Ammesse le parti civili, saltano le costituzioni contro 416 ter
Il gup di Palermo ha accolto tra le parti civili del processo Scrigno i comuni trapanesi. In totale si tratta di 15 tra enti e associazioni, a partire dal comune di Trapani che ha avanzato una richiesta di risarcimento per 1 milione di euro. Scelta analoga per i comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Favignana, Paceco e Valderice che hanno singolarmente chiesto 500 mila euro di risarcimento, tutti ammessi limitatamente alle contestazioni di mafia. L’ordinanza è stata disposta al termine di una lunga camera di consiglio, al termine della quale è stata approvata la richiesta, limitatamente ai reati di mafia. Nessuna costituzione ammessa contro gli imputati accusati di 416 ter voto di scambio politico mafioso. Nelle delibere per la costituzione di parte civile si fa solo riferimento ai reati di associazione mafiosa. Il processo scaturisce dall’omonimo blitz Scrigno, eseguito dai carabinieri nel marzo dello scorso anno su richiesta dei pm della Dda di Palermo, per cui furono arrestati l’ex deputato all’Ars Paolo Ruggirello, il presunto capomafia della città Francesco Orlando e i fratelli Francesco e Pietro Virga, figli dell’allora capo mandamento Vincenzo Virga, arrestato da latitante nel 2001. L’indagine – oltre alle dinamiche interne della mafia di Trapani – svelò l’interesse di condizionare le elezioni regionali del 2017 e quelle amministrative di Erice dello stesso anno. In udienza i legali dei 29 imputati hanno presentato richieste di riti alternativi a cui in parte si è opposto il pm Gianluca De Leo e per cui il gup scioglierà la riserva nella prossima udienza del 29 gennaio. In tre hanno presentato una proposta di patteggiamento: Filippo Tosto, Maria Stella Cardella e Leonardo Russo. Hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato invece i fratelli Francesco e Pietro Virga, l’ex assessore del comune di Trapani, Ivana Inferrera e il marito Ninni D’Aguanno, il presunto capo della famiglia di Paceco Carmelo Salerno, il suo braccio destro Francesco Peralta, Michele Alcamo, Tommasa Di Genova e Mario Letizia. E’ stato chiesto invece l’abbreviato condizionato all’ascolto di alcuni testimoni per Francesco Orlando (già condannato per mafia), il presunto capo della cellula mafiosa di Favignana, Vito D’Angelo e per Pietro Cusenza, che dopo l’arresto iniziò a collaborare con i pm palermitani, raccontando anche della “promessa di pagamento” per oltre 50 mila euro di Ruggirello ai boss Virga, “per cui furono versati 20 mila euro”. Nessuna richiesta è stata avanzata dai legali dell’ex deputato all’Ars che resta detenuto dal giorno del blitz. Tra le parti civile ammesse – oltre ai comuni – anche le associazioni “Centro Studi Pio La Torre”, “Antiracket e Antiusura” di Trapani, Codici onlus, “La verità vive” di Marsala e “Antonino Caponnetto”.
Fonte Agi