“Scrigno”: l’atto di accusa nei confronti dei politici

I reati contestati dal gip e pm a Ruggirello, Inferrera, D’Aguanno, Maltese e Todaro. Per quest’ultimo respinta dal gip la richiesta di arresto fatta dai pm antimafia

Nei confronti dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello l’accusa formulata dal gip Morosini su richiesta dei pm della Procura antimafia di Palermo, Guido, Camilleri e De Leo, è quella di appartenere all’associazione mafiosa, e di scambio elettorale politico-mafioso. Per i magistrati della Procura di Palermo è provato che “ha preso parte all’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra, quale politico destinatario delle preferenze elettorali fatte confluire da esponenti di detta associazione nel corso di varie consultazioni elettorali, fornendo un concreto e specifico contributo per garantire gli interessi del sodalizio mafioso, cui metteva a disposizione – per il tramite di singoli affiliati, con i quali intratteneva rapporti continuativi ed ai quali si rivolgeva anche per questioni personali – l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato regionale dell’Assemblea Regionale Siciliana, e più in particolare:

garantiva piena disponibilità per tutelare gli interessi della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, anche relativi a futuri finanziamenti pubblici, attraverso accordi raggiunti con ACCOMANDO Michele, appartenente a detta famiglia;

– prometteva di interessarsi per far assumere a tempo indeterminato, presso l’ Azienda Ospedaliera Sant’Antonio Abate di Trapani, BURACCI Margherita, figlia di BURACCI Giovanni, appartenente alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara;

– esercitava pressioni politiche per far sì che GIAMBALVO Calogero, nipote dell’associato mafioso LA CASCIA Vincenzo, subentrasse come consigliere comunale a Castelvetrano, quale primo dei non eletti, e prometteva al medesimo GIAMBALVO opportunità di lavoro all’interno del Parco archeologico di Selinunte;

– accettava, quale referente provinciale del movimento politico “Articolo 4”, l’inserimento nella lista di detto movimento di una candidata, RAZZIANO Daria, indicata espressamente da SAMMARTANO Filippo, esponente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara;

– si rivolgeva all’associato mafioso SALERNO Carmelo di Paceco per ottenere nominativi di fiducia da inserire come candidati nella lista “Democratici per Marsala” per le elezione comunali di Marsala del giugno 2015;

– sosteneva presso gli uffici amministrativi della Regione Sicilia l’aggiudicazione di un appalto per la fornitura di mobili in favore della ditta “Gulotta Design di Vincenza Costa”, segnalata da SALERNO Carmelo;

– sollecitava l’assunzione, come guardia giurata, di Vito COSTA, persona segnalata da SALERNO Carmelo;

– prometteva un personale interessamento per la posizione lavorativa del figlio di SALERNO Carmelo;

– si rivolgeva, in distinte occasioni, ad esponenti dell’associazione mafiosa, tra cui CRIMI Salvatore (della famiglia mafiosa di Vita), VIRGA Pietro, ORLANDO Francesco, SALERNO Carmelo, CUSENZA Pietro (tutti della famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018;

– corrispondeva denaro a VIRGA Francesco e VIRGA Pietro, promettendo il versamento di un’ulteriore somma, per acquistare voti durante la campagna elettorale per le regionali siciliane del 2017.

La Procura di Palermo aveva chiesto anche l’arresto del prof. Francesco Todaro, ma il gip ha rigettato la richiesta. Todaro, braccio destro di Ruggirello, è indagato per 416 bis per aver aiutato, in più occasioni e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, RUGGIRELLO Paolo ad eludere le investigazioni dell’Autorità, curando in prima persona i rapporti diretti con esponenti, anche di vertice, dell’associazione mafiosa trapanese – quali i fratelli Francesco e Pietro VIRGA, Francesco ORLANDO, Carmelo SALERNO e CRIMI Salvatore – al fine di fungere da tramite tra costoro ed il già deputato regionale RUGGIRELLO Paolo, contribuendo a mantenere la riservatezza sui rapporti e gli accordi tra l’associazione mafiosa ed il RUGGIRELLO medesimo.

Gli altri politici. Ivana Inferrera, ex assessore comunale a Trapani, componente della Giunta del sindaco Vito Damiano, e suo marito Ninni D’Aguanno (ques’ultimo imprenditore nominato nel tempo componente del Cda del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale e da ultimo nell’organismo camerale della Camera di Commercio, oggi presidente della Confimiindustria Sicilia, il suo nome compare anche nella lista degli appartenenti alla massoneria trapanese consegnati dalla Digos della Questura di Trapani alla commissione nazionale antimafia) sono accusati di scambio elettorale politico mafioso assieme ai fratelli Virga, Pietro e Francesco, a Leonardo Russo e Michele Alcamo per avere, in concorso tra loro, INFERRERA Ivana, quale candidata alle elezioni regionali siciliane del 5.11.2017, e D’AGUANNO Antonino (marito della INFERRERA) che agiva nell’interesse del buon esito elettorale della moglie, accettato la promessa di procurare voti, mediante le modalità di cui al terzo comma dell’art. 416 bis c.p., da VIRGA Pietro e VIRGA Francesco (tutti pregiudicati per associazione per delinquere di stampo mafioso), con l’intermediazione di RUSSO Leonardo e ALCAMO Michele, in cambio della dazione di somme di denaro (almeno 2.000 euro) nonché della promessa di assunzione di manodopera da parte di D’AGUANNO Antonino.

L’ex consigliere comunale di Erice, Giovanni Maltese è accusato di 416 bis, associazione mafiosa per aver fatto parte della famiglia mafiosa di Trapani, mantenendo – da consigliere comunale in carica presso il Comune di Erice, e impiegato presso il Distretto sanitario di Trapani – stabili rapporti con i fratelli VIRGA e ORLANDO Francesco, esponenti di vertice di detta famiglia; per essere stato abilitato a conoscere i canali interni di comunicazione ed i riservati luoghi di incontro, programmando con gli stessi associati la propria campagna elettorale per le elezioni comunali del giugno 2017, da attuare sfruttando la forza di intimidazione del sodalizio mafioso e rappresentando, per gli associati, uno stabile punto di riferimento per la risoluzione di questioni di competenza dell’ufficio ricoperto.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.