Mafia: intervento del sindaco in Consiglio comunale dopo l’avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa
Intervento oggi pomeriggio a Paceco ad apertura dei lavori del Consiglio comunale, da parte del sindaco Giuseppe Scarcella, indagato dallo scorso 7 luglio per concorso esterno in associazione mafiosa. “Sono qui – ha detto – non per ricevere solidarietà, indulgenze, ma per contribuire una corretta lettura dei fatti”. I fatti sono quelli che nel corso di indagini condotte dai Carabinieri attorno alla figura del mafioso Mariano Asaro, tornato adesso in carcere, dopo essere stato scarcerato per fine pena nel giugno 2018, sono stati scoperti incontri ravvicinati tra il boss e il sindaco Scarcella, una volta per una pratica di sanatoria edilizia, intestata al suocero del boss, e un’altra volta per discutere dell’apertura di un ambulatorio sanitario di odontotecnica, del quale Asaro doveva essere socio occulto. Scarcella nel suo intervento non è andato per intero nel merito della questione, “attendo di conoscere dai magistrati le contestazioni, ho chiesto di poter leggere gli atti che mi riguardano per potere rispondere, questa è una mia precisa volontà”. E se l’ex sindaco Biagio Martorana, intervenuto dopo il sindaco, ha stigmatizzato la decisione di Scarcella di avvalersi della facoltà di non rispondere dinanzi agli inquirenti che lo hanno convocato nello stesso pomeriggio della giornata in cui sono stati fatti gli arresti di Asaro ed altri, il sindaco dal canto suo ha detto che gli atti a lui notificati quel giorno, il provvedimento che ha autorizzato i carabinieri alle perquisizioni nella sua abitazione, nel suo studio legale e nell’ufficio al Municipio, e il verbale della stessa perquisizione “non fornivano gli elementi per poter condurre un interrogatorio”. Ha però detto di avere conosciuto tramite la sua difesa, il contenuto della ordinanza di applicazione della misura cautelare agli altri indagati. “Io – ha ribadito – non ho avuta applicata alcuna misura cautelare”. Ciò nonostante in aula non si è soffermato su quel saluto col quale avrebbe incontrato il boss Mariano Asaro, chiamandolo, come si legge nella ordinanza, “don Mariano”. In aula Scarcella ha detto di avere elementi per spiegare le ragioni per le quali Mariano Asaro in due occasioni era presente in Municipio, “era presente perché era interessato a due eventi” facendo intendere che Asaro era al Comune perché invitato, senza dire però da chi, la sua decisione è di fornire questi elementi ai magistrati “quando mi chiameranno per essere interrogato”. Alzando poi un po’ i toni ha detto che lui “non ha mai favorito la mafia, di non avere mai stretto accordi o patti con la mafia, anzi di avere preso sempre le distanze dall’associazione mafiosa…sono convinto – ha proseguito – che l’evoluzione del procedimento mi darà ragione e mi renderà giustizia”. “Mi sono dimesso – ha ancora detto – da presidente dell’assemblea del Consorzio per la Legalità per non arrecare danno all’organismo che svolge delicate funzioni, le mie dimissioni da sindaco sono un atto che riguarda la mia coscienza”.