L’imprenditore assolto dall’accusa di 416 bis
Cade l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e la pena inflitta a Rosario Firenze scende da undici a tre anni di reclusione. La Corte di appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, ha riformato la sentenza di primo grado nei confronti dell’imprenditore, difeso dagli avvocati Roberto Mangano e Vito Signorello. Hanno retto al vaglio del collegio le accuse di turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni, ma senza l’aggravante di mafia. Confermate le condanne per turbativa d’asta agli imprenditori Giacomo Calcara (8 mesi), Filippo Tolomeo (8 mesi), Benedetto Cusumano (10 mesi), Fedele D’Alberti (10 mesi), Salvatore Sciacca (10 mesi). Firenze, originario di Castelvetrano, secondo l’accusa, si sarebbe aggiudicato diversi appalti pubblici grazie all’intercessione di Cosa nostra. Il collaboratore di giustizia e cugino di Matteo Messina Denaro, Lorenzo Cimarosa, poi deceduto, lo aveva indicato come vicino alla “famiglia” del latitante mafioso.
*fonte livesicilia.it