I busetani hanno “abbracciato” il loro nuovo cittadino onorario Kemoko. In un’aula consiliare piena di cittadini e volontari delle associazioni locali la consegna della targa. Il Sindaco: “La nostra comunità è sempre stata accogliente e antirazzista”. GUARDA IL VIDEO E LE FOTO
BUSETO PALIZZOLO. “Il nostro è un gesto normale, diventato straordinario per la sua unicità. Ma Buseto è sempre stata così: antirazzista e accogliente”. Con queste parole il Sindaco del piccolo comune dell’entroterra trapanese, Roberto Maiorana, ha consegnato una targa ricordo al giovane migrante Kemoko Kanoutè. Cittadinanza proposta dall’Amministrazione e approvata all’unanimità dal consiglio comunale la settimana scorsa. Infatti, minoranza e maggioranza, hanno presentato una mozione congiunta per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre e al giovane Kemoko. Un tema, quindi, che è andato oltre le ideologie politiche. Un evento che ha unito tutta la comunità, come dimostrato anche dalla grande partecipazione di ieri pomeriggio. “Per la comunità busetana si tratta di un fatto normale, per niente straordinario, qualcuno però se n’è accorto e questo ci rende felici.”
Tanti cittadini e rappresentanti delle Associazioni del paese e del comprensorio ieri pomeriggio si sono ritrovati nell’aula consiliare del Comune di Buseto per consegnare ufficialmente la targa al giovane migrante, diventato un busetano a tutti gli effetti. Una targa ricordo e un abbraccio collettivo da tutta la comunità. “Abbiamo voluto accompagnare al conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre anche fatto concreto, certamente simbolico, ma nello stesso tempo vero, concreto, fatto con il cuore. – ha affermato il Sindaco Maiorana – Quello che vogliamo sottolineare è la normalità della convivenza. Kemoko, che tutti conoscono per il suo sorriso coinvolgente, stava cercando una nuova vita e qui a Buseto l’ha trovata. Riprendendo le parole inviate dalla Segreteria della Senatrice Liliana Segre alla redazione di Alqamah, il nostro è stato veramente un atto d’amore. Questo è il nostro modo di fare, questa è l’accoglienza busetana”.
Tra gli intervenuti, anche il Rappresentante locale dell’ANPAS Pino Aceto che ha nella squadra di soccorso anche alcuni ragazzi migranti volontari che con impegno si spendono per gli altri. “Questi ragazzi dedicano parte del loro tempo per la comunità busetana, questo “modello trapanese” è un esempio di integrazione, e per noi vuol dire ricchezza” – ha sottolineato Aceto. “Per noi il soccorso è una grande opportunità. – ha affermato uno dei migranti volontari dell’ANPAS – Vuol dire essere utili per gli altri, ma nello stesso tempo sentirsi parte di una grande famiglia. Per questo motivo ringrazio tutti per questa occasione. Quello del soccorso è un servizio fondamentale per il territorio e noi lo svolgiamo con profonda passione e siamo grati a tutti per l’affetto”.
A seguire l’intervento di Maurizio Sturiano della cooperativa Solidalia che ha espresso orgoglio e soddisfazione per la storia di Kemoko. “Il suo è stato un percorso bello, ma complicato. Noi fin dall’inizio abbiamo seguito le vicende burocratiche che non sempre sono state semplici. Oggi lui è un punto di riferimento per tutti gli altri ragazzi. Rappresenta un simbolo di integrazione, come tanti altri ragazzi presenti sul territorio, che può soltanto essere d’aiuto per gli altri.”
“È stato bravo soprattutto a superare le tante difficoltà. Fin da subito si è posto degli obiettivi e li ha saputi portare a termine con impegno e dedizione senza arrendersi. – ha aggiunto la responsabile del Centro di accoglienza Noemi Maiorana – Rappresenta davvero un bell’esempio per tutti gli altri ragazzi.”
Parole di elogio per la sua figura anche da parte della dirigente scolastico dell’istituto “Pitrè-Manzoni” di Castellammare del Golfo e Buseto Grazia Sabella, dal Presidente della Pro Loco locale Giovanni Grammatico, dal Presidente del Consiglio Comunale Angelo Fileccia, del poeta trapanese Gino Adamo e dall’Assessore alla Politiche sociali Anna Maiorana.
Tra gli interventi anche quello di un amico di Kemoko che ha sottolineato quanto il conferimento della cittadinanza onoraria rappresenti un gesto simbolico, ma forte, per tutti i ragazzi migranti presenti sul territorio. “Noi abbiamo sofferto tanto e soffriamo tanto ancora oggi perché viviamo lontani dalla nostra terra e dalle nostre famiglie. Qui abbiamo trovato una famiglia, per questo, a nome di tutti, voglio ringraziare davvero tutte le mamme del mondo. Le nostre per anni non hanno saputo niente di noi e soffrono ancora oggi nel vederci lontani da casa.” Kemoko, molto emozionato, ha ringraziato ancora una volta tutti i cittadini per questo importantissimo attestato di stima nei suoi confronti. Partito a 14 anni dal Mali, ha sofferto tanto, fino al viaggio in mare dalla Libia all’Italia nel 2014. “Fin dal primo giorno i ragazzi che lavorano al centro mi hanno accolto come un figlio e dato coraggio, anche nei momenti difficili in cui rischiamo l’espulsione. Qui in paese ho trovato davvero degli amici, una mamma, un papà, dei fratelli e delle sorelle. Con tutti i busetani mi sono subito trovato bene, e grazie a due di loro, Angela e Leonardo, oggi ho un lavoro e un contratto. Adesso sogno di costruire qui la mia famiglia. Sono davvero molto contento e orgoglioso.”
Alla fine della serata anche una torta a sorpresa per il giovane Komoko che proprio ieri ha festeggiato il suo 25 esimo compleanno. Un momento di festa, di allegria, di vera integrazione. Un momento che sicuramente Komoko non dimenticherà mai. Kemoko, tra gli abbracci dei ragazzi migranti commossi e gli auguri di buon compleanno da parte dei cittadini, non ha mai smesso di sorridere. Un sorriso contagiosi che trasmette speranza, felicità, ma soprattutto un nuovo inizio.
“Buseto – ha concluso il Sindaco Roberto Maiorana ad Alqamah.it – è sempre stata così: accogliente e antirazzista. Mi rendo conto che il nostro è stato un gesto simbolico, ma sicuramente rappresenta una novità in Italia. Mi auguro che non rimanga l’unico e che possano esserci altri esempi di integrazione come questo”.
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