ma al presidente Musumeci ricordiamo che lui oggi non rappresenta solo la sua parte politica, ma è il presidente di una terra dove l’accoglienza ha sempre avuto fondamenta storiche e culturali che non possono andare disperse, perché significherebbe rompere un filo di collegamento con il nord Africa, per non far tornare a essere il mare Mediterraneo un mare di guerre, il Mediterraneo deve tornare di più ad essere strumento di dialogo. Negare ai migranti il diritto a cercare una nuova casa, significa completare la distruzione che da decenni civiltà imperialiste hanno operato nel continente africano. La Sicilia oggi non può perdere il suo primato dinanzi ad un ministro spietato con i deboli. La Sicilia fu la terra di un certo Danilo Dolci, grande uomo dimenticato, dobbiamo riaprire quel Borgo di Dio , ieri servito a ridare slancio alla Sicilia, oggi quella stessa lezione deve servire a far crescere capacità a integrare, a unire, i popoli del Mediterraneo. Che con le sue contaminazioni fu culla della civiltà italiana. La Sicilia poi stia attenta, quella che si sta vivendo a Catania ci sembra essere una prova generale per dividere l’Italia, che è l’antico sogno che la Lega, ieri di Bossi, oggi di Salvini, ha sempre perseguito. Oggi sono i migranti a non essere bene accetti nella terra italiana, domani stessa sorte potrebbe toccare ai siciliani, ai meridionali. Salvini sta premendo il piede sull’acceleratore per smantellare l’unità italiana, cominciando con la cosa più semplice che gli sta venendo di provocare, dividere gli italiani. C’è un fiume di parole, cariche di odio, che scorre sui social che lo dimostra. Ci piace poi proporvi ciò che ha scritto il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna:  Non tacero’ per amor di umanita’ e per difendere la reputazione del mio Paese. Non tacero’ per amor di umanita’ e per difendere la reputazione del mio Paese. Non tacero’ il mio orgoglio perche’ e’ una giornalista Daniela De Robert a guidare a Catania la delegazione del garante nazionale dei diritti delle persone private della liberta’ personale,sono fiero del lavoro che i colleghi stanno facendo nel raccontare la vergogna dei migranti salvati,ma imprigionati su una nave la Diciotti che e’ gia’ territorio italiano essendo della nostra Guardia Costiera. Come e’ possibile che accada tutto ciò ? Non taccio perche’ va fatto appello a tutti i giornalisti e le giornaliste ( ce ne sono con pesanti responsabilita’ anche nel Governo) a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volonta’ affinche’ il legittimo dibattito sul ruolo dell’Europa e sul punto di equilibrio tra accoglienza da un lato e sicurezza e organizzazione sociale possibile dall’altro non travolga i valori costituzionali e non faccia crollare anche il ponte della pieta’ verso i piu’ disperati.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.