Mazara: divieto di avvicinamento imposto da un uomo macedone
Si invaghisce della donna che si recava da lui perché si spacciava per “santone” e, nel momento in cui la stessa cercava di interrompere ogni contatto, lui non si rassegnava, chiamandola di continuo, inviandole messaggi scritti e vocali fino a pedinarla. Per questo motivo, quindi, la donna si è rivolta alla polizia ed adesso il Tribunale di Marsala ha disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi presentati dalla donna per S.I., macedone di 57 anni.
Tutto comincia lo scorso maggio quando la donna, una mazarese di 41 anni, in un momento di debolezza dedice di rivolgersi a S.I. che si spacciava come santone guaritore. I due, quindi, si incontravano diverse volte con il pretesto di risolverle i problemi, fino a quando la donna, però, decideva di interrompere ogni incontro. Ma S.I., non la pensava allo stesso modo perché si era invaghito della donna e non rassegnandosi, cominciava a telefonarle, a mandarle messaggi scritti e vocali e pedinamenti che procuravano alla vittima un grave stato di ansia e paura, con conseguente perdita di peso e costringendola a mutare le proprie abitudini di vita.
La misura cautelare emessa dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Marsala, ha origine da una denuncia presentata dalla donna al commissariato di polizia di Mazara nel giugno scorso. Gli agenti hanno avviato le indagini dimostrando il crescere degli atti persecutori ai danni della donna. L’attività dei poliziotti del Commissariato, sotto le direttiva della Procura della Repubblica di Marsala, ha consentito di ottenere gli indizi sufficienti affinché l’Autorità Giudiziaria potesse emettere il divieto all’uomo di avvicinarsi ai luoghi solitamente frequentati dalla donna la quale era anche stata costretta a lasciare Mazara per sottrarsi alle persecuzioni.
fonte trapanisi.it