Mazara: la Dia arresta Agate jr, la moglie e il commercialista Lipani
Ammaliante e fin troppo convincente, Epifanio Agate si è mostrato, agli occhi degli investigatori antimafia, tale al padre, il defunto boss di Mazara “don” Mariano Agate, per decenni capo del mandamento mafioso di Mazara e quasi alter ego del corleonese Totò Riina. All’alba Agate jr è stato arrestato assieme alla moglie, Rachele Francaviglia, per la Direzione Investigativa antimafia di Trapani avrebbero realizzato un cerchio sporco di complicità con l’amministratore giudiziario delle loro aziende ittiche che era state sequestrate nell’ambito della normativa antimafia. Ad essere arrestato anche l’amministratore, il noto commercialista palermitano Maurizio Lipani. Agate jr, finito in carcere, e sua moglie Rachele, per la quale sono scattati i domiciliari, sono accusati dalla Procura antimafia di Palermo di violazione dell’art. 76 del codice antimafia (D. L.vo 159/2011) con l’aggravante mafiosa, nella sostanza nonostante il sequestro, a fronte dell’inerzia del Lipani, avrebbero continuato ad occuparsi della gestione delle stesse, contattando clienti e fornitori e soprattutto riscuotendo i crediti, guadagni sottratti all’amministrazione giudiziaria. Accuse di peculato e autoriciclaggio per il commercialista Lipani, finito ai domiciliari, la Procura di Palermo ha anche disposto contro di lui un sequestro per equivalente di 355 mila euro, la cifra illecitamente introitata per i pm della Dda palermitana. Somma distratta, in più soluzioni e senza autorizzazione del competente Tribunale. Denari che Lipani avrebbe reinvestito in attività economiche, ma anche per il soddisfacimento delle esigenze del vivere quotidiano. Adesso nel mirino delle indagini sono finite tutte le aziende nel tempo affidate all’amministrazione giudiziaria del Lipani, il sospetto è che non solo il commercialista abbia potuto chiudere “accordi” con altri soggetti destinatari di misure di prevenzione, ma che anche dopo la confisca, come sarebbe accaduto per le aziende degli Agate, il Lipani avrebbe distratto ingenti somme.