“Mare Monstrum”, nuovo processo

Tangentopoli del mare: la Procura di Palermo chiede il rinvio a giudizio per gli armatori Morace , ex Governatore Crocetta, politici e funzionari regionali. C’è anche l’ex sindaco e deputato regionale Mimmo Fazio

Mentre ancora si attende la decisione del gip sul troncone trapanese dell’inchiesta “Mare Monstrum”, la cosiddetta tangentopoli del mare, la maxi corruzione servita, per le Procure di Palermo e Trapani, a proteggere affari e intrecci attorno alla Liberty Lines, la compagnia navale leader nei collegamenti veloci tra la Sicilia e le isole minori, a Palermo si profila l’apertura di un nuovo processo. I pm Gualtieri e De Montis hanno chiesto il rinvio a giudizio degli armatori Ettore e Vittorio Morace, dell’ex Governatore della Sicilia Rosario Crocetta, dell’ex sottosegretario Simona Vicari, dell’attuale deputata regionale Marianna Caronia e dell’ex vice presidente della commissione antimafia regionale Mimmo Fazio, della ex dirigente del dipartimento Trasporti Salvatrice Severino , dell’ex segretario particolare dell’assessore regionale Pistorio, Giuseppe Montalto, e ancora di Massimo Finocchiaro, Sergio Bagarella, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli, Giacomo Monteleone. Secondo l’accusa, che ha tratto origine da una inchiesta dei Carabinieri del comando provinciale di Trapani, gli armatori Morace avevano stretto un patto corruttivo con la dirigente dell’Assessorato ai Trasporti della Regione siciliana, Salvatrice Severino, ricompensata anche dall’assunzione della figlia presso la Liberty Lines, per essere garantita nell’assegnazione dei contributi milionari da parte della Regione e in particolare nella modulazione ad hoc dei bandi di gara nonché nel l’avere liquidati i compensi per le corse straordinarie dei suoi aliscafi, senza tanti controlli. Il guadagno garantito ai Morace, per la Procura, supera i 10 milioni di euro. A confermare poi i rapporti stretti con I Morace ci sono i diari del marito della Severino, un ex carabiniere che su diciotto diari, tra il 2000 e il 2017 ha scritto tutto , su quei rapporti illeciti tra la moglie e l’armatore Vittorio Morace. Il processo è stato chiesto anche per Crocetta e Fazio per le loro pressioni sui dirigenti regionali, Fulvio Bellomo e Dorotea Piazza: corruzione l’accusa per Crocetta, a proposito di un contributo da 10 mila euro ricevuto dai Morace e a Fazio , già indagato per corruzione a Trapani, i pm palermitani contestano il reato di minacce a pubblico ufficiale, vittima la dirigente Piazza. Minacce esplicitate in questa maniera al termine di una burrascosa riunione a Palermo nel corso della quale la Piazza notificava la sua decisione di annullare bandi di gara che sarebbero stati preconfezionati per favorire la Liberty Lines: “La pagherete cara, è questione di tempo ma la pagherete cara”, avrebbe detto Fazio alla donna. Un Rolex e un orologio Bulgari, valore rispettivo 6 mila e 7 mila euro, per la senatrice Vicari sarebbe stato il presso della corruzione per fare ottenere vantaggi fiscali alla Liberty Lines attraverso una norma votata dal Parlamento nazionale. Tra i politici coinvolti anche la deputata Marianna Caronia per aver assecondato la richiesta dei Morace di non nominare consulente della commissione parlamentare dell’Ars in materia di collegamenti marittimi il comandante Giuseppe Prestigiacomo. In cambio Morace si « impegnava ad accogliere tutte le richieste della Caronia per la buonuscita dalla Siremar» e a pagare 50 mila euro alla stessa deputata in cambio di una fattura «per prestazioni inesistenti». Bagarella, Cipolla e Miceli erano i funzionari regionali che predisposero i bandi e a tutti e tre viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti, ma anche corruzione. Il prezzo dei loro favori sarebbero stati passaggi gratis sulle nave della Liberty Lines (centinaia e centinaia di viaggi nell’arco degli anni per un valore complessivo di 18 mila euro circa) e per il solo Bagarella anche un televisore. Anche Monteleone, dirigente dell’assessorato avrebbe goduto di mille e 400 euro di biglietti gratis e in cambio non avrebbe avviato alcun controllo. Frattanto si attendono ancora sviluppi su un nuovo troncone di indagine che a dicembre scorso ha portato i finanzieri a perquisire le sedi di Trapani e Milazzo della Liberty Lines. L’ipotesi contestata sarebbe quella della mancata iscrizione a bilancio della società di navigazione di ingenti somme che sarebbero pervenute dalla vendita dei biglietti, o anche dalla smobilizzo di alcune polizze, in un largo spazio temporale.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.