Il difensore dell’ex presidente del Cga, De Lipsis, sostiene che la competenza è dinanzi al Tribunale di Roma
Non riesce a decollare l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio e dell’ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa, Raffaele De Lipsis, coinvolti nel troncone trapanese dell’inchiesta “Mare Monstrum”, la cosiddetta “tangentopoli del mare”. Stamane dinanzi al gup giudice Piero Grillo, il difensore dell’indagato De Lipsis, avvocato Lillo Fiorello, ha sollevato eccezione sulla competenza territoriale, sostenendo che il reato contestato all’ex presidente del Cga – traffico illecito di influenze – ha avuto inizio a Roma. Per cui a suo avviso il procedimento va trasferito alla competenza dei giudici della Capitale. Il gup Grillo si è riservato di decidere, prossima udienza al 21 marzo. Per la Procura di Trapani invece tutto ha inizio dalle condotte dell’altro indagato, Girolamo Fazio, che per i pm trapanesi, Belvisi e Sardoni, avrebbe fatto mercimonio del proprio incarico parlamentare, per sostenere le ragioni della Ustica Lines poi diventata Liberty Lines. L’intervento di De Lipsis sarebbe stato cercato per ottenere dai giudici amministrativi un pronunciamento favorevole alla compagnia armatrice per un contenzioso apertosi contro la Regione Siciliana. Fazio sfruttando una cerchia di conoscenze altolocate avrebbe cercato di pilotare alcuni pronunciamenti giudiziari. Fazio è anche accusato di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio (sfruttando alcune conoscenze di atti depositati alla commissione regionale antimafia quando lui era vice presidente e presidente era l’attuale presidente della Regione Musumeci) e quindi anche traffico illecito di influenze. Il troncone trapanese è tutto concentrato su Girolamo Fazio a capo, per i magistrati, di un vero e proprio “cerchio magico”. A Fazio è contestata anche la condotta tenuta a proposito dell’assegnazione alla compagnia armatrice del Morace di una parte delle banchine del porto di Trapani, esercitando, scrivono i pm pressioni sulla dirigenza dell’Irsap, l’ex consorzio dell’area industriale, che ne deteneva il controllo. Frattanto proprio a ridosso dell’udienza di oggi all’ex sindaco Fazio è stata revocata dal gip l’unica misura cautelare rimasta in piedi ossia il divieto di espatrio. Un altro troncone dell’indagine è nelle mani dei pm di Palermo che hanno fatto notificare agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini: anche lì è indagato Fazio assieme agli armatori Vittorio ed Ettore Morace, padre e figlio, nonché indagati sono dirigenti e funzionari della Regione. Troncone d’indagine per il quale contro Vittorio Morace è scattato un sequestro per equivalente per 10 milioni di euro (i contributi ottenuti dalla Regione per la Procura in maniera illecita). In questo troncone palermitano sono indagati anche l’ex governatore Rosario Crocetta, l’ex sottosegretario Simona Vicari, l’ex dirigente della Regione Salvatrice Severino.