Operazione “Waterfront”: misura interdittiva per Andrea Amato
C’è anche un imprenditore di Alcamo, Andrea Amato, 61 anni, tra gli indagati della maxi operazione eseguita stamattina dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura antimafia di Reggio Calabria. Le indagini sono state dirette dal procuratore aggiunto Gaetano Paci e dal pm Gianluca Gelso. Tra i 75 indagati, citati nella ordinanza del gip del Tribunale di Reggio Calabria, Filippo Aragona, Amato è stato raggiunto dalla misura cautelare della interdizione a svolgere la professione imprenditoriale per 12 mesi. Nei suoi confronti anche il sequestro dei beni a cominciare dall’impresa a lui intestata, in società con altri suoi familiari. Per Andrea Amato i pm avevano chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip ha optato per la sola misura interdittiva. Il capo di imputazione chiama in causa Amato per avere turbato, producendo a nome della propria impresa “Amato costruzioni srl, una offerta di comodo, ossia concordata. l’esito di una gara di appalto per la realizzazione di una eliporto nel Comune di Polistena, a supporto del locale ospedale. La griglia di questa gara, alla pari di tante altre, ossia la scelta delle imprese partecipanti, sarebbe stata predisposta dall’imprenditore calabrese Giorgio Morabito, 46 anni, esponente del clan ndraghetista capeggiato dai famigerati Piromalli. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura distrettuale calabrese sono finiti oltre 100 milioni di euro di appalti banditi con i fondi Po Fesr nella piana di Gioia Tauro. In totale 22 le gare di appalto che sarebbero state “truccate” e quindi “pilotate” per la loro assegnazione. tra gli indagati c’è anche il deputato calabrese della Lega, Domenico Furgiuele. Nell’indagine condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, Furgiuele avrebbe contribuito a sostenere, attraverso la turbativa d’asta, reato a lui contestato, un cartello criminale composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri gravi reati. Furgiuele è indagato anche per la turbativa d’asta della quale è accusato l’imprenditore alcamese Amato. L’operazione “Waterfront” rappresenta l’epilogo delle investigazioni condotte dal Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, volte a contrastare i profili imprenditoriali della cosca di ‘ndrangheta Piromalli, operante nella piana di Gioia Tauro.