Alle prime luci dell’alba, i militari del Comando Compagnia Carabinieri di Bagheria, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Caronte”, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia di applicazione di misure cautelari coercitive, emessa dal GIP presso il Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 persone[1], ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione per esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, abuso d’ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, nonché violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale.
Le indagini, condotte dal mese di maggio 2017 al mese di aprile 2018, mediante attività tecniche ed acquisizioni documentali presso il comune di Bagheria, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza concernenti:
– l’esistenza, in Bagheria, di un’associazione per delinquere, diretta da MINEO Pietro e operante all’interno del cimitero comunale, il cui funzionamento è stato condizionato e deviato per controllare l’andamento delle estumulazioni e tumulazioni, in modo da favorire l’ottenimento di profitti non dovuti attraverso la sistematica reiterazione di condotte di corruzione in violazione dei criteri di efficienza, trasparenza e buona organizzazione del servizio pubblico affidato al cimitero, oltre che in violazione del rispetto dei defunti;
– ripetuti episodi di corruzione, commessi da imprenditori locali operanti nel settore delle onoranze funebri e privati cittadini, in favore dei dipendenti cimiteriali (appartenenti all’associazione per delinquere di cui sopra), finalizzati ad ottenere una rapida tumulazione delle salme, indipendentemente dall’ordine cronologico di ingresso al cimitero, riducendo, così, notevolmente i tempi di attesa in camera mortuaria vista l’indisponibilità generale di loculi;
– molteplici delitti contro la pietà dei defunti, propedeutici a liberare loculi all’interno del cimitero da destinare a salme “segnalate” dai corruttori;
– reiterate violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, commesse da due soggetti riconducibili alla famiglia mafiosa di Bagheria, i quali erano soliti effettuare i loro incontri con altri esponenti mafiosi anche all’interno di una delle principali agenzia funebre di Bagheria.
Nel medesimo contesto investigativo, sono emersi elementi di reità a carico di ulteriori 34 persone, tra cui due funzionari del servizio cimiteriale del Comune di Bagheria, nonché impresari funebri operanti nel medesimo territorio e privati cittadini, responsabili, a vario titolo, di corruzione, favoreggiamento personale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Per l’esecuzione del provvedimento sono stati impegnati circa 80 Carabinieri del Provinciale di Palermo, nonché di un elicottero del 9° Nucleo elicotteri di Palermo.
[1] di cui 7 prevedono gli arresti domiciliari e 3 impongono il divieto di dimora.