Omelia per la messa per le le vittime dell’aereo di Ustica nel XL anniversario. Trapani, Chiesa di San Pietro
“E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.
Questo Vangelo mi ha commosso e provocato al pensiero di poter offrire “un bicchiere d’acqua fresca” ai familiari delle vittime di Ustica, celebrando una messa per tutti i defunti di quella terribile tragedia che ha segnato l’Italia di 40 anni fa. Così il Vescovo Pietro maria Fragnelli che inoltre continua: “Messa come dono spirituale e balsamo di misericordia, come abbraccio misterioso di affetti che non muoiono, come narrazione provocatoria delle attese che la coscienza civile di tutto il nostro Paese coltiva in cuore. Metto nella carne di Cristo crocifisso e risorto la “ferita profonda” dell’Italia, in cerca di risposte sempre urgenti, anche se a domandarle oggi sono i figli e i nipoti di quelle vittime”.
“Nell’omelia tenuta dal Cardinale Salvatore Pappalardo – conclude il Vescovo – in quel giugno 1980 ritrovo un seme fecondo che interessa anche noi nella speranza di un giorno pieno di verità e di giustizia, di rinnovamento delle istituzioni e di trasparenza democratica. Questo potrà dare segnali credibili e sentieri praticabili alle nuove generazioni”.