Il vescovo davanti al pm

Mons. Francesco Micciché ieri sentito in Procura a Trapani

A luglio scorso ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini che lo vede sotto accusa mila euro di fondi destinati alle opere di carità è arrivati nelle casse della Caritas attraverso l’8 per mille. Ieri pomeriggio l’ex vescovo di Trapani Francesco Micciché, protagonista di questa indagine,  è stato sentito in Procura. Era stato lui stesso a chiederlo, e ieri i magistrati della Procura che lo hanno indagato lo hanno ascoltato per alcune ore. Monsignor Micciché, originario di San Giuseppe Jato e residente a Monreale, è accusato di avere messo in atto un disegno criminoso con una serie di azioni realizzate in tempi diversi. Da Arcivescovo della Diocesi di Trapani, aveva la facoltà di operare su due conti correnti, aperti a febbraio 2007. Uno intestato alla “Interventi Caritativi Diocesi di Trapani”, l’altro intestato a “Esigenze di culto e pastorale della Diocesi di Trapani”. Su questi conti affluivano i fondi dell’8×1000. Si tratta della quota di imposta che lo Stato italiano distribuisce, in base alle scelte effettuate nella dichiarazioni dei redditi, fra lo stesso Stato e le confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa.  Micciché invece, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato di 544.439,00 euro per altri fini. Il Pubblico Ministero gli ha anche contestato l’aggravante di avere cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità al Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e alla Diocesi di Trapani. La presenza ieri pomeriggio dell’ex vescovo a Palazzo di Giustizia non è passata inosservata e nonostante l’ora scelta, verso le 15, la voce si è subito diffusa, e alla fine ha trovato conferma. Sembra che sostanzialmente ieri  mons. Micciché abbia reso una sorta di dichiarazione spontanea per replicare alle accuse che la magistratura gli ha mosso, sopratutto da quando scopri che le denunce dall’ex vescovo attribuite al suo ex più vicino collaboratore, don Ninni Treppiedi, non erano altro che un modo di spostare l’attenzione su quanto accadeva in Diocesi. Contro mons. Micciché c’è stato ciò che ha riferito l’ex direttore della Caritas, don Sergio Librizzi, finito anche lui sotto inchiesta, arrestato e condannato, per concussione e violenza sessuale. L’avviso di conclusione delle indagini è una sorta di anticipazione della richiesta di rinvio a giudizio. L’indagato, in questo caso mons. Micciché , ha la facoltà di produrre documenti a difesa, per ottenere nuove indagini e può chiedere di essere sentito, la strada scelta dall’ex capo della Curia di Trapani.  Monsignor Micciché, è stato vescovo di Trapani dal 1998 sino alla sua rimozione per ordine di Papa Benedetto XVI nel 2012.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.