Settore rifiuti tra casi giudiziari e nuove direttive

Questione ambiente e impianti per i rifiuti ormai protagonisti da un bel po’ delle cronache siciliane, infatti da tempo di parla di Piano Rifiuti, impiantistica pubblica o privata, inquinamento e infine una vicenda che ha coinvolto anche regione e vertici politici nazionali, emblema ne è il “caso Siri“, che vede coinvolto il sottosegretario della Lega accusato di corruzione, cioé di aver accettato denaro per inserire una norma sulle energie rinnovabili nella manovra. Il tramite sarebbe stato l’ex deputato di Fi e responsabile della Lega per l’ambiente Paolo Arata, a sua volta accusato di avere rapporti con l’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Fa parte della questione anche un impianto che insiste nel nostro territorio e già al centro di polemiche, cioé l’impianto cosiddetto di Gallitello, che ha trovato l’opposizione sia di alcuni politici che di associazioni ambientaliste.

Una questione che ha scatenato reazioni a catena e molto probabilmente a questo si deve l’intenzione di Musumeci di sostituire con urgenza la Commissione che a Palermo si occupa della valutazione d’impatto ambientale. Musumeci ha chiesto all’assessore per l’Ambiente Toto Cordaro di avviare subito le procedure per il rinnovo dell’importante e strategico organismo. Indicative le sue dichiarazioni, tra queste una: «Serve respirare aria nuova e non mi riferisco solo ai tempi di attesa per le pratiche Quella Commissione ha bisogno di tecnici che considerino il loro compito un umile servizio e non un potere». Inoltre il presidente Musumeci ha chiesto all’assessore Cordaro, di proporre la rotazione di qualche dirigente e funzionario interno che si occupa di pratiche autorizzative.

A questo si collega anche altra iniziativa che riguarda sempre il territorio trapanese, infatti una delibera del Governo Regionale ha decretato finanziabile l’impianto pubblico di compostaggio aerobico dei rifiuti organici di c/da Lagani a Calatafimi-Segesta, ubicato in un terreno confiscato alla mafia. Ad esprime in particolare soddisfazione per questo i comitati NO Inceneritore- Gassificatore Di Calatafimi-Segesta  e Tutela Ambiente e Territorio di Alcamo, che avevano consegnato all’assessore Pierobon 9000 firme circa per spingere la regione a puntare su l’impianto pubblico in alternativa ai due privati.

È di pochi giorni fa la precisazione dell’assessore regionale al ramo, Pierobon, che in sintesi conferma chela priorità del piano sono gli impianti pubblici, come aveva ribadito Angelini, esperto chiamato dalla regione a contribuire alla redazione del Piano rifiuti, in più Pierobon sottolinea anche un altro aspetto cioé quello legato alle misure anti-speculatori”, quest’ultimo aspetto ritornato in auge visto i recenti fatti di cronaca legati al caso Siri.

Altra novità la decisione di realizzare 5 nuovi impianti, e per questo ha espresso soddisfazione anche la Deputata regionale 5 Stelle Valentina Palmeri, che in una nota stampa ha affermato: “Se si vuole uscire dall’emergenza rifiuti e mettere all’angolo affaristi e mafiosi, bisogna costruire gli impianti pubblici. Lo abbiamo sempre detto con chiarezza e le nostre battaglie hanno fatto breccia: finalmente il governo Musumeci ha deciso, durante la Giunta di ieri, di realizzare cinque nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti

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Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.