Anche a Trapani, così come in cento città italiane, i sindacati delle costruzioni della Cgil, della Cisl e della Uil sono scesi in piazza per rivendicare, con la mobilitazione nazionale “Noi non ci fermiamo”, il rilancio del settore dell’edilizia con la riapertura dei cantieri.
“In provincia di Trapani – hanno detto i segretari della Fillea Cgil Enzo Palmeri, della Filca Cisl Sicilia Paolo D’Anca e della Feneal Uil Giuseppe Tumbarello – i numeri della crisi nell’edilizia sono drammatici. Nel 2010 i lavoratori erano 12 mila, oggi si contano 3800 addetti e molte aziende hanno chiuso i battenti. Per questo è indispensabile riattivare il settore e il suo indotto riaprendo i cantieri”.
In particolare tra le opere pubbliche per cui la Fillea Cgil, la Filca Cisl e la Feneal Uil chiedono lo sblocco dei finanziamenti e dei lavori ci sono il secondo lotto del collegamento delle statali 113-119 variante Alcamo, il tratto Trapani – Mazara del Vallo compreso tra lo svincolo “Birgi”sulla A 29, il collegamento alla statale 115 al chilometro 48 in corrispondenza dell’abitato di Mazara del Vallo e la realizzazione dei depuratori di Castellammare del Golfo e di Scopello. “
“Si tratta – dicono Palmeri, D’Anca e Tumbarello – di importanti opere che sono bloccate per lentezza burocratica. Le stazioni appaltanti devono accelerare gli iter degli appalti per consentire l’avvio dei lavori di importanti opere che, se sbloccate, garantiranno il lavoro a un migliaio di edili”.
Disponibilità ad accogliere le proposte dei sindacalisti è stata espressa dal vicario del prefetto Baldassare Ingoglia che si è impegnato, su richiesta delle tre sigle sindacali, a convocare un incontro con l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone per creare una regia provinciale sulle questioni che attraversano il comparto delle costruzioni.
Al vicario del prefetto i segretari della Fillea Cgil, della Filca Cisl e della Feneal Uil hanno, inoltre, chiesto di rafforzare i controlli nei cantieri per reprimere il lavoro nero e insicuro.
Su larga scala, per Palmeri, D’Anca e Tumbarello occorre, invece, “una politica industriale in favore del settore delle costruzioni anche attraverso il rilancio della rete infrastrutturale e con una serie di misure che incentivino gli investimenti e che riconoscano ai lavoratori diritti e tutele”.