I pm hanno sentito il legale destinataria della Usb esplosa tra le mani dell’ispettore della pg. Trovati altri episodi simili in altre Regioni. Documento della Camera Penale di Trapani
Il procuratore Alfredo Morvillo e il sostituto procuratore Antonio D’Antona seguono una pista precisa per risalire a chi due anni addietro ha inviato una pendrive all’avvocato Monica Maragno, col chiaro intento di arrecarle un danno fisico. I fatti sono noti: lunedì scorso un poliziotto della sezione di pg presso la Procura, l’ispettore Gianni Aceto, delegato dal pm D’Antona a verificare il contenuto di questa usb (che era arrivata al magistrato tramite un esposto dell’avvocatessa Maragno e dell’Ordine forense, considerato che il legale aveva ricevuto la usb come se le fosse stata inviata dal Consiglio dell’ordine, cosa che risultò non vera) rimaneva gravemente ferito alle dita della mano sinistra a causa dell’esplosione della pendrive non appena introdotta nella porta del pc. Il fascicolo d’indagine a seguito dell’esposto dell’avv. Maragno e del Consiglio dell’ordine era stato iscritto nel registro generale della Procura contro ignoti. Adesso dopo l’esplosione la Procura indaga sempre contro ignoti ma per minacce, detenzione di esplosivo e lesioni gravi. In quest’ambito l’’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Trapani, sta riguardando – confermano dalla Procura – sulla vita professionale dell’avvocato che aveva ricevuto la chiavetta usb. Il procuratore capo Alfredo Morvillo e il pm Antonio D’Antona in questi giorni hanno ascoltato alcune delle persone coinvolte e nella giornata di ieri, giovedì, anche l’avvocatessa Monica Maragno. Il legale ha confermato che circa due anni fa aveva ricevuto un plico che riportava il mittente del Consiglio dell’Ordine, contenente la chiavetta usb e un documento cartaceo con l’intestazione del consiglio forense, ma riconoscendo delle difformità rispetto alla calligrafia e agli stili grafici tradizionali, aveva segnalato l’episodio all’ordine forense. Anche per questo sin dai primi interrogatori sono stati esclusi coinvolgimenti con la vita privata del legale e le indagini stanno scandagliando l’ambito professionale a partire dai rapporti con alcuni clienti fino alle origini della chiavetta usb che ha colpito l’ispettore di polizia ferito gravemente al pollice sinistro. Si attendono inoltre i referti della Polizia Scientifica per capire cosa conteneva la usb, se polvere da sparo oppure esplosivo. I poliziotti della Mobile lavorano anche per risalire alla possibile origine della pendrive, dalla sua fabbricazione fino alla vendita al dettaglio, e da quanto si è appreso, alcuni episodi analoghi sono avvenuti anche altrove. Dalla Procura poi dicono che nessun intervento c’è stato dal ministero della Giustizia, circa una eventuale ispezione alla Procura di Trapani disposta dal guardasigilli Bonafede , così come scritto da alcuni organi di stampa locale, notizia quindi che viene smentita dalla Procura trapanese. “Siamo avvocati sotto attacco” ha voluto dire il presidente della Camera Penale di Trapani avvocato Salvatore Alagna. “Altro significato – dice l’avv. Alagna – non può attribuirsi all’episodio della pendrive esplosiva, indirizzata a un avvocato, che ha gravemente ferito un operatore di polizia che ne stava verificando il contenuto. In un momento storico come l’attuale, alla deriva dei valori fondamentali del rispetto reciproco e della convivenza civile, la figura dell’avvocato e la sua insostituibile funzione costituzionale, evidentemente, costituiscono un deciso ostacolo all’affermazione della prevaricazione e all’ansia di farsi giustizia da sé. Sintomatiche sono le continue aggressioni ai Difensori di indagati o imputati di eclatanti fatti di sangue o di violenza sessuale, rei di assicurare il diritto di difesa costituzionalmente garantito. L’Avvocatura resta, palesemente, un solido e forse insopportabile, per taluni, baluardo di legalità e continuerà coraggiosamente a esercitare senza timore la sua missione. Se ne facciano una ragione tutti coloro che aspirano a mettere da parte il contratto sociale ritenendo di ritornare a ordalie di medievale retaggio”. Frattanto vanno migliorando le condizioni del poliziotto, ricoverato in ospedale a Marsala.