“Io sono la mano armata”

“Sorella Sanità”: la difesa impossibile di Fabio Damiani e del faccendiera Manganaro, le responsabilità del Governo e dietro gli sponsor politici spunta qualche mediatore locale. Il bel circolo di amici del manager

Non siamo tra quei giornalisti che facendo la cronaca di oggi hanno riferito di dipendenti della sanità pubblica basiti e increduli. Si qualcuno lo abbiamo incontrato, ma molti di più erano quelli diciamo incavolati e anche di parecchio. E tra questi ultimi quelli convinti che in momenti come questo non è l’ora di prendersela con le istituzioni, anzi, tutt’altro, è stato grazie alle istituzioni, magistratura, forze dell’ordine, che si è scoperchiata la pentola degli affari sporchi dentro la sanità pubblica e chissà forse altri affari sporchi potrebbero venire fuori e potrebbe anche essere che qualche affare che era in travaglio, ha abortito. Però noi adesso vogliamo parlare dei guai della nostra sanità da una notizia appresa per caso oggi girando tra i corridoi degli uffici. Avete presente quei reportage televisivi e giornalistici sulle donazioni fatti all’Ospedale Sant’Antonio Abate durante le settimane del Covid 19: tutto fantasticamente raccontato, abbracci e baci non potevano esserci per via del pericolo contagi, ma è come se ci fossero stati, riprese televisive, dichiarazioni del manager sulle bontà altrui, trasmissioni speciali e…aperta una porta della direzione ospedaliera (anzi era semi aperta) si è scoperta una stanza piena zeppa di scatoloni, lo documenta la foto che qui pubblichiamo. Cosa contengono quegli scatoloni? Le donazioni fatte all’ospedale. Tutto è rimasto imballato, conservato. Nemmeno ordinate e messe a disposizione per un pronto reperimento. E allora questo ci potrebbe portare a dire quali sono le istituzioni dalle quali diffidare davvero. Impossibile avere spiegazioni ovviamente, per un quarto d’ora per qualcuno eravamo abusivi tra quei corridoi e ce ne siamo dovuti andare.

E pare proprio che nel mondo dell’informazione Damiani ancora prima di arrivare a Trapani avrebbe trovato appoggi per ottenere la nomina da Musumeci. E allora a questo punto alcune cose potrebbero essere ben spiegate. Ma questo lo diranno con certezza le indagini della Guardia di Finanza che non si sono fermate alla misura cautelare eseguita stamattina. Le fiamme gialle hanno intere stanze piene di faldoni e qualcuno di questi pare essere stato preso presso la sede dell’Asp di Trapani dove oggi sono state eseguite sembra delle perquisizioni.

Damiani è stato intercettato e pedinato per tanto tempo e i finanzieri hanno bene chiaro il “circolo delle sue amicizie”, avendoli visti in giro o anche seduti al tavolo di una trattoria a banchettare, lui, Damiani, al pari di tanti altri scoperti nel tempo con le mani nella marmellata, si riteneva potente e intoccabile e purtroppo a farlo sentire tale era il sostegno quotidiano che gli arrivava dai vertici del Governo, Musumeci e l’assessore Razza, in particolare e il parlar bene di lui da parte del “circolo degli amici”, questi ultimi pare sapessero bene di che pasta era fatto, Musumeci e Razza hanno fatto la figura degli allocchi politici, con lui quanto con il super manager dell’emergenza Covid Antonino Candela. Damiani e Candela possono avere recitato bene agli occhi di Musumeci ma un bravo amministratore non può non essere incapace di scoprire i tradimenti e durante il suo Governo, Musumeci sulla sua strada ne ha incontrato troppi soggetti di questo genere.

Sofisticato il sistema scoperto per nascondere la mxi corruzione, a parte le frasi mozze o troncate ascoltate dai finanzieri durante le intercettazioni, Manganaro che parlava di Damiani con terzi indicandolo come “amore” o “sorella”, da qui il nome all’operazione “Sorella Sanità”, le Fiamme Gialle hanno scoperto l’esistenza di un sistema informatico criptato e inviolabile, denominato Nas dagli indagati, dove dentro il faccendiere Manganaro alter ego di Damiani rendicontava ogni entrata rispetto all’appalto assegnato in modo fraudolento, appalti da milioni di euro, da 200 mila euro nel minore dei casi. E Damiani spesso rimproverava Manganaro della esistenza di questo sistema, lui intanto che intercettato è stato ascoltato dire che “era la mano armata di Manganaro”. Tra i due un solido accordo, Damiani utilizzata carte di credito e bancomat che Manganaro gli metteva a disposizione, anche di quelle ricaricabili che Damiani avrebbe voluto chiudere, mentre Manganaro gli consigliava di non farlo, “un si sape mai”, nel senso che potevano tornare utili per altri versamenti.

Intanto stando “a caccia” delle prime conseguenze del dopo blitz “Sorella Sanità”, ne abbiamo trovato soltanto una. Non c’è più su Facebook la pagina “Asp Trapani Fabio Damiani”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.