Operazione Artemisia. Fava: “Troppi casi di intreccio malato affari politica. Non si può lasciare a soli magistrati compito intervenire”

“A Castelvetrano non ci sono solo le ultime confuse tracce di Matteo Messina Denaro: c’è anche il laboratorio d’un nuovo, spregiudicato sistema di potere che, all’ombra di una loggia massonica, aveva mescolato carriere, protezioni, appalti, assunzioni, promesse, licenze… Poco importa che la parola “mafia” non compaia negli atti dei magistrati di Trapani: ciò che preoccupa è il modo esibito e impunito con cui pezzi del sistema politico si erano messi al servizio di un disegno criminale disposto a comprare, violare e corrompere tutto e tutti”. Così Claudio Fava, dei Centopassi, presidente della Commissione antimafia siciliana che avanza anche un dubbio “tornare al voto a Castelvetrano – comune sciolto per mafia – in queste condizioni di incertezza democratica, con un candidato sindaco appena arrestato e una lunga ombra sugli atti e i fatti delle passate amministrazioni, forse è un rischio da evitare. Un ringraziamento doveroso a chi sta svolgendo le indagini ma troppi- conclude il presidente della commissione antimafia regionale- sono gli episodi in Sicilia dove politica e affari si intrecciano per autosostenersi. Non si può lasciare alla sola magistratura e alle forze dell’ordine il compito di intervenire”.

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