Non conosce sosta l’azione di contrasto messa in campo dai poliziotti della Questura di Trapani i quali, nei giorni scorsi, hanno sottoposto ad accertamenti di natura amministrativa alcuni stabilimenti balneari del lungomare di Trapani ed Erice Casa Santa.
Ai controlli, finalizzati alla verifica del rispetto delle norme in materia di autorizzazioni e di regolare assunzione dei lavoratori, hanno preso parte anche dipendenti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Trapani. Durante le ispezioni sono state identificate circa una trentina di persone tra titolari ed avventori. Sono state elevate delle sanzioni amministrative per mancata esposizione di autorizzazioni e sono tuttora in corso gli accertamenti specifici esperiti, in questi casi, proprio dall’Ispettorato che starebbe vagliando la posizione di alcuni dipendenti dei lidi.
Altro importantissimo risultato – che ha restituito alla cittadinanza un luogo di svago divenuto, nel tempo, una discarica a cielo aperto – quello conseguito nella giornata del 17 luglio scorso allorché la Questura di Trapani, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo integrato del territorio, in collaborazione con la Polizia Municipale di Trapani, ha presidiato, con la massiccia presenza di pattuglie, la villetta di Viale Umbria (all’interno della quale insiste altresì un campetto da calcio), durante l’attività di bonifica e rimozione di rifiuti ingombranti, organizzata dall’Amministrazione Comunale.
Già in precedenti occasioni il Comune di Trapani aveva tentato di ripulire l’area senza tuttavia riuscirvi a causa di alcuni atteggiamenti intimidatori posti in essere da giovani della zona. Che la villetta di Viale Umbria fosse divenuta, nel tempo, piazza di spaccio della locale malavita nonché luogo di ritrovo di tossicodipendenti, è risultato evidente dal rinvenimento, ad esito della bonifica, di un ingente quantità di siringhe utilizzate (alcune delle quali sporche di sangue). La virtuosa attività congiunta ha consentito di recuperare una zona franca dalla quale tutti, soprattutto chi intendeva riqualificarla, “doveva stare alla larga”.
Nell’ambito del contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti, inoltre, si sono svolti, su tutto il territorio provinciale, controlli da parte della locale Squadra Mobile e dei Commissariati di P.S. della provincia, presso i “cannabis shop”, ad esito della nota sentenza della Suprema Corte che configura come reato la vendita di cannabis light e derivati.
Un attento monitoraggio quello svolto dagli agenti che hanno verificato che non siano messe in vendita le “infiorescenze”, in “quantità significative da un punto di vista psicotropo e stupefacente”, con il precipuo scopo, rimarcato anche dalla pronuncia della Corte di cassazione, di tutelare la salute e l’ordine pubblico. Ad esito delle verifiche non sono state riscontrate irregolarità.