Una mostra fotografica che colpisce Il cuore e la mente. Immagini per un’azione concreta.
Il ruolo sociale delle arti è ben rappresentato dalla mostra fotografica “Vita Malagasy” di Fulvio Eterno, foto realizzate in Madagascar.
Una mostra che sembra non voler rappresentare, come solitamente succede, la povertà e la tragicità delle popolazioni che vivono in condizioni pessime, o meglio non solo questi aspetti, ma anche la vita quotidiana, quindi aspetti sia belli che brutti, però sono impreziositi da quella realtà espressa plasticamente dai sorrisi della gente e da strade che per noi sono “trazzere” e forse peggio, ma che esprimono vita vera, semplice e mettono in evidenza la forza di un popolo che vuole reagire anche con l’aiuto dei missionari e laici, protagonisti di gesti di umanità, ma anche di iniziative culturali e sanitarie. Un mondo che non può essere espresso in poche parole, perché è grande “opera” e sacrificio di tanti, anche per esempio di un ex amministratore locale, che non ha voluto mettersi in mostra, magari realizzando un’intervista, questo è un bel segnale, perché colui che ha rappresentato ciò che di più è “visibilità”, cioé il “potere”, oggi, e forse anche prima senza clamori, ha preferito agire e non apparire.
La mostra inoltre invita ad un gesto concreto, cioé una donazione per aiutare quelle popolazioni per costruire gli strumenti atti a far frequentare loro la scuola, ad aver la luce continua negli ospedali e tante altre cose utili per creare un futuro, magari nella propria terra, senza essere costretti ad abbandonarla o non conoscere che c’è un’altra vita.
Ora vogliamo lasciare spazio alle riflessioni di chi con le sue foto ha vissuto tutto quello che per molti è qualcosa di lontano:
“Vita Malagasy”, in lingua Malgascia significa “fatto in Madagascar”. Questa frase era ricorrente in ogni villaggio o città che visitavamo, rimanendo impressa nella mia mente, ho deciso di sceglierla come titolo del mio progetto.
Ho sentito come un dovere raccontare il Madagascar, il dovere di informare, di condividere il lavoro di tantissime anime, che hanno dedicato la propria vita a questa popolazione, tramite il mezzo, a mio avviso, più diretto ed esplicito del nostro tempo: la fotografia.
Il significato più profondo di questo viaggio e della “mia missione” si è fatto chiaro sin da subito attraverso la mia macchina fotografica: raccontare per far conoscere.
Qui la fotografia, acquista il suo significato più bello, più utile e più nobile.
Nei 24 giorni di viaggio, abbiamo attraversato in lungo e in largo il Madagascar, dai più piccoli villaggi alle grandi città. Abbiamo visto, sentito, toccato i bisogni della gente del luogo, aiutando tante realtà, create e migliorate dal lavoro inarrestabile dei missionari cattolici che in questi ultimi 50 anni si sono spesi per questa meravigliosa isola.
Un esempio significativo è il progetto di missione umanitaria di Don Mario Bonura, che da oltre 20 anni coinvolge ogni anno centinaia se non migliaia di persone.
Vita malagasy è l’orgoglio di un popolo che ha bisogno della propria indipendenza sociale ed economica, vita malagasy è dare maggiore visibilità ad una popolazione che con poco vive e di quel poco riesce a farne tesoro ogni giorno, vita malagasy è la storia di un popolo che ha più bisogno di “mezzi” per “fare” scuole, strade e ospedali che di finanziamenti destinati all’arricchimento personale.
Vita malagasy è Madagascar con la sua natura selvaggia e incontaminata, dove ogni donna, uomo, bambino, sopravvive e resiste ogni giorno con un sorriso, in presenza di uno Stato debole e quasi assente rispetto ai bisogni della propria gente.
Le mie immagini vogliono raccontare in maniera più oggettiva possibile la storia di un popolo e ed essere un nuovo punto di partenza per il meraviglioso lavoro dei missionari che restano la più grande risorsa e speranza per lo sviluppo umano, culturale, sociale ed economico di questa splendida nazione.
Fulvio Eterno