La tragedia “dimenticata”

E’ quella del naufragio del motopesca “Karol W”

Tredici anni. Tanti ne sono trascorsi dal naufragio del peschereccio trapanese “Karol W”. L’equipaggio che era a bordo non si salvò. Erano tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare: “Cino” Grimaudo ed i suoi figli, Giacomo, Leonardo e Salvatore. Solo i corpi di due di loro vennero recuperati, quello dell’anziano “Cino” e di suo figlio Salvatore, nel tratto di mare davanti la costa di Termini Imerese. Nessuna notizia degli altri, Giacomo e Leonardo, probabilmente rimasti intrappolati nel motopesca che giace a circa 370 metri di profondità nella cosiddetta zona del “banco Skerki”, a 50 miglia da Marettimo. Naufragio dimenticato. Alcuni amici dei naufraghi attendono ancora di poter collocare in una zona del porto peschereccio una targa che li ricordi, hanno rivolto istanza al sindaco di Trapani Giacomo Tranchida. E ci si continua a chiedere cosa sia accaduto quel 24 aprile 2007 in quel tratto di mare del «banco dei pesci». Una giornata di mare calmo, il motopesca stava facendo pesca a strascico, in zona pare ci fosse almeno un altro peschereccio. C’è stata una indagine della magistratura, si è tentato inutilmente di recuperare dai fondali il motopesca, alla fine indagine archiviata, si è detto errore umano. Ma ancora oggi ci si stenta a credere. Perché le indagini parallele avviate dalla famiglia che nella opposizione alla richiesta di archiviazione si affidò all’ex pm ora avvocato Carlo Palermo, hanno dimostrato altro. A causare il naufragio potrebbe essere stato un sommergibile che ha agganciato la rete e tirato giù in un lampo di tempo il peschereccio. Per l’esattezza un sommergibile Usa, in quei giorni era in corso una esercitazione tra la Sicilia e la Sardegna. Non è improbabile la presenza del sommergibile, perché, lo raccontano tanti pescatori trapanesi che frequentano quella zona di mare parecchio pescosa, i loro racconti dicono di improvvise comparse di sommergibili mentre navigavano in quelle acque. C’è una certificazione, rilasciata nella fase delle indagini dallo Stato Maggiore della Marina, interpellato in merito, che ha affermato la presenza nel periodo del naufragio del «Karol W.» di un sottomarino Usa nella stessa zona di mare, senza però dare chiare informazioni sulla rotta seguita. Nulla dunque c’entrano i supposti errori di manovra delineati dai consulenti della magistratura.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.