A Castelvetrano il 19 Luglio il vertice antimafia dell’associazione
Nel 2020 cadrà il centenario della nascita di Antonino Caponnetto. Da qui la decisione della Fondazione Caponnetto presieduta da Salvatore Calleri di concentrarsi nel corso del 2020 su diverse questioni che nel corso di un incontro con la stampa tenutosi a Firenze, dove ha sede la stessa Fondazione, sono state affrontate assieme al sostituto procuratore nazionale antimafia Cesare Sirignano. Questo il contenuto del documento finale. Anticipiamo soltanto che tra le iniziative programmate per l’anno in corso ce ne sarà uno che in particolare riguarderà il trapanese: il 19 luglio infatti, a 28 anni dalla strage mafiosa dove furono uccisi il procuratore Paolo Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta, con l’autobomba piazzata in via D’Amelio a Palermo, la Fondazione Caponnetto organizzerò un vertice antimafia a Castelvetrano. Un segnale preciso nella terra del boss latitante Matteo Messina Denaro, dove prospera l’area grigia massomafiosa della nuova Cosa nostra ma dove esistono parecchi fronti di impegno contro la mafia, dove l’azione di contrasto viene condotta da coloro i quali sono stati vittima del clima terroristico della mafia di Messina Denaro, come per esempio l’architetto Pasquale Calamia, vittime che non hanno trovato l’isolamento ma il sostegno della tanta gente perbene.
Il 2020 per la lotta alla mafia in Italia sarà un anno cruciale.
Il 2020 sarà l’anno in cui si verificherà l’effettiva volontà di combattere la mafia. Il 2019 ha visto la messa in discussione, de facto, del doppio binario e l’avanzata culturale dei pro mafia. Situazione bilanciata dall’ultima operazione della procura di Catanzaro che ha colpito i clan calabresi in modo duro, la cui analisi trovate al seguente link:
https://antoninocaponnetto.blogspot.com/2019/12/analisi-operazione-antimafia-di.html .
Il doppio binario è stato messo in discussione con la sentenza della Cedu sull’ergastolo ostativo e la successiva sentenza della Corte Costituzionale sui permessi premio che hanno aperto la prima breccia nella nostra legislazione, ridando voce a chi intende rimettere in discussione l’intero impianto antimafia. La Fondazione Caponnetto teme che possano essere attaccati altri pezzi della normativa quali il 41bis, le interdittive alle imprese mafiose e altri strumenti importanti quali gli scioglimenti dei comuni per mafia. Il tutto senza che al momento si sia registrata una opportuna reazione ne da parte governativa ne da parte delle opposizioni, che non sono andate oltre a semplici dichiarazioni di contrasto e stupore oppure di sostegno alle sentenze.
Il tutto mentre la magistratura attraversa una crisi che non è stata mai così profonda.
Nel 2020 continueranno pure i tentativi di mascariamento ben descritti in questa intervista https://www.juorno.it/simona-trombetta-i-rischi-di-chi-lotta-la-mafia-il-mascariamento-ovvero-larte-dellinfangare-seminando-dubbi/ .
La Fondazione Caponnetto ovviamente si opporrà a tutto questo in ogni modo democratico smascherando i tentativi di cui sopra ed i mascariamenti.
ARGOMENTI CHE VERRANNO TRATTATI NEL 2020
Gli argomenti che la Fondazione Caponnetto tratterà nel 2020 saranno:
agromafia, zoomafia (in appoggio alla LAV), rifiuti, porti.
Verranno aggiornati/ultimati i report su Ostia, Massa Carrara, San Marino, Canada (guerra di mafia).
Verranno effettuati dei vertici antimafia straordinari: il 22 febbraio a Semiana (Pavia), a metà marzo a Fabriano, il 19 luglio a Castelvetrano.
E’ confermato il vertice finale del 28 novembre a Bagno a Ripoli.
Verrà trattato il tema degli Stati Uniti d’Europa a Napoli in un apposito vertice che si terrà probabilmente a giugno.
Verrà portato avanti il progetto Tulipani Rossi per una politica innovativa.
Il documento ha anche trattato l’analisi sulla presenza delle mafie in Toscana, agromafia, zoomafia, rifiuti, traffici di droga nei porti , le mafie nigeriana, cinese, albanese, italiane. Infine le acquisizioni commerciali: ” un buon 60% son da verificare in merito al riciclaggio di denaro sporco”. Attenzione in particolare sul porto di Livorno, ma non solo: “sarà un osservato speciale nel 2020. E’ mai possibile che si ha paura ad affrontare la questione che se un porto è usato per i traffici internazionali di droga significa che è in parte controllato dall’organizzazione criminale (‘ndrangheta) che lo usa per non mettere a rischio il proprio investimento”.