A quarantotto ore dal ritrovamento del nido di tartaruga marina sulla spiaggia di Alcamo Marina, il primo ad essere documentato sul territorio, la nostra redazione ha voluto ascoltare le voci “competenti e professionali” di chi si è occupato immediatamente del nido. Stiamo parlando di Manuela Dara e Girolomo Culmone che, dopo la sensazionale scoperta ad opera di alcuni ragazzi, si sono recati sul posto.
Manuela Dara è un’ ecologa marina, presidente dell’associazione Thàlia APS, che ha come scopo quello della salvaguardia del patrimonio naturale, marino nonché storico-culturale del territorio alcamese.
Manuela, parliamo un po’ della tartaruga; si tratta di una specie in via di estinzione?
La Sicilia da sempre è meta di nidificazione della tartaruga comune, la Caretta caretta, animale pelagico, quindi che vive in mare aperto, che solo durante il periodo di deposizione (giugno, luglio e agosto) si avvicina alla costa. La femmina di Caretta risale la spiaggia e una volta individuata una zona idonea, scava il nido ed inizia la deposizione. Ogni nido può contenere un centinaio di uova e come per la maggior parte dei rettili il sesso è determinato dalla temperatura interna della sabbia; oltre i 29 °C nascono femmine, al di sotto maschi. La schiusa avviene dopo circa 45-70 giorni, periodo variabile in base alle condizioni climatiche del luogo, generalmente di notte quando i piccoli, quasi simultaneamente, fuoriescono dal nido e si dirigono in mare attratti dal riflesso della luna e degli astri nell’orizzonte marino. Da quel momento le piccole tartarughine non toccheranno più terra per tanti anni. Purtroppo nonostante la Caretta caretta sia una specie protetta e tutelata da diverse convenzioni, è fortemente minacciata dalle attività antropiche sia in mare che sulla terraferma, tanto da essere definita una “specie in pericolo” (Endangered species ) nella Red List dalla IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura.
Tra le varie minacce in primis le catture accidentali, il cosiddetto by-catch negli attrezzi da pesca che costituisce la principale minaccia antropica nel Mediterraneo e la principale causa di morte. Palangresi, strascichi e reti fisse sono delle vere e proprie trappole per le tartarughe. Ulteriore minaccia, purtroppo sempre più in aumento, è rappresentata dalla plastica in mare la quale costituisce più dell’80% dei rifiuti marini.
A breve le spiagge si popoleranno di bagnanti. Quali rischi potrebbero manifestarsi?
La messa in sicurezza dei nidi è fondamentale soprattutto in spiagge antropizzate. Il calpestamento, l’utilizzo di mezzi meccanici per la pulizia della spiaggia o la presenza di cani randagi o liberi potrebbero essere motivo di danno anche per eventuali nidi futuri. Il periodo della schiusa, inoltre, rappresenta un momento molto delicato, in quanto non ci sono tempi certi e generalmente avviene nelle ore notturne. In una zona particolarmente frequentata come la zona della Battigia l’inquinamento luminoso potrebbe essere motivo di disorientamento per le piccole tartarughe.
Quali consigli possiamo dare alla popolazione?
É possibile che nelle prossime settimane qualche altra tartaruga torni a farci visita per deporre. Non avvicinarsi agli animali e contattare immediatamente le autorità competenti, in questo caso la capitaneria di porto al numero gratuito 1530, è fondamentale per la salvaguardia di queste splendide creature. Ricordiamo a tutti di rispettare e di proteggere ciò che la natura ci dona.
Girolamo Culmone, storico ambientalista, ci racconta il ritrovamento del nido e le sue condizioni.
Un ritrovamento unico nelle spiagge di Alcamo Marina. Come avete scoperto il nido?
Il nido di Tartaruga è stata notata da alcuni ragazzi che si trovavano sabato sera in spiaggia. E’ un evento eccezionale per il Golfo di Castellammare considerato che nonostante sia accertata la frequentazione delle tartarughe marine, non ne sono mai state segnalate delle nidificazioni. In genere, tra l’altro, le tartarughe marine in età riproduttiva ritornano a nidificare nelle aree dove 35/40 anni prima sono nate. Dalla segnalazione sono state attivate le istituzioni, sono stato coinvolto anche io, in quanto mi sono occupato negli ultimi anni di quasi tutti i nidi della Sicilia Occidentale.
Quali sono le condizioni del nido?
Il nido è in posizione ottimale abbastanza distante dalla battigia e così resterà fino alla schiusa. In linea generale non sono previste spostamenti, che comunque andranno decise eventualmente dai responsabili scientifici del progetto.