Condanna confermata per i Pace

La vicenda giudiziaria riguarda il tentativo degli imputati di riappropriarsi di una loro villetta venduta all’asta giudiziaria

Nessuna riapertura del dibattimento e venerdì scorso i giudici della IV sezione penale della Corte di Appello di Palermo hanno confermato la sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Trapani nel marzo del 2019 contro Giuseppe e Pietro Pace, padre e figlio, di Castellammare del Golfo.

I due Pace hanno avuto confermata la condanna per ognuno a 4 anni e 2 mesi per estorsione e turbativa d’asta. Una vicenda giudiziaria frutto di una indagine dei Carabinieri che accertarono anche con le intercettazioni il tentativo dei Pace di tornare in possesso della loro villetta venduta all’asta a Lucia D’Angelo e Leonardo Candela, madre e figlio. L’indagine ha messo in evidenza i brutali tentativi dei Pace di convincere i due a rinunziare all’acquisto della villetta, situazione divenuta tanto incadescente da indurre gli investigatori a mettere sotto scorta i due acquirenti di quella villetta. La conferma delle condanne per i due Pace era stata chiesta dalla procura generale, richiesta alla quale si sono uniti le parti civili costituite, oltre alla D’Angelo e asuo figlio Leonardo, anche l’associazione antiracket di Alcamo, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Mannina e Davide Bambina. Inefficaci le difese dei due Pace, avvocati Maurizio Lo Presti e Fabio Sammartano, che hanno chiesto la riapertura del dibattimento avanzando dubbi su intercettazioni e testimonianze. Per i giudici nessun dubbio invece, i due Pace sono colpevoli e dunque hanno avuto confermate le loro condanne.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.