Ad Alcamo il senso del dovere e il senso di comunità si concretizzano nella decisione di alcune sarte e di alcune ditte nell’adoperarsi nel produrre mascherine e darle gratuitamente
Ognuno secondo la propria attività e mansione ha permesso la realizzazione di mascherine in questo periodo di emergenza coronavirus. Toccano le parole di alcune sarte e di una titolare di una ditta di tessuti nel spiegare cosa li ha spinti a produrre mascherine, infatti in sintesi si potrebbe tradurre nel senso del dovere e in quello di comunità, ma anche in “dovere civico”, quest’ultima frase di una delle sarte colpisce in maniera particolare, perché mette in evidenza l’alto valore sociale e culturale che molte volte si dice essersi perso, invece in un momento di grande difficoltà esce fuori e fotografa una società alcamese che esprime tanto di positivo. “Cerchiamo di dare un sostegno alle persone che non hanno le mascherine e quindi in difficoltà, noi che abbiamo questo dono, che il Signore ci ha dato, quello di cucire“, basterebbe questa frase di una delle sarte per spiegare a meglio questa iniziativa lodevole.
Le ditte in difficoltà aiutano chi è in difficoltà
Dalle parole di una rappresentate delle ditte di tessuto che si sono messe in gioco per produrre le mascherine si capisce che “economia” non è solo calcoli, ma anche valore umano, infatti si nota subito che l’iniziativa è stata dettata da sentimento, dalla voglia di aiutare e inoltre dal far diventare un momento negativo utile per gli altri.
Il lato tecnico delle mascherine e il messaggio sociale
Non si sta parlando di mascherine semplici, “c’è stato dietro un lavoro non indifferente, per realizzare con i tessuti giusti, fare il modello giusto”, quindi un lavoro immane per il prossimo. Di conseguenza è stato chiaro il messaggio di utilizzarle così da ridurre al minimo il rischio contagio e inoltre mantenere comunque la distanza di un metro.