L’orchestra multiculturale che suona con il cuore: “Ci basta un giro di Do, perché la diversità è ricchezza”

La libera orchestra popolare diventa “grande” e sorprende: un concerto “senza barriere” per dire no al razzismo e trasmettere un messaggio di pace. GUARDA LE FOTO E IL VIDEO

MARSALA. Non ha tradito le aspettative la Libera Orchestra Popolare di Sappusi. Ieri sera ha fatto il pienone al Teatro Comunale “E. Sollima” di Marsala con un concerto multiculturale. Da “Imagine” a “Io vagabondo”,  da “I 100 passi  a “We will rock you” dei Queen, da “Another brick in the wall” dei Pink Floyd fino ai classici canti di natale. L’orchestra ha collezionato soltanto applausi per una serata non solo di musica, ma soprattutto di riflessione. Davanti a circa 300 persone (e qualche centinaio rimasti fuori per mancanza di posti), hanno portato in scena i loro valori e le loro emozioni dopo mesi e mesi di prove, consapevoli di non essere dei veri musicisti. Il concerto di ieri, denominato “il nostro canto libero”, è stato organizzato dalle Associazioni Libera, Amici de Terzo Mondo, Archè, con il Patrocinio del Comune di Marsala.

Dalla progetto “per gioco” al primo vero concerto

Dalla sua fondazione, nell’aprile del 2018, l’orchestra ne ha fatta di strada. Partiti quasi per gioco, come attività ludica per i giovani del quartiere, in poco tempo sono riusciti a creare una vera e propria orchestra composta da giovani e meno giovani, ex detenuti, minori stranieri non accompagnati, migranti, ragazzi del quartiere Sappusi, dell’area penale e ragazzi con disabilità psichica e fisica, ma anche professionisti e volontari locali.

Tanti concerti all’attivo, ma mai in un Teatro con un pubblico così numeroso: “Quello di ieri è stato il nostro primo vero concerto. – ha raccontato ad Alqamah.it Salvatore Inguì, assistente sociale, fondatore e frontman della LOP –  Abbiamo voluto lanciare un messaggio di pace e amore contro il clima d’odio diffuso nel nostro Paese e contro ogni forma di conflitto. Si tratta di un momento storico delicato, occorre tutelare il nostro mondo dalle minacce climatiche e della guerre. Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte con azioni quotidiane, perché possiamo fare tanto con poco. Se è vero che un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, noi siamo una foresta che cresce.” E con la serata di eri hanno dimostrato di essere cresciuti molto, soprattutto musicalmente. Sono diventati un bel gruppo affiatato, una vera orchestra popolare multietnica in grado di emozionare e far divertire.

Furti e Decreto Sicurezza non hanno fermato la loro musica

Le prove nel centro culturale di Sappusi

Nonostante il Decreto Sicurezza che ha costretto per paura molti ragazzi africani a fuggire via dalla Sicilia e dall’Italia, l’orchestra non si è arresa. In soli due mesi dall’approvazione del Decreto Salvini la LOP infatti è stata praticamente dimezzata: “metà dei componenti sono andati via per paura di essere rimpatriati, altri perché messi alla porta dai centri di accoglienza. A loro ci eravamo affezionati.” Infatti dei 35 componenti iniziali oggi la componente africana è ridotto a 7 membri. Ieri sera hanno cantato e suonato ragazzi che provengono da diversi Paesi: Tunisia, Gambia, Mali, Guinea, Senegal e Niger. “La nostra è un’orchestra aperta, c’è chi viene e chi va. Però ci è dispiaciuto molto perdere questi preziosi componenti, dopo anni di lavoro e di integrazione nel difficile quartiere di Sappusi.”

Stessa cosa per il tentato furto degli strumenti musicali avvenuto nel febbraio dello scorso anno. “Un episodio davvero strano che non abbiamo mai capito. Gli strumenti rubati li abbiamo trovati a poche decine di metri dal nostro centro. Ma è stato un fatto importante per un altro motivo: ci ha permesso di capire quanto la gente volesse bene alla Libera Orchestra Popolare. Dopo quel tentativo di furto, in tanti ci hanno inviato messaggi di vicinanza e ci hanno mandato degli strumenti musicali nuovi da ogni parte d’Italia, da nord a sud, da Ferrara a Palermo, una vera e propria gara di solidarietà ci ha davvero commossi.”

Buona la prima!

“Se consideriamo da dove veniamo, chi siamo, è stata una serata perfetta che non dimenticheremo mai. Dei quaranta componenti dell’orchestra soltanto cinque sono veri musicisti. Tutti gli altri stanno imparando, un accordo alla volta, piano piano…” – sottolinea Salvatore Inguì dopo la prestazione di ieri sera dei suoi ragazzi – Sappiamo fare soltanto 4 accordi: Do, Sol, Re e La minore, ma tanto basta per creare armonia, grazie la nostro bravissimo direttore d’orchestra Alessandro Lombardo” – ha aggiunto Inguì.

Dopo mesi di prove nel centro sociale di Sappusi, l’orchestra diretta da Alessandro Lombardo, ha emozionato il pubblico marsalese. Durante la serata, tra letture e classici della musica italiana  e internazionale, sono arrivati messaggi importanti: inclusione, pace e fratellanza. Un omaggio alla ong Mediterranea e un pensiero ai problemi in America Latina. “Abbiamo cercato di attualizzare i nostri brani mostrando delle immagini forti. Non abbiamo problemi a dire che era anche un concerto politico, ovviamente non di partito, ma abbiamo affrontato dei temi che dovrebbero essere affrontati dalla politica, ma che invece vengono ignorati e usati come propaganda. Sono temi che interessano tutti, non possiamo fare finta di niente.” Coniugare temi importanti come sbarchi, ong, guerre e integrazione, con la musica.  È stato questo in sintesi il senso della serata di ieri.

L’orchestra come una grande famiglia

Dentro l’orchestra ci sono ragazzi arrivati in Italia con i barconi che oggi hanno trovato una famiglia. Dopo le indicibili sofferenze patite nei lager libici, oggi attraverso la musica hanno capito come vuol dire integrazione. C’è chi lavora, chi studia, chi ha superato il disagio di avere un problema fisico, chi ha avuto problemi con la giustizia ma che ha deciso di cambiare strada, o chi ha semplicemente bisogno di essere compreso e voluto bene. Storie diverse che grazie alla musica e all’amore dei volontari delle associazioni si intrecciano e diventano una grande famiglia. Quelli di Sappusi da anni è davvero un fortezza di amore e solidarietà. Una “grande famiglia” che non guarda le carte di identità o il colore della pelle.

“Diversità è ricchezza”

“La diversità non può portare alla reclusione: musulmano, buddista, cristiano, omosessuale, disabile, nero, bianco, la diversità non può essere una discriminante. La musica – ha sottolineato Salvatore Inguì – aiuta ad azzerare le barriere e armonizza le differenze. Perché la diversità è ricchezza. Noi chiaramente non ci definiamo musicisti, siamo umili e consapevoli delle nostre capacità, ma portiamo avanti i nostri valori con allegria e fratellanza”.

“Noi giochiamo con la musica e ci divertiamo, perché la musica abbatte le barriere e unisce i popoli”- ha aggiunto il direttore d’orchestra Alessandro Lombardo.

VIDEO: 

La nostra diretta Facebook di ieri:

In diretta dal teatro Sollima di Marsala. Il "canto libero" della Libera Orchestra Popolare.

Pubblicato da Alqamah Quotidiano su Sabato 4 gennaio 2020

In diretta dal teatro Sollima di Marsala. Il "canto libero" della Libera Orchestra Popolare.

Pubblicato da Alqamah Quotidiano su Sabato 4 gennaio 2020

In diretta dal teatro Sollima di Marsala. Il "canto libero" della Libera Orchestra Popolare.

Pubblicato da Alqamah Quotidiano su Sabato 4 gennaio 2020

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.