Processo contro l’ex sottosegretario: l’avv. Rallo ha chiesto alla Corte di appello di respingere le richieste del pg. Altra udienza a fine mese
Ha parlato oggi per due ore davanti alla Corte di Appello di Palermo – sezione Terza – l’avvocatessa Arianna Rallo che difende l’ex sottosegretario all’Interno, l’ex senatore di Forza Italia Tonino D’Alì, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il difensore avv. Arianna Rallo è subentrata agli avvocati Stefano Pellegrino e Gino Bosco che erano stati i difensori del parlamentare sin davanti alla Cassazione che ha però annullato con rinvio la sentenza con la quale il reato contestato al parlamentare trapanese era stato in parte dichiarato prescritto e per un’altra parte era stata pronunciata assoluzione per insufficienza delle prove. Poi Bosco e Pellegrino hanno rinunciato al mandato, ma forse di mezzo più che questioni inerenti l’aspetto giudiziario ci potrebbero essere rapporti politici che si sarebbero incrinati in particolare con l’avvocato Pellegrino, eletto deputato all’Ars, nella lista di Forza Italia. I due avvocati comunque sebbene sollecitati hanno sempre obiettato il riserbo. All’avvocato Arianna Rallo è toccata quindi la difesa del senatore Tonino D’Alì sia davanti alla Corte di Appello che ha riaperto il dibattimento e deve decidere sulle richieste probatorie avanzate dal pg Nico Gozzo, che ha chiesto di sentire nuovi testimoni o comunque altri testimoni già sentiti e che però vengono chiamati a riferire su circostanze meritevoli di approfondimento per l’accusa, sia davanti al Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani che deve decidere sulla richiesta della Procura antimafia di Palermo, che ha chiesto l’applicazione per cinque anni dell’obbligo di dimora a Trapani per l’ex parlamentare, indicato come soggetto socialmente pericoloso per i contatti con gli ambienti di Cosa nostra trapanese. La prossima udienza del Tribunale delle misure di prevenzione è prevista per fine mese, quando torneranno in aula anche i giudici della Corte di Appello di Palermo che all’esito dell’udienza odierna hanno rinviato al 26 novembre per le repliche del pg rispetto alla produzione documentale fatta dalla difesa e decidere infine se riaprire o meno il dibattimento, che come tutti gli altri continua a svolgersi col rito abbreviato e senza che l’imputato sia mai comparso in aula. Oggi l’avvocatessa Rallo ha prodotto sentenze che indicherebbero l’inattendibilità di alcuni collaboratori sentiti e sentenze che riguardano le indagini su mafia, politica e appalti pronunciati nel tempo e oramai definitive. a suo dire in queste sentenze non vi è traccia di “contatti pericolosi” tra l’ex sottosegretario ed alcuni soggetti coinvolti e condannati a proposito di appalti pilotati. “D’Alì – ha scritto l’avvocatessa Rallo nella memoria depositata oggi in udienza – è indagato dal 1999 al 2003, nel 2003 ci fu anche una richiesta di archiviazione, pende nei suoi confronti un procedimento dinanzi alle misure di prevenzione, sicché è legittimo confidare nel fatto che il tempo a disposizione di chi ha condotto indagini in tutti questi anni, a largo spettro, sia definitivamente scaduto”. Insomma per l’avvocato Rallo il comportamento dell’accusa contrasta con il concetto di introduzione di nuove prove, “siamo semmai dinanzi – si deduce dalla lettura della memoria – a volere riaffrontare vicende giudiziariamente già affrontate e risolte a favore dell’ex senatore”. Ma non è escluso che nella prossima udienza il pg Gozzo possa chiedere la produzione della voluminosa sentenza con la quale il Tribunale delle misure di prevenzione ha colpito con una confisca gli imprenditori trapanesi Francesco e Vincenzo Morici, considerati vicini al senatore e le cui condotte sono state ricondotte dai giudici nell’alveo dei patti scellerati tra mafia e politica per il controllo degli appalti. Pagine nelle quali è ricorrente il nome del senatore D’Alì.