“Artemisia”, scontro sulla competenza

Il Tribunale del Riesame avrebbe chiesto alla Procura di Trapani di valutare la competenza territoriale, la trasmissione degli atti a Palermo non è scontata come sembrava

Si profila uno scontro, giudiziario, tra la Procura di Trapani e il Tribunale del Riesame di Palermo, a proposito dell’indagine sulla massoneria segreta che lo scorso 21 marzo ha portato i Carabinieri ad eseguire 27 arresti. Un effetto domino potrebbe potare alle scarcerazioni degli indagati. L’indagine riguarda una loggia segreta che per investigatori dei Carabinieri e Procura, è il clone della P2 di Gelli e della trapanese Iside 2, scoperte negli anni ’80, e che sarebbe servita a gestire affari e fortune politiche dell’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto e del suo “cerchio magico” cui sarebbero appartenuti, tra gli altri, anche l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e addirittura un poliziotto, Salvatore Passanante, che all’interno del commissariato di Castelvetrano si occupava anche della “caccia” al latitante Matteo Messina Denaro. Adesso il Tribunale del Riesame di Palermo (presidente giudice Pappalardo) nel revocare gli arresti domiciliari ad uno dei più eccellenti indagati, l’ex presidente del Parlamento regionale, l’on. Francesco Cascio, sotto inchiesta per favoreggiamento (avrebbe svelato a Lo Sciuto l’esistenza di una indagine nei suoi confronti), ha sollevato una questione di competenza territoriale, ritenendo competenti pm e gip di Palermo e non i magistrati e il giudice di Trapani. Il giudice del Riesame rimettendo in libertà l’on. Cascio però non ha ordinato, come sembrava essere, al gip di Trapani, Cersosimo, di trasmettere il fascicolo intanto dell’ex presidente dell’Ars al suo omologo di Palermo. Il riesame infatti avrebbe lasciato alla valutazione dei pm di Trapani le determinazioni in merito alla sollevata incompetenza territoriale. Insomma la matassa giudiziaria certamente si fa più intrigata. Stessa cosa è oggi accaduta per altri due indagati, i medici Antonio Di Giorgi e Rosario Orlando, quest’ultimo secondo le indagini dei Carabinieri di Trapani sarebbe stato il referente dell’on. Lo Sciuto per la gestione pilotata delle pratiche per le invalidità all’interno dell’Inps di Trapani. Proprio da questi fatti scattò l’inchiesta trapanese che ha infine tolto il coperchio ad una pentola con dentro malefatte di ogni genere, svelando anche l’esistenza a Castelvetrano di una associazione segreta di natura massonica, pure in grado di conoscere segreti istruttori su indagini trapanesi e palermitane, e in particolare su una inchiesta, fermatasi alla fase preliminare, su connessioni tra mafia e massoneria. Le intercettazioni hanno tradito infatti queste conoscenze da parte degli indagati. Tanto da far ipotizzare al gip Cersosimo dell’esistenza di magistrati che potrebbero fare parte della massoneria, circostanza che lo stesso giudice ha comunque ammesso di essere rimasta priva di riscontri. Ma l’alone di sospetto è rimasto. Tornando all’esito del Riesame, i i giudici hanno sostenuto l’incompetenza territoriale di Trapani perché reato più grave sarebbe un episodio di presunto peculato contestato a Lo Sciuto, commesso a Palermo. Cosa questa che leggendo la misura non si evince completamente. Per adesso la decisione riguarda Cascio e altri due indagati, ma la stessa decisione potrebbe essere presa per tutti gli altri indagati. Ma non è accaduto il libera tutti come qualcuno ha azzardato dire in queste ore. Le udienze, che riguardano tutti gli indagati, continueranno ancora per tutta la prossima settimana. L’unico commento arrivato dalla procura di Trapani è quello del procuratore aggiunto Maurizio Agnello, “abbiamo preso atto del dispositivo – dice il pm Agnello che coordina le indagini con i pm Urbani, Morri e Tarondo – e attendiamo di conoscere le motivazioni (deposito previsto entro i prossimi 45 giorni, forse troppi rispetto alla natura delle indagini ndr) ma siamo già intenzionati a ricorrere in Cassazione, emerge comunque il fatto che il Riesame non è entrato nel merito dei fatti”. La Procura di Trapani quindi sembra intenzionata a mantenere a se l’indagine sulla massoneria segreta di Castelvetrano. Intanto per martedì prossimo a Trapani è atteso il presidente della commissione nazionale antimafia on. Nicola Morra. Sarà in prefettura e poi dovrebbe spostarsi proprio a Castelvetrano.

fonte lastampa.it

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.