Le rassicurazioni della direzione

Il caso della stanza scoperta in Ospedale con dentro i pacchi contenenti i dispositivi di protezione contro il Covid 19: l’associazione Trapani per il futuro ottiene spiegazioni, ma le domande restano

Il caso lo abbiamo sollevato noi, con un nostro articolo e tanto di fotografia. Nella palazzina della direzione sanitaria dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani giorni addietro abbiamo scoperto una stanza, con la porta semi aperta, e dentro una innumerevole serie di scatoloni in cartone. C’è stato chi sussurrando ci ha detto che dentro quegli scatoli c’erano le donazioni che tante associazioni hanno fatto al presidio sanitario e all’Asp per dotare delle protezioni il personale sanitario alle prese con l’emergenza Covid 19. Il nostro articolo ha suscitato un vespaio di proteste a cominciare da quelle giunte da chi aveva fatto quelle donazioni, mettendo le mani in tasca e dando sostanziosi contributi per potere acquistare quelle protezioni. Oggi l’associazione Trapani per il Futuro con un post nella propria pagina di Facebook ha detto di avere ottenuto le risposte alle domande poste alla direzione sanitaria. “Questa mattina una delegazione di Agorà e Trapani per il Futuro è stata invitata dalla Direzione Sanitaria del Sant’Antonio Abate a fare un sopralluogo presso gli uffici della direzione stessa col fine di fornirci le delucidazioni richieste dal post di ieri nel quale si evidenziava una situazione che necessitava di approfondimenti. Possiamo tranquillizzare tutti dandovi contezza che i pacchi relativi alla nostra donazione sono stati regolarmente consegnati presso i reparti da noi indicati come successivamente confermato dai primari che abbiamo interpellato. Le scatole che si notano nella fotografia sono quelle recapitate al presidio ospedaliero da parte della Protezione Civile e si trovano attualmente in un locale della Direzione Sanitaria in via temporanea in attesa di essere smistati nei singoli reparti in caso di necessità. La grande fiducia che avete riposto in tutti noi verrà sempre in primo piano. Pertanto, siamo soddisfatti delle risposte ricevute e confidiamo che i materiali consegnati siano stati di fondamentale aiuto per fronteggiare l’emergenza”. L’associazione e gli altri benefattori quindi sono stati rassicurati, le loro donazioni sono andate a buon fine. Siamo contenti per loro, ma il caso resta. In quegli scatoloni non ci sono le donazioni arrivate dalla società civile, ma ci sono le protezioni, i Dispositivi di Protezione Individuale, Dip, arrivate a Trapani dalla Protezione civile. Quindi altri beni acquistati con fondi pubblici, che non sono diverse, come provenienza. Sempre soldi dei cittadini sono. Dispositivi rimasti non utilizzati. Un’altra cosa la vogliamo dire: a parte parlare con direzione sanitaria e primari, forse bisognerebbe parlare con il personale, loro per primi dovrebbero dirci se hanno avuto forniti i dispositivi di protezione. Una sola volta non basta perché è noto che i Dip hanno una scadenza, e qualcuno, lo abbiamo scritto, ci ha detto che in alcuni reparti i Dip sono stati usati una e più volte perché non sono arrivati i ricambi. Ed è di questa ora la notizia appresa che dentro quegli scatoloni sono conservati Dip oramai fatti scadere, diventati perciò inutilizzabili. Chissà cosa ne pensa di tutto questo la Protezione civile.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.