CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Si terrà domenica 15 settembre presso la sala conferenze del Castello Arabo Normanno di Castellammare del Golfo la conferenza dal titolo “Gli affreschi della grotta Santa Margherita. Stato e prospettive di conservazione, restauro e fruizione”. Coordina: Eugenio Caponetti (Docente Università di Palermo e LaborArtis C.R. Diagnostica). Ore 18.00 Saluti Istituzionali: Nicola Rizzo (Sindaco di Castellammare del Golfo), Riccardo Guazzelli (Soprintendente BB.CC.AA. Trapani), Girolama Fontana (Dir. Resp. U.O.3 Soprintendenza BB.CC.AA. Trapani), Patrizia Valeria Li Vigni (Soprintendente del Mare) Rossella Giglio (Direttore del Parco Archeologico di Segesta), Alfonso Lo Cascio (Presidente Regionale BCsicilia). Ore 18.20, Introduzione storica Ignazio Sottile (Presidente Sede locale BCsicilia), 18.30 Indagini su malte e pigmenti e stato di conservazione Maria Luisa Saladino (Docente Università di Palermo) ore 19.00: Nuove metodologie per il controllo del biodeterioramento Rosa Alduina (Docente Università di Palermo) ore 19.15 Spunti per un progetto di conservazione Giuseppe Traina (Restauratore – Accademia di Belle Arti di Palermo) ore 19.30 Discussione: Salvaguardia, Valorizzazione e Fruizione. Segue degustazione Vini e prodotti tipici.
La grotta di Santa Margherita: Ad alcuni chilometri di distanza da Castellammare, in una parete rocciosa a strapiombo sul mare, si apre una grotta ad un’altezza di circa 15 metri, sufficiente ad assicurare la preservazione dell’antro dall’invasione delle acque marine. L’ambiente, di difficile accesso dal lato di terra, risulta anche dal lato del mare non facilmente raggiungibile ed appare preceduto da un piccolo ballatoio realizzato con filari di conci in pietra e terra battuta, dal quale si gode l’ampia vista del golfo. L’accesso dell’antro appare parzialmente chiuso da un muro in pietra e muratura, nel quale è stato predisposto lo stipite di una porta in regolari conci squadrati di tufo, probabilmente una chiusura della grotta mai completata; nella parete della grotta opposta al battente non è dato infatti rilevare altra traccia di muro o di mura-. L’ambiente interno, asciutto, levigato e profondo circa 17 metri. Sulla sommità e presente una volta in malta di calce pietrame e tufo.
Una serie di affreschi realizzati sulle pareti laterali della grotta esposte alla luce rappresenta, su di un fondo bianco riquadrato in rosso ed incorniciato all’interno in giallo, diverse figure: dal lato destro dell’ingresso una Madonna con Bambino, affiancata da un Santo e da un altro pannello a destra, contenente un personaggio non identificato, che indossa all’apparenza un manto setoso decorato e svolazzante; in fondo un grande pesce ed una Santa circondata da Angeli; sul lato opposto, a sinistra dell’ingresso, una Crocifissione con al centro il cristo in croce e lateralmente due santi dolenti (forse la Madonna e l’apostolo San Giovanni) Risultano ben visibili le mani crocifisse e il viso di San Giovanni dolente delle quali restano ormai solo labili tracce.
Gli affreschi della grotta, che la tradizione locale indica di S. Margherita, appaiono databili piuttosto al XII-XIV secolo e sembrano far parte di un ciclo pittorico di unitario concepimento che prevedeva la realizzazione di una Madonna col Bambino del tipo affettuosa affiancata da un Santo, barbato e con libro, e da un personaggio non identificato.
“Vista l’importanza e la storicità degli affreschi nella Grotta, l’Associazione Beni Culturali Sicilia – afferma il Presidente locale Ignazio Sottile – è convinta che si debbano, a breve termine, trovare le forze e i fondi per chiudere con una grata la Grotta per salvaguardare i dipinti da ulteriori vandalismi e attuare un piano di conservazione degli stessi, ripristino e messa in sicurezza di circa cinquecento metri di sentiero che dal Vallone delle Ferle porta all’ingresso della Grotta per renderlo fruibile ai più. In una seconda fase si dovrebbe procedere a installare un piccolo pontile movibile per l’attracco di piccole barche per le persone che abbiano l’interesse di visitare i dipinti, e mettere a punto un progetto di restauro con l’obbiettivo di preservare questo bene storico alle future generazioni”.