“Scrigno”, si va verso il processo

La Procura antimafia di Palermo chiede il rinvio a giudizio per 29 persone, tra loro mafiosi conclamati, i fratelli Virga, Orlando, Buzzitta e politici eccellenti Ruggirello, Mannina, Manuguerra, Infererra e l’imprenditore D’Aguanno

Dopo anni di silenzio processuale sulla mafia trapanese, a parte i procedimenti pure importanti che hanno portato a sequestro e confische di beni, una indagine dei Carabinieri del marzo scorso permetterà di vedere alla sbarra soggetti vecchi e nuovi dell’organigramma mafioso di Trapani. Certo, bisognerà attendere il vaglio del giudice delle udienze preliminari di Palermo, giudice Filippo Serio, che dal prossimo 20 dicembre terrà udienze per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Claudio Camilleri. Gli indagati in gran parte furono arrestati in quel blitz di marzo, ma lo sviluppo delle indagini ha portato nuovi indagati. Questi i soggetti per i quali i pm della Dda di Palermo hanno chiesto il processo: i fratelli Francesco e Pietro Virga, l’uomo d’onore riservato della mafia trapanese Francesco Orlando, l’ex parlamentare Paolo RuggirelloMichele Alcamo, Antonino Buzzitta, Maria Stella Cardella; Pietro Cusenza, Antonino “Ninni” D’Aguanno, Vito D’Angelo, Tommasa Di Genova; Vincenzo Ferrara, Giuseppa Grignani, Vito Gucciardo, Jacob Stelica, Ivana Inferrera, Mario Letizia, Michele Martines, Francesco Paolo Peralta, Giuseppe Piccione, Marcello Pollari, Francesco e Leonardo Russo, Carmelo Salerno, Flippo Tosto. Ma la richiesta di rinvio a giudizio colpisce anche altri soggetti che erano rimasti fuori dal blitz, l’architetto Vito Mannina, ex consigliere comunale e provinciale a Trapani, una volta tra gli esponenti più autorevoli di Forza Italia, e ancora gli esponenti politici ericini Luigi e Alessandro Manuguerra, padre e figlio, il giovane Manuguerra oggi consigliere comunale a Erice, e infine il prof. Francesco Todaro, ex sindaco di Calatafimi, docente all’Alberghiero e braccio destro dell’on. Ruggirello. L’indagine nella sua parte conclusiva non è di scarsa importanza, come un certo tam tam ha cercato di far credere. Ruota attorno al rapporto tra mafiosi e politici, l’inchiesta descrive dinamiche elettorali, documenta di promesse e denaro assicurato ai mafiosi, indica determinati personaggi, come per esempio Vito Mannina o i Manuguerra, che non avrebbero parlato con i mafiosi non sapendo chi avevano al loro cospetto. A parte i risultati elettorali dei politici sostenuti, certamente l’indagine consegna l’immagine di una mafia che comunque a Trapani continua ad avere controllo del territorio e all’occorrenza è referente di certi salotti cittadini. Una mafia quella trapanese che sa espandersi, che “fonda” una cosca sull’isola di Favignana o che è capace ad interessarsi a ciò che accade anche lontano, come a Castelvetrano o a Mazara.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.