Europee, quando i numeri ci raccontano la “cruda realtà”

In politica anche i numeri hanno un senso, ma possono essere vittime dalla comunicazione di parte

Elezioni Europee 2019, elezioni dei “numeri distorti”, perché si fanno confronti con altre elezioni avvenute in tempi diversi e con caratteristiche diverse, questo non significa che non ci sono perdenti e vincitori, ma la cosa migliore sarebbe andare in quelle “stanze nascoste” dove sta il “gioco politico” che non si deve sapere, per questo i numeri se ben interpretati, al netto della linea politica dei leder politici, possono dare indicazioni interessanti.

Cosa ci dicono queste elezioni?

C’è una tendenza a disinnamorasi della “rivoluzione” grillina, a causa di limiti “politici” del Movimento, perché sennò si chiamerebbe partito. Fino a qua tutto normale, ma l’analisi risulterebbe limitata, infatti dopo il numero concreto, c’è la reazione a questo, che sembra portare alla strutturazione diversa del Movimento 5 Stelle, che tradotto significa “partito”, magari lo si dipingerà come altro, perché c’è la mania a camuffare le cose, basti pensare che accordo politico è diventato contratto di governo.

C’è un vincitore, la Lega, ma anche in questo dovrebbe essere applicata la regola del non precedente elettorale, perché l’evoluzione o involuzione è repentina, un giorno ti premia, un altro ti stronca. Dal punto di vista politico conferma ciò la moderazione con cui ha reagito il leader leghista, Salvini, cioé “il tempo di una grappa e subito a lavorare”. Salvini non è uno sprovveduto e ha un entourage preparato, quindi molto probabilmente ha capito che la strada è ancora lunga e che si può usare questo risultato come trampolino di lancio, non come dato della definitivo approdo alla meta, sarebbe stato troppo da principianti della politica. Sicuramente il risultato sarà messo sul banco della contrattazione nel centrodestra per richiedere la leadreship e magari mandare in soffitta eccessi di sovranismo. Cosa farà Salvini con il Governo? Farà cadere il governo o no? Dipenderà dalla convenienza e dalla possibilità di scavare ancora nel fianco degli alleati per sovrastarli. Una cosa sembra certa, avrà più potere. Infine non si può negare che questo voto rappresenta una tendenza positiva, che però se non ben “trattata” potrebbe durare ben poco.

Poi c’è chi è andato benino, cioé il Partito Democratico, in questo caso i numeri sarebbero negativi se si pensa alle scorse elezioni europee del 2014, ma come dicevamo tante le differenze, quindi atteniamoci anche in questo caso alla tendenza che viene fuori. Si può dire che il Partito Democratico post Renzi convince di più. Una cammino che però sembra lungo, sia perché ancora oggi molti non hanno visto un leader sicuro e grintoso con una linea politica identificabile facilmente, sia perché la linea dettata cozza con quella dei deputati che sono espressione di un PD che è stato rottamato. La tendenza sembra portare ad un futuro migliore, ma per ora questo sembra viaggiare su strade impervie.

Tra i grandi delusi, anche se non lo ammetterà mai, c’è Forza Italia, infatti si dichiara l’ago della bilancia e necessaria per un centrodestra vincente. I numeri non dicono proprio questo, però questi “nascondono” un progetto, cioé quello di creare un centro moderato che metta insieme Forza Italia, UDC e altre forze che si riconoscono in quello che era la Democrazia Cristiana, anche se molti non reputano questa strada possibile, al massimo parlano di nascita di un grosso polo centrista, che possa unirsi, a seconda delle occasioni, con la destra o con la sinistra. Progetto che vedrebbe anche protagonista una parte del PD, ma che trova l’opposizione di coloro che non hanno visto di buon occhio questa “via”, si pensi al caso siciliano.

Infine ci sono i famosi “altri” e tra questi ci sono coloro che prima rappresentavano una forza decisiva nel panorama politico italiano, cioé la Sinistra “più” a Sinistra, ma da queste elezioni esce fuori con le ossa più che rotte, quindi alcuni vedrebbero di buon occhio accordi con altre parti che si ritrovano nei presupposti che portarono alla nascita dell’Ulivo, più che del PD, invece altri vorrebbero ripartire da zero e creare una Sinistra in stile Spagna.

Per concludere si potrebbe dire: “Un Sistema pronto a cambiamenti repentini, che porterebbe al crollo di ogni interpretazione, però con una certezza, cioé il cambiamento, che si vada in un senso o nell’altro o nell’altro ancora”.

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Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.