Alle 11.30 a Misilmeri, in piazza Rocco Chinnici, e alle ore 19 a Partanna, in piazza Umberto I, deposte corone di fiori.
Sul canale Youtube della Fondazione Rocco Chinnici (https://bit.ly/331LK26) un documento in cui i magistrati Antonio Balsamo, Matteo Frasca e Roberto Scarpinato, il generale dei carabinieri Giovanni Cataldo, il sociologo Antonio La Spina e il giornalista Rino Cascio parlano del giudice Chinnici, del significato del suo impegno professionale e sociale e del contesto in cui lavorò.
Dai primi anni Settanta Chinnici ha iniziato a occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1975 era consigliere istruttore aggiunto. Quattro anni dopo, nel 1979, divenne consigliere istruttore, proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile attacco allo Stato. Chinnici ha allora una intuizione che fa di lui un magistrato particolarmente moderno: progetta e crea, nel suo ufficio, un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito pool antimafia. Accanto a sè, Chinnici chiama due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è proprio con loro che mette in cantiere i primi atti d’indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi di mafia degli anni Ottanta.
L’attività del giudice Chinnici non si esaurisce, però, all’interno delle aule giudiziarie: è un magistrato impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, rivolgendosi, particolarmente, alle giovani generazioni.
Rocco Chinnici è stato ucciso il 29 luglio del 1983 all’età di cinquantotto anni, con il primo attentato che utilizza la tecnica dell’esplosivo comandato a distanza*fonte repubblica.it.
Anniversario Chinnici. Lupo: “emerge sempre più importanza lavoro svolto”
“Abbiamo il dovere di ricordare il sacrificio di Rocco Chinnici, un magistrato che ha rivoluzionato il metodo investigativo svelando il nesso tra patrimoni sospetti e criminalità e che credendo nel lavoro di squadra gettò le basi per la nascita dei pool antimafia, un uomo della legge che credeva nella legalità e nella giustizia e che ha sacrificato la sua vita per difenderle. La consapevolezza dell’importanza del lavoro svolto da Rocco Chinnici è cresciuta con il passare degli anni anche alla luce dell’attività della magistratura.” Lo dice il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo a 37 anni di distanza l’attentato di via Pipitone Federico a Palermo nel quale rimasero uccisi per mano mafiosa da una carica di tritolo il giudice Rocco Chinnici, i carabinieri della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere dell’edificio in cui abitava il magistrato, Stefano Li Sacchi.