IL SINDACO DI ALCAMO NEL 1836 ACCERTA E VERBALIZZA L’UNICA E SOLA “TRAZZERA CATANESE”SUL TERRITORIO.
I “RESCRITTI” SONO LA VOLONTA’ DEL RE PER REINTEGRARE O CENSIRE LE USURPAZIONI DELLA REGIE TRAZZERE. LA DIREZIONE GENERALE RAMI E DIRITTI DIVERSI COORDINA GLI “ATTI ESECUTIVI” DEI SINDACI, DELLE INTENDENZE E DELL’AGENZIA DEL CONTENZIOSO.
La chiusura della mia raccontata “Favola delle Regie Trazzere di Sicilia” finisce, come ho iniziato,con il nostro caro Lo Presti che ci ha tracciato l’intero cammino fin dalle “Costituzioni di Melfi del 1231” di Federico II di Svevia(Vedi capitolo II-parte IV, pubblicato il 5 marzo 2016) al 1854. Infatti l’ultima fatica dell’avvocato Antonino Lo Presti si chiude con una sentenza di Cassazione,qui sotto indicata con il solo dispositivo, datata 8 luglio 1854, alla distanza di appena sei anni dalladissolta dinastia del Borbone che passa la mano al Regno d’Italia dei Savoia (1860).
La questione qui sotto riportata in originale riguardava il passaggio su terreni privati o pubblici di accesso ad un cancello.
La Corte Suprema si dichiara incompetente e rigetta il ricorso con condanna alle spese. Ecco il dispositivo della sentenza.
Risulta chiaro che una simile sentenza esce fuori dai nostri interessi riguardanti le Trazzere di Sicilia. Tuttavia, a mio giudizio, il Lo Presti la inserisce per il seguente motivo: evitare, come abbiamo visto (Vedi capitolo IX-parte I, pubblicata il 23 febbraio 2019) i giudizi giurisdizionali dei giudici ordinari per materie riguardanti strade, Trazzere e beni classificati come demanio accidentale. La Corona,in vista di una mole notevole di cause, affidando la materia delle strade e trazzere a Sindaci con l’obbligo di verbalizzare le usurpazioni e giudicare le relative controversie di merito assieme agli Intendenti, come vedremo più avanti, ha creato un apparato giudicante (governativo) rispondente alla sua volontà.
Per dare ai lettori la piena visione dell’intera opera che ci ha accompagnato in questo lungo cammino, riporto infine l’intero indice del libro.
Affrontando adesso i “Rescritti” che costituiscono gli ultimissimi provvedimenti Reali che hanno prodotto il recupero di denaro o la reintegrazione delle Trazzere usurpate, ho preso in considerazione solamente i seguenti Rescritti: Rescritto 18 gennaio 1832, Rescritto del 9 maggio 1832 e quello del 3 dicembre 1838. Prima di sbandierare i “Rescritti” in parola, mi sembra opportuno riportare in breve il loro significato,attribuito dalla dottrina giuridica. Riproduco in basso le nozioni riprese dal “Nuovissimo Digesto Italiano”.
Per quanto abbiamo letto non mi dilungo in dissertazioni giuridiche, ma sottolineo solamente che il “Rescritto è volontà del Sovrano” e può discostarsi benissimo una disposizione di legge. Come certamente è avvenuto per le Regie Trazzere. Dopo quest’argomentazione programmatica, inizio con un incisivo e retorico brano conclusivo del nostro autore Lo Presti nel descrivere l’assetto finale delle Trazzere. Ecco il brano:
Il passo è lucido e non azzardo commenti. Gli affanni per comporre le leggi sono superate e gli animi si tranquillizzano perché la tesi è pronta. Infatti, seguiranno di norma i Rescritti per attuare esecutivamente la volontà del Re. Di questa portentosa volontà in basso ne verrà data una circoscritta dimostrazione documentale riguardante il territorio di Alcamo.
Continuando la lettura, osserveremo che le Trazzere sono per legge Vie Pubbliche, cosicché pastorizia ed agricoltura sono salvaguardate per quella estensione di terreno ( qui vuole significare secondo il mio modo di sentire quanto appresso: “quella estensione di terreno” si riferisce al disposto ordine Reale di allargare le Trazzere a canne 18.2 dalle terre limitrofe) al servizio del comodo passaggio del bestiame. Queste Trazzere in epoca romana erano classificate vie vicinali perché tracciate a spese dei privati, ma col passare degli anni diventavano vie pubbliche, perché restavano sempre attraversate da un pubblico diversificato (cioè “a godimento comune”) fino a quando si cancellavano i ricordi dei vecchi costruttori proprietari (Vedi capitolo VIII-parte IV). Questa tesi Romana dell’actus riferita alle Trazzere è stata pienamente accettata e convalidata anche in questa epoca. Per questa ragione nessuno può osare di scomporre, alterare o usurpare dette (favolose) Trazzere. Segue il brano.
Riprendiamo adesso i Rescritti che abbiamo accennato sopra e già definiti come provvedimenti che gli organi di governo sono obbligati ad adottare per volontà del Sovrano. I Rescritti che esamineremo li cogliamo anche on line e nei documenti che più in basso mostrerò. Essi confermano ad litteram quelli tratti dal libro di Lo Presti.
Ecco intanto la copertina del libro dei Rescritti in parola prelevata da internet.
Dal suddetto libro ho riprodotto il Rescritto qui sotto riportato del tutto uguale a quello ricopiato nel libro di Lo Presti.
Per una facile lettura riporterò quelli estratti dal libro del nostro Lo Presti con i miei ed soliti ed eventuali commenti.
In ordine cronologico ricorre il Rescritto del 16 aprile 1828 in qualche modo ripetitivo del dispaccio del 24 marzo 1811. Osservo subito che nel suddetto Dispaccio del 1811 al punto 3 è stato sancito “che in esecuzione dei bandi degli anni 1787 e 1788 e 1789 e 1801 si reintegrino in modo esecutivo a favor del pubblico le usurpazioni commesse nelle trazzere da tali epoche in poi”. Al punto 6 accenna che l’azione esecutiva deve essere esperita alle usurpazioni più antiche. Leggeremo più avanti che per antiche usurpazioni s’intende quelle avvenute prima degli anni 90. Peraltro al punto 5 del Dispaccio in parola è stato stabilito che per le terre usurpate coltivate con alberi o fabbricati i possessori devono obbligatoriamente pagare il censo.
Osserveremo più avanti che il suddetto Rescritto è citato dall’Agenzia del Contenzioso del 18 febbraio 1837 per avvalorare le sentenze di condanna del Sindaco di Alcamo nel 1836 confermate dal Consiglio d’Intendenza e dalla Direzione Generale Rami e Diritti Diversi.
Ecco il rescritto.
Andando avanti arriviamo al Rescritto del 18 gennaio 1932. Viene prescritto ai sensi di legge e di regolamento che le reintegre delle Trazzere usurpate devono essere eseguite dai Sindaci di ciascun Comune della Sicilia dietro disposizioni degli Intendenti.
E’ la volta del Rescritto del 9 maggio 1832. Il Rescritto in parola per le pubbliche Trazzere attribuisce le competenze alla Direzione Rami e Diritti Diversi sottraendole alla Direzione Generale del pubblico Demanio. Viene stabilito quanto appresso: 1) Per le ragioni della costruzione delle nuove strade rotabili “le antiche vie pubbliche dette trazzere regie in Sicilia se abbandonate possono liberamente essere censite, vendute o permutate come già avvenne per la costruzione del primo tratto di strada Palermo-Vallelunga (Vedi capitolo VII-parte I, pubblicata il 23 giugno 2018). E’ interessante soffermarsi per nostri fini sull’allocuzione usata “vie pubbliche dette trazzere”. Dico subito che la Via pubblica riconosciuta come Trazzera è una contraddizione rispetto a tutti i precedenti dispacci emanati e da ultimo il Dispaccio 24 marzo 1811 e i Rescritti del 1828 ove si riferiscono non a Vie pubbliche, ma a Regie Trazzere larghe canne 18 e palmi 2. Pertanto costituisce piena conferma coscienziosa dello stesso Regnante e patrono di tutta la Sicilia che Trazzere Regie ove transitano gli armenti proprio in Sicilia non esistono e nel linguaggio comune le vie pubbliche vengono chiamate trazzere; 2) Le Regie Trazzere devono essere conservate nella larghezza originaria al maggior comodo della Provincia; 3) le medesime Trazzere in ogni caso fanno capo alla Direzione Generale Rami e Diritti Diversi.
Infine il qui sotto riportato Rescritto del 3 dicembre esprime la volontà del Re a reintegrare le trazzere usurpate e di obbligare gli Intendenti di compilare un inventario delle trazzere usurpate.
Concludendo, dai “Rescritti abbiamo letto più volte,per parola del “RE”, e da chiare lettere un’altra formidabile conferma:l’opera di reintegra e recupero delle usurpazione è eseguita su vie pubbliche chiamate in Sicilia Trazzere che non sono Regie trazzere larghe canne 18 e palmi 2.Infatti per puntualizzare le “Regie Trazzere”devono necessariamente essere“strade armentizie”;Tanto è vero che la voce Trazzera è stata consacrata per la prima nel Dispaccio 21 aprile 1785 (a firma del Viceré Caracciolo) e definita con tono perentorio come strada addetta al transito del bestiame (Vedi nei particolari capitolo VIII-parte IV, pubblicata il 29 gennaio 2019)
Da ultimo occorre evidenziare, ancora una volta, che attualmente queste Regie Trazzere vengono denominate dalle nostre leggi, regolamenti e decreti assessoriali, strade appartenenti al patrimonio demanio armentizio. Ecco un esempio di certificazione, in basso riportato, che rilascia l’Ufficio Trazzere di Palermo.
Per finire definitivamente la millenaria evoluzione della storia delle Regie Trazzere, occorre collegarci con l’operato svolto dai Sindaci e Intendenti per il recupero delle usurpazioni delle trazzere imposte, come abbiamo visto, da apposite leggi ad hoc promulgate dal Borbone per proprio tornaconto. Ho già osservato che il Borbone, avendo devoluto per legge gli affari demaniali al Consiglio d’Intendenza , a Sindaci investendoli della carica di giudici (non togati) e creando l’Agenzia del Contenzioso come organo di giustizia, si è creato un apparato di favore di stampo governativo. Dall’Archivio di Stato-Sezione Gancia-di Palermo (Vedi capitolo VIII-parte II, pubblicato il 54 novembre 2018) ho prelevato come prima mossa alcuni documenti riguardanti il territorio di Alcamo che comprovano, come primitivo esempio (che può essere seguito dalle altre città, per i documenti esistenti in detto Archivio di Stato dalle seguenti province: Palermo, Messina, Catania, Caltanissetta e Trapani) la grandissima e imponente opera svolta in tutto il territorio siciliano dai suddetti funzionari.
Qui di seguito propongo le seguenti missive:1) nota del 30 settembre 1836 dell’Intendenza di Trapani; 2) nota del 18 febbraio 1837 dell’Agenzia del Contenzioso; 3) nota del 23 febbraio 1837 della Direzione Generale Rami e Diritti Diversi.
La nota del 18 febbraio 1837 dell’Intendenza diretta alla Direzione Provinciale Rami e Diritti Diversi comunica che il Sindaco di Alcamo tramite una perizia dell’agrimensore D. Giacomo Coraci, accerta che forse in due diverse trazzere che attraversano i fondi Catanesesi sono verificate delle usurpazioni. Propongo subito in basso la carta catastale foglio 7tenere di Alcamo. Osserviamo che la prima trazzera con orientamento Sud-Nord-Est sbocca ad Alcamo Marina contrada Canalotti fino ad incrociare la SS. 186. Sono state usurpate in larghezza canne 15 e palmi due, corrispondenti a m.30,93 (15Xm.2,062=30,93; da aggiungere m.5,155 cioè palmi 2(2Xcm25,775:10=5,155); sommiamo le due misure per ottenere la larghezza complessiva usurpata m. 36,085 (30,93+5,155=36,085); in lunghezza sono state usurpate canne 25 corrispondenti a m.51,55 (25X2,062=51,55).Chiaramente si desume, come vedremo, che l’intera strada è stata considerata Trazzera Regia di canne 18 e palmi 2.
La seconda Trazzera (?) segnata in mappa, porta anch’essa un orientamento Sud-Nord-ovest, arriva sempre ad Alcamo Marina e si incrocia con la S.S.186 nelle vicinanze della antica Tonnara (Plaia – Borruso). Le due strade sono ben visibili nella mappa per l’intero tragitto dalla campagna di Alcamo che affianca le prime pendici della città fino a raggiungere il mare per un percorso di circa Km. 4.Presumo che la Trazzera che confina con D. Vincenzo Scaglione corrisponda a quest’ultima che inizia secondo la mappa catastale dal Vallone del Lupo che lambisce quasi al termine della strada una grande particella catastale denominata pure Catanese in territorio di Alcamo Marina. In lunghezza sono state usurpate palmi 40 corrispondenti a m.82,48; in larghezza canne 5 e palmi 2 corrispondenti a m.10,31 (5X2,062=10,31)+ m. 8,48 cioè palmi 2 (2X25,775:10=8,48). Anche questa strada (il verbale non specifica che si tratta di una o due strade) è stata considerata Trazzera Regia di canne 18.2.
Continuando la lettura apprendiamo che quelle terre usurpate sono state coltivate da oltre 30 anni e, nonostante ciò, il Sindaco ha dichiarato i proprietari usurpatori
Il Consiglio d’intendenza accetta la sentenza e il verbale del Sindaco di Alcamo rigettando il ricorso dei proprietari delle particelle denominate in catasto (attuale) “Catanese” perché la strada è stata riconosciuta come Regia Trazzera e i ricorrenti condannati a pagare un canone.
Da buon Alcamese non credo che quelle strade fossero Regie Trazzere larghe m. 37,68. Mi riservo di fare altre ricerche questa volta nell’Archivio di Trapani. Inoltre, seguendo l’epistola e leggendo la sentenza di condanna, ho avuto conferma che il giudizio non è stato imparziale, ma di parte, causata essenzialmente dalla mia incertezza che le strade in parola fossero Regie Trazzere. Anche da questo punto di vista cercherò in seguito di essere più esplicito, se trovo documenti in merito. Infine potrebbe essere una piena conferma che quelle strade sono le uniche Regie Trazzere in tutto il territorio Alcamese e cancellano le 19 Regie Trazzere demanializzate dal decreto assessoriale promosso dall’Ufficio Trazzere.
Andando avanti, l’epistola dell’Agenzia del Contenzioso (organo di consulenza della materia demanio, strade e trazzere), in risposta al quesito sulle sentenze del Sindaco di Alcamo e del Consiglio d’Intendenza, conferma pienamente i suddetti verdetti.
ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO-GANCIA. RAMI E DIRITTI DIVERSI-VOL.1830
ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO-GANCIA. RAMI E DIRITTI DIVERSI-VOL.1830
Da ultimo La Direzione Generale Rami e Diritti Diversi risponde al quesito dell’Agenzia del Contenzioso che la sentenza del Consiglio d’Intendenza e quella del Sindaco riguardante la Trazzera Catanese di Alcamo sono conformi alle disposizioni di legge impartite. Pertanto gli usurpatori hanno l’obbligo di pagare del censo.
ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO-GANCIA. RAMI E DIRITTI DIVERSI-VOL.1830
Concludendo, se non esistono altri documenti di prova riguardanti le 19 Regie Trazzere disegnate dall’Ufficio Trazzere per il territorio di Alcamo e demanializzate dalla Regione Sicilia con decreto assessoriale, si evince chiaramente che quel numero elevato di Trazzere già allora non esistevano. Vuoi che la Direzione Rami e Diritti Diversi, il Consiglio d’Intendenza di Trapani e il Sindaco di Alcamo hanno ignorato un così importante numero di Trazzere prendendo solo in considerazione quelle in argomento? Lo escludo a priori, anche perché siamo già confortati dalla perizia Vairo del 1788 (citata peraltro nella “Relazione di demanialità” riguardante la R.T. n. 452 Trapani-Palermo) e dalla lettera sotto riportata del Comune di Castellammare del 12 agosto 1787 che dichiara l’inesistenza di Regie Trazzere nell’intero territorio (Vedi capitolo V-parte VII, pubblicato il 23 dicembre 2017).
Archivio di Stato di Palermo-Maestro Segreto busta 275
“Qui non vi sono state mai regie trazzere perché vi hanno e si chiamano che vie che conducono sui collegati paesi, or se queste vie debbonsi ridurre a trazzere bisogna che diversi luoghi di stabili particolari con tutti gli alberi restassero fuori con notabili interessi de detrimento dei singoli”.
A tal proposito per provare o rinnegare queste mie considerazioni rinnovo la promessa di eseguire altre ricerche presso l’Archivio di Stato di Trapani.
In Chiusura chiunque ha la pazienza di leggere queste pesanti pagine può dedurre, con la mia approvazione, che il Borbone tramite gli organi del Contenzioso amministrativo che ha creato e visto i risultati esemplari di tali organi di Stato per il territorio di Alcamo che valgono come esempio per l’intera Sicilia, ha fatto pagare in tutti i territori siciliani le ingegnose usurpazioni per le inventate Regie Trazzere larghe canne 18 e palmi 2, ricordando che in Sicilia non esistevano neanche strade. Questo ultimi sono stati gli “atti esecutivi”a danno di innocenti usurpatori per incassare denaro (come da confessione del Re che abbiamo sopra letto) da impiegare per la costruzione delle strade.
La prossima puntata verrà pubblicata sabato 11 maggio 2019.Chiuderò la nostra storia della “Favola delle Regie Trazzere” con una breve introduzione storica dal 1700 fino al termine del dominio in Sicilia del regno del Borbone(1860), intercalato sempre da documenti, carte e mappe che ci hanno lasciato gli Stati che hanno colonizzato nel suddetto periodo la Sicilia e con riferimento al territorio di Alcamo, il cui metodo può essere valido per tutte le città Siciliane.
Antonino Messana
Bibliografia
*Rescritto – fonte – Nuovissimo Digesto Italiano Utet – diretto da Antonio Azara e Ernesto Eula, Edizione III– ristampa 1979, volume XV pagg.587-588.
*Lo Presti Antonino-Monografia di DIRITTO PUBBLICO sulle TRAZZERE DI SICILIA per l’avvocato Antonino Lo Presti, STAMPERIA DI G. B.LORSNAIDER-Palermo 1864.
*Note degli organi del Contenzioso-Archivio di Stato (Gancia) di Palermo-Rami e Diritti vari Volume 1830
*Risposta di Castellammare de 1787-Archivio di Stato (Catena) di Palermo-Maestro Segreto busta 275.