BUSETO PALIZZOLO. In merito alla notizia diffusa ieri dal nostro giornale sul conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre e al giovane migrante Komoko che avverrà lunedì 27 gennaio in occasione della Giornata della memoria, la Senatrice Liliana Segre, venuta a conoscenza della vicenda, ha inviato un breve messaggio, redatto dalla sua segreteria, alla nostra redazione.
Infatti, dopo il nostro articolo, abbiamo contattato lo staff della Senatrice per metterla a conoscenza della storia di integrazione e di umanità del piccolo Comune dell’entroterra trapanese. Ovvero della volontà del Sindaco Roberto Maiorana di conferire la cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre e nello stesso tempo a un giovane migrante, Kemoko Kanoutè, perfettamente integrato che oggi vive e lavora in paese con un contratto a tempo indeterminato. Quello che il Sindaco ha definito “un gesto che viene dal cuore e che nasce da un sentimento forte di tutta la comunità”.
Il messaggio dello staff della Senatrice ad Alqamah
La Senatrice, tramite il suo staff, ci ha ringraziato e ci fatto pervenire un suo pensiero che abbiamo deciso di rendere pubblico: “Il conferimento della cittadinanza è un atto d’amore, è l’abbraccio di un’intera comunità unita e solidale che accoglie l’altro da se, il diverso. Il conferimento di una cittadinanza – si legge nel messaggio inviato alla nostra redazione dalla responsabile della segreteria della Senatrice Segre – non è mai un fatto neutro ma un trasferimento di valori, antichi come il luogo, che vengono offerti in condivisione. Quando ci si apre a l’altro si arricchisce il proprio patrimonio sentimentale, sociale, culturale e si diventa, dunque, più umani”.
Da Auschwitz alle minacce sui social
Quello della Senatrice Segre è un messaggio d’amore che sintetizza la sua storia personale. Superstite dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana è stata nominata Senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.
Nel mese di novembre dello scorso anno, a causa delle gravi minacce e insulti ricevuti attraverso i social dopo la nascita dalla Commissione Parlamentare contro l’odio e l’antisemitismo voluta proprio dalla stessa Senatrice, il prefetto di Milano Renato Saccone le assegna una scorta composta da due carabinieri.
Da trent’anni gira le scuole per raccontare l’inferno vissuto nel campo di sterminio di Auschwitz. Aveva 13 anni quando, in conseguenza delle leggi razziali, fu espulsa da scuola, arrestata e portata nel campo di concentramento. Era il 1944 e nello stesso anno vennero uccisi il padre e i nonni. Dei 776 bambini sotto i 14 anni presenti nel campo, Liliana Segre fu tra i 25 sopravvissuti. Oggi, a 89 anni, ha annunciato che da aprile terminerà i suoi incontri nelle scuole.
La mobilitazione nazionale
In tutto il Paese, dopo le minacce e gli insulti contro la Segre, sono nate spontaneamente diverse iniziative in suo sostegno. Manifestazioni pubbliche, cortei, tantissimi attestati di stima e vicinanza da ogni parte dell’Italia. Anche nella provincia di Trapani l’Associazione “Punto Dritto” ha lanciato un appello a tutti i comuni trapanesi affinché conferiscano la cittadinanza onoraria alla Senatrice in segno di vicinanza e solidarietà. All’appello hanno aderito 23 comuni, oltre 100 amministratori, deputati europei, nazionali e regionali, cittadini, associazioni, movimenti e partiti.